Ex giudice del Papa nel mirino: accuse di acquisti immobiliari da mafiosi

Ex giudice del Papa nel mirino: accuse di acquisti immobiliari da mafiosi

Ex giudice del Papa nel mirino: accuse di acquisti immobiliari da mafiosi

Matteo Rigamonti

Settembre 23, 2025

Giuseppe Pignatone, ex giudice del Papa e figura di spicco nella magistratura italiana, si trova al centro di un’inchiesta che ha suscitato grande attenzione e preoccupazione. Con una carriera che lo ha visto ricoprire ruoli di prestigio, dalla procura di Roma fino alla presidenza del tribunale del Vaticano, le recenti accuse di favoreggiamento di Cosa Nostra mettono in discussione la sua reputazione e la sua integrità. Le rivelazioni emergenti dall’indagine di Caltanissetta, che coinvolgono anche l’ex collega Gioacchino Natoli, potrebbero avere ripercussioni significative sul sistema giudiziario italiano.

le accuse e le rivelazioni

L’indagine ha preso avvio grazie a intercettazioni e testimonianze che hanno messo in luce i presunti tentativi di Pignatone e Natoli di distruggere prove legate all’inchiesta Mafia e Appalti. Le affermazioni più inquietanti riguardano la presunta connessione di Pignatone con i mafiosi Buscemi e Bonura, noti nel panorama mafioso siciliano. È emerso che, negli anni Ottanta, Pignatone e la sua famiglia avrebbero acquistato immobili da questi soggetti, i quali sono stati successivamente riconosciuti come affiliati a Cosa Nostra.

  1. Acquisto di immobili: Pignatone e la sua famiglia avrebbero acquistato case dai mafiosi.
  2. Testimonianze di Brusca: Giovanni Brusca, noto assassino mafioso, ha dichiarato che Salvatore Riina fosse a conoscenza di un canale di comunicazione tra Pignatone e i mafiosi.
  3. Documenti compromettenti: Pignatone ha affermato di non aver avuto conoscenza di legami tra i venditori e la mafia fino alla fine degli anni Ottanta.

la difesa di pignatone

Pignatone ha cercato di difendersi da queste gravi accuse, sostenendo di non aver mai avuto conoscenza dei legami mafiosi dei venditori. Durante un interrogatorio, ha anche preso le difese del procuratore Pietro Giammanco, coinvolto in una guerra interna tra magistrati. La sua posizione è ulteriormente complicata dalle affermazioni di Brusca, che ha rivelato rapporti di cordialità tra Pignatone e i Buscemi, suggerendo che ci fossero stati acquisti di immobili in condizioni favorevoli.

In un’intercettazione, Bonura ha fatto riferimento a Pignatone, affermando che gli avevano venduto delle case. Pignatone ha categoricamente escluso che sua madre, recentemente scomparsa, potesse aver avuto rapporti con la mafia, definendola una persona cordiale ma estranea a questi ambienti.

implicazioni per la giustizia italiana

Le dichiarazioni di Pignatone hanno riacceso il dibattito sul ruolo della magistratura nella lotta contro la mafia, evidenziando come le relazioni personali possano influenzare l’operato di chi è chiamato a mantenere l’ordine e la giustizia. La questione si intreccia con la storia recente d’Italia, dove i legami tra istituzioni e mafia hanno sollevato interrogativi inquietanti.

La figura di Pignatone, ora sotto accusa, rappresenta un caso emblematico di questa problematica, ponendo interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità del sistema giudiziario italiano. La sua carriera, una volta celebrata, affronta ora una delle prove più difficili, mentre l’inchiesta continua a svelare dettagli che potrebbero cambiare il corso della giustizia in Italia.