Nuove regole del Concordato preventivo biennale: cosa devono sapere i consulenti del lavoro

Nuove regole del Concordato preventivo biennale: cosa devono sapere i consulenti del lavoro

Nuove regole del Concordato preventivo biennale: cosa devono sapere i consulenti del lavoro

Matteo Rigamonti

Settembre 23, 2025

Il panorama normativo italiano per i professionisti ha subito un significativo aggiornamento con l’introduzione delle nuove regole del Concordato preventivo biennale, stabilite dal decreto correttivo (D.Lgs. n. 81/2025). Queste modifiche hanno ricadute importanti non solo per i professionisti autonomi, ma anche per le associazioni e le società tra professionisti (Stp). La Fondazione studi consulenti del lavoro ha recentemente pubblicato un approfondimento che mette in luce le criticità e le opportunità derivanti da queste nuove disposizioni.

Un quadro normativo più rigido

Le nuove disposizioni introducono un sistema di regole più rigido in materia di Concordato preventivo biennale, cercando di allineare i criteri di accesso e permanenza a un principio di uniformità tra i professionisti e le loro strutture associate. Questo approccio mira a garantire una maggiore coerenza e stabilità nel settore, ma non è esente da complessità. Tra le principali problematiche rilevate, ci sono:

  1. Rischio di disallineamenti temporali tra soci e enti, che potrebbe ostacolare l’adesione al regime.
  2. Preoccupazioni legate alla presenza di Indici Sintetici di Affidabilità (Isa) approvati ma non applicabili, generando vuoti normativi.

Questo contesto di incertezze rende fondamentale per i professionisti una corretta interpretazione delle norme e una pianificazione attenta delle proprie attività. La Fondazione ha sottolineato che, in assenza di chiarimenti espliciti da parte dell’Agenzia delle Entrate, potrebbero verificarsi difficoltà applicative significative.

Rischi di esclusione e cessazione

Una delle principali preoccupazioni emerse è il rischio di esclusione automatica dal regime per i professionisti che non seguono correttamente le nuove indicazioni. È essenziale che i professionisti, le associazioni professionali e le Stp prestino particolare attenzione alle cause di esclusione e cessazione del regime. Errori di coordinamento tra soci o una lettura errata delle norme possono avere conseguenze fiscali rilevanti.

Ad esempio, un professionista che non verifica la posizione degli enti a cui partecipa potrebbe trovarsi in una situazione di disallineamento temporale, compromettendo così la propria adesione al regime. Pertanto, prima di procedere con l’adesione al Concordato preventivo per il biennio 2025/2026, è fortemente consigliato che ogni professionista esegua una verifica approfondita della propria situazione.

Consigli pratici per l’adesione

Per navigare in questo nuovo panorama normativo, è consigliabile che i professionisti seguano alcune pratiche fondamentali:

  1. Verifica la posizione degli enti: Controllare attentamente la propria posizione rispetto agli enti cui si partecipa è essenziale per evitare disallineamenti.

  2. Coordinamento tra soci e associati: Assicurarsi che tutti i soci e associati titolari di reddito di lavoro autonomo siano allineati nelle scelte relative all’adesione al regime.

  3. Valutazione degli Isa: Effettuare una valutazione non solo degli Isa approvati, ma anche della loro effettiva applicabilità.

  4. Monitoraggio delle scadenze: Essere costantemente aggiornati sulle scadenze relative all’adesione e alla documentazione necessaria è cruciale.

Le sfide dell’applicazione pratica

Nonostante le buone intenzioni delle nuove regole, l’applicazione concreta di queste norme si dimostra complessa. Le difficoltà organizzative nel coordinare le scelte di tutti i soggetti coinvolti, insieme al rischio di Isa approvati ma non applicabili, possono generare vuoti normativi e confusione tra i professionisti. La Fondazione studi consulenti del lavoro ha evidenziato la necessità di formare i professionisti su questi aspetti, affinché possano operare con maggiore sicurezza e competenza.

Inoltre, l’importanza di una comunicazione chiara e tempestiva da parte delle istituzioni fiscali è fondamentale per ridurre l’incertezza e facilitare un’adesione positiva al Concordato preventivo biennale. Gli esperti del settore auspicano che, in futuro, l’Agenzia delle Entrate possa fornire ulteriori chiarimenti interpretativi, contribuendo a chiarire le situazioni più complesse e a garantire un’applicazione uniforme delle norme.

In sintesi, le nuove regole del Concordato preventivo biennale rappresentano un cambiamento significativo per i professionisti italiani, con opportunità e sfide che richiedono attenzione e preparazione. La chiave per evitare esclusioni e pesanti ripercussioni fiscali risiede nella corretta comprensione delle nuove normative e nel coordinamento efficace tra tutti i soggetti coinvolti.