Milano in tumulto: il corteo per Gaza degenera in scontri tra polizia e manifestanti

Milano in tumulto: il corteo per Gaza degenera in scontri tra polizia e manifestanti

Milano in tumulto: il corteo per Gaza degenera in scontri tra polizia e manifestanti

Matteo Rigamonti

Settembre 23, 2025

Il 22 settembre 2025, Milano è stata teatro di scontri violenti tra manifestanti e forze dell’ordine, in occasione di una manifestazione di solidarietà al popolo palestinese. Questo corteo, organizzato in concomitanza con uno sciopero generale, ha visto centinaia di persone sfilare per le strade della città. Tuttavia, all’arrivo nella piazza antistante la stazione Centrale, la situazione è degenerata, assumendo toni di una vera e propria guerriglia urbana.

La degenerazione del corteo

Quando il corteo ha raggiunto il suo culmine in prossimità della stazione, una frangia radicale di manifestanti si è staccata dal gruppo principale. Le telecamere dei media presenti hanno catturato immagini di individui vestiti di nero e con il volto coperto, intenti ad assaltare le vetrine della stazione e a tentare di invadere i mezzanini della fermata della metropolitana. Gli agenti della polizia, prontamente intervenuti, sono riusciti a bloccare i manifestanti sulle scale mobili, ma non prima che la situazione degenerasse ulteriormente.

Il bilancio degli scontri è preoccupante:

  1. Più di dieci manifestanti arrestati.
  2. Oltre sessanta agenti delle forze dell’ordine contusi.
  3. 23 agenti trasportati in ospedale per ricevere cure mediche.

Al momento, alcune centinaia di manifestanti si trovano bloccati in via Vittor Pisani, di fronte a un cordone della polizia in tenuta antisommossa, mentre la tensione rimane alta.

Scene di violenza e risposta delle forze dell’ordine

Durante la guerriglia urbana, i manifestanti hanno lanciato fumogeni e oggetti contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con manganellate e la chiusura dei cancelli della stazione. I manifestanti hanno eretto barricade con cestini della spazzatura, continuando a lanciare bottiglie e taniche. Dopo circa due ore di tafferugli, la polizia ha deciso di sgomberare la stazione, ricorrendo a lacrimogeni e cariche di alleggerimento, costringendo i manifestanti a ritirarsi verso via Vittor Pisani.

Le immagini girate all’interno della stazione di Milano hanno rapidamente fatto il giro dei social media, suscitando indignazione e preoccupazione tra i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni. Le autorità locali hanno condannato fermamente gli atti di violenza, sottolineando che tali comportamenti non rappresentano in alcun modo la lotta per i diritti del popolo palestinese.

Reazioni istituzionali

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha espresso il suo disappunto dichiarando: «Il vandalismo di oggi, causato da frange violente, non trova giustificazione e certamente non aiuta la causa di Gaza». Ha ricordato come le manifestazioni precedenti si siano svolte in modo pacifico, con una partecipazione massiccia ma rispettosa.

Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha espresso una posizione netta: «Chi ha assaltato la stazione di Milano e chi ha seminato paura e distruzione non è un manifestante: è un teppista». Ha sottolineato come le giustificazioni da parte di alcune frange della sinistra per tali atti di violenza rappresentino un grande regalo al governo, allontanando ulteriormente la possibilità di un dialogo costruttivo.

Le parole della premier Giorgia Meloni non si sono fatte attendere. Ha definito «indegna» la situazione che si è verificata a Milano, affermando che le violenze non hanno nulla a che vedere con la solidarietà. Secondo Meloni, le conseguenze ricadranno sui cittadini italiani, che dovranno affrontare i danni provocati da questi atti vandalici.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha denunciato come forze dell’ordine e cittadini siano stati «presi in ostaggio» da centinaia di delinquenti che si professano pacifisti ma alimentano guerriglie urbane vergognose.

Questo episodio di violenza a Milano si inserisce in un contesto più ampio di proteste e manifestazioni che si sono susseguite in tutta Italia e in Europa, in risposta al conflitto in corso in Medio Oriente. La tensione tra le varie fazioni politiche e sociali si fa sempre più palpabile, evidenziando una divisione profonda all’interno della società italiana riguardo alle questioni legate al conflitto israelo-palestinese.

Le prossime ore e giorni saranno cruciali per comprendere come le autorità locali e nazionali gestiranno questa situazione e quali misure saranno adottate per prevenire ulteriori episodi di violenza. I cittadini di Milano, così come quelli di altre città coinvolte nelle manifestazioni, attendono risposte e azioni concrete per garantire un clima di sicurezza e rispetto, evitando che la giustificata protesta per i diritti umani si trasformi in anarchia e distruzione.