Le borse europee hanno chiuso la giornata di ieri con un trend positivo, ad eccezione di Parigi, che ha registrato una flessione dello 0,32%. Questo scenario finanziario è stato influenzato dalle recenti dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, sui tassi d’interesse, creando sentiment contrastanti sugli indici statunitensi. La borsa di Londra si è distinta come la migliore della giornata, con un incremento dello 0,4%, seguita da Madrid (+0,3%), Francoforte (+0,25%) e Milano, che ha chiuso con un modesto guadagno dello 0,1%.
Performance dei mercati statunitensi
Negli Stati Uniti, il Dow Jones ha registrato una variazione positiva dello 0,1%, mentre il Nasdaq ha subito una leggera flessione dello 0,1%. Queste performance contrastanti riflettono le incertezze che circondano le politiche monetarie e le prospettive economiche globali, accentuate dalla continua lotta contro l’inflazione e dai recenti sviluppi geopolitici.
Rendimenti dei titoli di Stato
Un altro aspetto interessante è il differenziale tra i titoli di Stato italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund), che si è assestato a 81,7 punti. I rendimenti annui hanno mostrato un incremento per i titoli italiani, salendo a 3,56%, mentre quelli tedeschi hanno registrato una diminuzione, scendendo a 2,74%. Questi dati evidenziano la crescente attenzione degli investitori verso la stabilità finanziaria dell’Italia, considerando le tensioni politiche e le riforme economiche in atto.
Andamento delle materie prime
Nell’ambito delle materie prime, il prezzo del petrolio Wti ha continuato a salire, registrando un aumento dell’1,56% e raggiungendo i 64,4 dollari al barile. Questa situazione è alimentata dalla persistente domanda globale e dalle preoccupazioni riguardo a possibili interruzioni delle forniture. Al contrario, il gas naturale ha visto un calo significativo, scendendo sotto i 32 euro, con una flessione dell’1,22%, attestandosi a 31,88 euro al MWh. Per quanto riguarda l’oro, il suo valore si è mantenuto sui massimi storici, chiudendo a 3.754,6 dollari l’oncia, sebbene abbia segnato una leggera diminuzione dello 0,2%.
Il mercato valutario ha visto un incremento del dollaro, che si è attestato a 85,17 centesimi di euro e a 74,35 penny, riflettendo le aspettative degli investitori riguardo alle future politiche monetarie statunitensi.
Settori in evidenza
Il settore automobilistico ha vissuto una giornata contrastante. Stellantis ha ridotto il calo delle sue azioni, che sono scese del 2,3%, in vista di un’imminente fermata della produzione in sei impianti europei, tra cui quello di Pomigliano d’Arco, situato nei pressi di Napoli. Questa decisione è stata presa in risposta a una diminuzione della domanda e a problemi legati alla catena di approvvigionamento. Anche altri nomi noti del settore, come Ferrari e Renault, hanno visto le loro azioni scendere, rispettivamente del 1,2% e dello 0,95%.
D’altra parte, il settore della difesa ha registrato un’impennata significativa, in particolare dopo le rassicurazioni del presidente statunitense Donald Trump riguardo alle forniture di armi alla NATO. Le azioni di Hensoldt sono aumentate del 7%, seguite da Saab (+5,25%), Leonardo (+4,1%) e Rheinmetall (+3%). Questo slancio nel settore difensivo è indicativo di una crescente preoccupazione a livello globale per la sicurezza, in un contesto di tensioni geopolitiche.
Il comparto del lusso ha invece subito un contraccolpo, con marchi celebri come Swatch (-4,1%), Hermes (-2,65%), Cucinelli (-2,55%), Lvmh (-2,5%) e Moncler (-2,2%) che hanno registrato significative perdite. Questo calo può essere attribuito a preoccupazioni riguardanti il rallentamento della domanda nel settore luxury, in particolare in Asia, dove i consumatori stanno rivedendo le loro abitudini di spesa.
Nel settore bancario, Commerzbank ha fatto registrare un aumento del 3,22% dopo aver annunciato un piano di riacquisto di titoli per un miliardo di euro, stimolando così l’interesse degli investitori. In Italia, Banco Bpm ha visto un incremento dell’1% e Unicredit ha guadagnato lo 0,28% in Piazza Affari. Tuttavia, Mps e Mediobanca hanno chiuso in rosso, rispettivamente con un calo del 1,9% e dell’1,8%, a pochi giorni dalla conclusione dell’operazione di offerta pubblica di acquisto (Opas) che ha visto il 86,3% delle azioni di Mediobanca in mano a Siena.
Le banche italiane hanno mostrato una reazione mista alle notizie economiche recenti, con Bper e Intesa che hanno registrato leggere flessioni, rispettivamente dello 0,23% e dello 0,35%. La situazione economica in Italia continua a essere influenzata da fattori esterni e interni, con una vigilanza costante da parte degli investitori sulle politiche fiscali e monetarie del governo.