Woody Allen: perché la cancel culture è una follia da superare

Woody Allen: perché la cancel culture è una follia da superare

Woody Allen: perché la cancel culture è una follia da superare

Giada Liguori

Settembre 22, 2025

In un’intervista rilasciata al Wall Street Journal in vista della pubblicazione del suo romanzo Che Succede a Baum, Woody Allen ha espresso le sue opinioni sulla cancel culture, definendola “una stupidaggine”. Questa affermazione arriva in un periodo in cui il regista, noto per film iconici come Io e Annie e Manhattan, è stato messo all’indice a Hollywood a causa delle accuse di molestie sessuali mosse dalla sua ex figlia adottiva, Dylan Farrow.

La polemica che ha coinvolto Allen risale a molti anni fa, ma è tornata alla ribalta quando Dylan ha ripetuto le sue accuse, sostenendo di essere stata molestata da Allen quando era solo una bambina. Allen, che ha sempre negato le accuse, ha colto l’occasione per ribadire la sua innocenza durante l’intervista. “Le star che non vogliono lavorare con me stanno facendo un errore”, ha affermato, sottolineando come molti attori abbiano deciso di allontanarsi dalla sua opera in seguito alle accuse e al dibattito pubblico che ne è derivato.

La risposta di Dylan Farrow

Dylan Farrow, oggi quarantenne, ha risposto a queste affermazioni con una dichiarazione sullo stesso giornale. “Sono stufa della narrativa misogina e non scientifica secondo la quale sarei stata coercita e che mi sia stato lavato il cervello”, ha affermato. La sua testimonianza, che risale al momento in cui aveva sette anni, è stata ripetuta e sostenuta nel corso degli anni. Dylan ha voluto chiarire che non è mai stata influenzata da nessuno nel raccontare la sua storia. “Questa è una verità che ho denunciato da bambina e che ho continuato a raccontare da allora”, ha aggiunto. La drammaticità della sua affermazione colpisce, poiché rappresenta la voce di una donna che porta con sé un trauma profondo e duraturo.

Il dibattito sulla cancel culture

Allen, nel suo dialogo con il Wall Street Journal, ha criticato il comportamento degli attori che si sono distaccati da lui. “Lungi dal prendere una posizione, si stanno sbagliando e un giorno se ne renderanno conto”, ha detto. Tra queste star, nomi noti come Michael Caine, Colin Firth e Greta Gerwig hanno preso le distanze dai suoi progetti. Molti di loro, in precedenti interviste, hanno espresso rammarico per aver collaborato con Allen in passato, riflettendo un clima di crescente sensibilità rispetto a questioni di abuso e molestie nel mondo del cinema.

La questione della cancel culture è diventata centrale nel dibattito pubblico, specialmente negli ultimi anni, poiché molte celebrità si sono trovate a fare i conti con il proprio passato alla luce di accuse di comportamenti inappropriati. Allen, da parte sua, si è detto sorpreso dalla facilità con cui le persone accettano le narrazioni prevalenti senza porsi domande. “Penserei che qualcuno, leggendo i dettagli, dicesse: ‘Questo mi sembra poco chiaro'”, ha osservato, suggerendo che ci sia una mancanza di scetticismo critico nel pubblico.

La pubblicazione di Che Succede a Baum

Il romanzo Che Succede a Baum, che sarà pubblicato il 23 settembre negli Stati Uniti e in Italia da La Nave di Teseo, rappresenta il primo lavoro di narrativa di Allen in un contesto in cui la sua carriera cinematografica è stata segnata da numerose controversie. Il regista, che compirà 90 anni il 30 novembre, continua a scrivere e creare nonostante le polemiche che lo circondano. Quest’opera, come afferma Allen, potrebbe servire a dimostrare che, al di là delle accuse e delle critiche, la sua creatività non è stata intaccata.

La sua posizione contro la cancel culture riflette una certa frustrazione nei confronti di un sistema che percepisce come ingiusto e parziale. Allen non si è limitato a commentare le sue esperienze personali, ma ha anche aperto un dibattito più ampio sulle dinamiche di potere e sulla cultura della denuncia. Nel contesto attuale, dove il mondo del cinema è in continua evoluzione e si confronta con le conseguenze delle sue azioni, le parole di Allen risuonano come un richiamo alla riflessione critica.

Il dibattito sulla cancel culture non riguarda solo Woody Allen, ma si estende a molti artisti e personalità pubbliche che si trovano ad affrontare il giudizio della società in un’epoca di maggiore consapevolezza sociale. Mentre alcuni sostengono che la cancel culture sia necessaria per garantire responsabilità, altri come Allen vedono in essa una forma di ingiustizia che può minare la libertà di espressione e la possibilità di redenzione.

Con l’uscita del suo romanzo, Allen sembra voler riaffermare la propria voce in un mondo che lo ha messo da parte, cercando di richiamare l’attenzione su ciò che considera una narrazione distorta della sua vita e della sua carriera. La sua provocatoria posizione sulla cancel culture continuerà a suscitare dibattiti e reazioni, mentre il pubblico si interroga su come il passato e le sue ombre influenzino il presente.