Emanuele Ragnedda: la drammatica confessione dell’imprenditore sardo sul femminicidio di Cinzia Pinna

Emanuele Ragnedda: la drammatica confessione dell'imprenditore sardo sul femminicidio di Cinzia Pinna

Emanuele Ragnedda: la drammatica confessione dell'imprenditore sardo sul femminicidio di Cinzia Pinna

Matteo Rigamonti

Settembre 25, 2025

Emanuele Ragnedda, un imprenditore sardo di 41 anni, è al centro di un caso che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana, riaccendendo il dibattito sui femminicidi nel nostro paese. Proprietario dell’azienda agricola Conca Entosa, situata tra Sassari e Palau, Ragnedda ha costruito la sua carriera nel settore vinicolo su solide basi familiari, contribuendo alla fama del vermentino di Gallura.

Nato ad Arzachena, nella storica regione della Gallura, Emanuele ha sempre avuto un forte legame con la viticoltura. Figlio unico di Mario Ragnedda, un noto viticoltore, ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia fin da giovane. Dopo aver gestito insieme al padre la cantina Capichera, ha deciso di intraprendere un percorso imprenditoriale autonomo, fondando Conca Entosa.

Il successo di Conca Entosa

Il prodotto di punta di Ragnedda, il vermentino “Disco Volante”, ha conquistato il mercato nazionale e internazionale, con prezzi che possono raggiungere i 1800 euro a bottiglia. Questo vino, rinomato per la sua qualità e rarità, ha una produzione limitata: solo 1000 bottiglie nel 2021. La scelta di un prezzo così elevato è stata strategica, mirata a soddisfare una nicchia di estimatori e collezionisti di vini pregiati. Il nome dell’azienda, “Conca Entosa”, significa “valle ventosa”, riflettendo l’unicità del territorio. L’etichetta del vino prende ispirazione da una grande pietra a forma di UFO rinvenuta nella vigna, contribuendo a creare un’immagine originale e distintiva.

Il tragico evento

Tuttavia, la vita di Emanuele Ragnedda è stata segnata da un tragico evento. Mercoledì 24 settembre, ha confessato di aver ucciso Cinzia Pinna, una giovane donna di 33 anni originaria di Castelsardo. Le ricerche di Cinzia erano iniziate nella zona di Palau e, in seguito alla confessione di Ragnedda, i carabinieri hanno trovato il suo corpo nella tenuta vinicola di Conca Entosa. Durante l’indagine, sono state rinvenute tracce di sangue compatibili con un’arma da fuoco, aggravando ulteriormente la situazione per l’imprenditore.

La confessione ha sconvolto non solo la comunità locale, ma ha anche sollevato interrogativi sulle dinamiche di violenza di genere. Il femminicidio è un tema di crescente preoccupazione in Italia, con un numero allarmante di donne che perdono la vita a causa della violenza maschile. Le circostanze che hanno condotto a questo tragico evento sono ancora oggetto di indagine, ma il caso di Cinzia Pinna ha già attirato l’attenzione di media e attivisti, sottolineando l’urgenza di affrontare il fenomeno della violenza contro le donne.

Le conseguenze per Ragnedda

Ragnedda, noto per la sua vita sociale attiva e per essere un assiduo frequentatore di discoteche, ha visto la sua immagine pubblica crollare in un istante. La sua carriera, una volta promettente nel settore vinicolo, è ora segnata da un’accusa gravissima che ha scioccato il suo entourage e la comunità imprenditoriale sarda. La Sardegna, famosa per le sue tradizioni vinicole e la bellezza naturale, si trova ora al centro di un’attenzione mediatica che mette in luce non solo le sue eccellenze, ma anche le sue ombre.

Le indagini continuano, e Ragnedda si trova attualmente in custodia cautelare, in attesa di ulteriori sviluppi legali. La sua vita e carriera, che promettevano di portarlo a nuovi traguardi nel mondo del vino, sono ora offuscate da un’accusa che potrebbe segnare un cambiamento drammatico nel suo destino. La storia di Emanuele Ragnedda è un triste monito sulla fragilità della vita e sulle conseguenze devastanti della violenza.