Chiara Ferragni in aula: la sorprendente richiesta di una settantenne per danni di 500 euro

Chiara Ferragni in aula: la sorprendente richiesta di una settantenne per danni di 500 euro

Chiara Ferragni in aula: la sorprendente richiesta di una settantenne per danni di 500 euro

Matteo Rigamonti

Settembre 24, 2025

Il 23 settembre 2023 segna un’importante data nel panorama del gossip italiano e del mondo dell’influencer marketing. È iniziato il processo a Chiara Ferragni, uno dei volti più noti del fashion e del business digitale, accusata di truffa aggravata insieme ad altri due coimputati. Le accuse si riferiscono alla controversa vicenda del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, eventi che avrebbero dovuto sostenere cause benefiche ma che, secondo le indagini, non avrebbero rispettato le promesse fatte ai consumatori.

La testimonianza di Adriana

Una delle sorprese dell’udienza predibattimentale è stata la presenza in aula di una donna di 70 anni, Adriana, proveniente da Avellino. La signora ha deciso di costituirsi parte offesa nel processo, sostenuta dall’avvocata Giulia Cenciarelli. Adriana ha dichiarato di aver acquistato il pandoro convinta di contribuire a una causa benefica, ma ha scoperto solo successivamente che il ricavato non era stato devoluto come promesso. La donna ha quantificato il danno subito in circa 500 euro, una somma che, sebbene modesta, rappresenta un gesto significativo da parte di una consumatrice che si è sentita ingannata.

Le accuse e la difesa

La legale di Adriana ha spiegato che la signora era particolarmente motivata dall’idea di partecipare a una raccolta fondi, una pratica sempre più comune nel mondo dei marchi e degli influencer. Purtroppo, nel caso del Pandoro Pink Christmas, la realtà ha deluso le aspettative di molti consumatori, che si sono sentiti tratti in inganno. L’udienza di oggi si è svolta a porte chiuse e ha avuto un carattere principalmente tecnico. Chiara Ferragni, assente, ha già comunicato l’intenzione di partecipare ai prossimi incontri per difendersi dalle accuse.

Il suo team legale sta preparando una strategia difensiva robusta, argomentando che le accuse di truffa siano infondate. Tra gli altri imputati presenti in aula vi erano Fabio Maria Damato, ex collaboratore di Ferragni, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. Un ulteriore elemento di tristezza in questa vicenda è la recente scomparsa di Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda dolciaria coinvolta, che avrebbe dovuto essere parte del processo.

Prossimi passi e implicazioni

La prossima udienza è stata fissata per il 4 novembre 2023. In quell’occasione, il giudice della terza penale, Ilio Mannucci Pacini, si pronuncerà sull’ammissione delle parti civili. Tra queste, si annoverano due associazioni dei consumatori, Casa del Consumatore e Adicu, entrambe pronte a sostenere le rivendicazioni di chi si è sentito danneggiato dalla presunta condotta scorretta di Ferragni e dei suoi coimputati. È interessante notare che il Codacons, una delle associazioni più attive nella tutela dei diritti dei consumatori in Italia, aveva inizialmente presentato denuncia contro l’influencer, ma ha successivamente ritirato la propria richiesta dopo aver raggiunto un accordo con Ferragni.

Secondo le indagini della procura, tra il 2021 e il 2022, l’imprenditrice digitale e i suoi coimputati avrebbero ottenuto profitti ingiusti per un totale di circa 2,2 milioni di euro. Le accuse non si limitano solo alla truffa, ma si estendono anche all’induzione in errore dei consumatori, che erano stati portati a credere che una parte significativa del ricavato delle vendite sarebbe stata destinata a opere di beneficenza.

Il caso ha sollevato un ampio dibattito sull’etica del marketing e sulla responsabilità degli influencer. In un’epoca in cui il confine tra promozione commerciale e sostenibilità sociale è sempre più labile, il caso di Ferragni pone interrogativi su come i marchi e i loro rappresentanti debbano gestire le aspettative dei consumatori e le promesse fatte in nome della beneficenza.

La vicenda ha attirato l’attenzione non solo dei media, ma anche del pubblico, che si mostra diviso tra sostenitori e detrattori dell’imprenditrice. Da un lato, molti fan di Ferragni sottolineano il suo impegno nel sociale e le ingenti donazioni effettuate nel corso degli anni. Dall’altro, ci sono consumatori e critici che chiedono maggiore trasparenza e responsabilità da parte di chi promuove prodotti legati a cause benefiche. In questo contesto, il processo rappresenta un’importante opportunità per chiarire non solo la posizione di Ferragni, ma anche il funzionamento di un’intera industria che si basa sulla fiducia e sull’integrità.