Emergenza manodopera: il grido d’allerta di Confindustria Alto Adriatico

Emergenza manodopera: il grido d'allerta di Confindustria Alto Adriatico

Emergenza manodopera: il grido d'allerta di Confindustria Alto Adriatico

Giada Liguori

Settembre 26, 2025

L’emergenza della carenza di manodopera è una questione che richiede attenzione immediata e azioni concrete. Questo è il messaggio chiaro e forte emerso dal convegno «International Mobility», organizzato da Confindustria Alto Adriatico in collaborazione con l’Associazione Italiana Direzione del Personale per le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. Durante l’incontro, esperti e rappresentanti del mondo imprenditoriale hanno discusso le sfide legate all’internazionalizzazione della forza lavoro e le conseguenze della crescente difficoltà nel reperire personale qualificato.

Un contesto demografico preoccupante

Il contesto demografico italiano è allarmante: la popolazione sta diminuendo, mentre in altre parti del mondo, come in Africa, la crescita demografica è inarrestabile. Questo squilibrio demografico pone le aziende italiane di fronte a una necessità urgente: aumentare la percentuale di lavoratori stranieri per colmare le professionalità mancanti. Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, ha sottolineato che “non vi è piena chiarezza sul fatto che il deficit di risorse umane sia un problema già in atto”, evidenziando come i segnali di questa crisi siano già visibili a partire dalla scuola secondaria.

  1. Le scuole non stanno preparando un numero sufficiente di studenti per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro.
  2. Questo crea un gap tra domanda e offerta, aggravando la situazione.

La crisi della produzione industriale

La situazione è particolarmente critica in Italia, un paese con una forte vocazione manifatturiera. Come ha evidenziato Carlo Alberto Papaccio, HR Director del Gruppo Marzotto, la produzione industriale ha registrato un calo del 4,5% a gennaio 2024, un dato preoccupante che riflette le difficoltà delle aziende nel trovare manodopera adeguata. La storia ci insegna che l’Italia ha sempre avuto un flusso migratorio significativo; nel XX secolo, circa 29 milioni di italiani sono emigrati in cerca di opportunità. Tuttavia, dal 2000 al 2005, oltre 4 milioni di stranieri hanno scelto di stabilirsi nel nostro paese, portando la popolazione immigrata a circa 5,4 milioni di unità. Questo cambiamento demografico ha contribuito a riempire alcuni dei vuoti nel mercato del lavoro, ma non è sufficiente a compensare le carenze attuali.

Iniziative per affrontare la carenza di manodopera

In questo contesto, la politica migratoria italiana è stata definita da Giuseppe Del Col, vice direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, come “artigianale” e burocratizzata. Questa situazione mette in evidenza la necessità di un approccio più strutturato e sistematico alla questione della manodopera. È qui che entra in gioco il Progetto Ghana, un’iniziativa di eccellenza sviluppata nell’ambito del Decreto Cutro, voluta da Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico. Questo progetto nasce dalle esigenze specifiche delle imprese, cercando di rispondere in modo concreto e immediato alla carenza di personale.

Il Progetto Ghana prevede che i lavoratori, formati dai Salesiani, vengano inseriti in somministrazione per un anno. “I risultati sono stati eccellenti”, ha affermato Caprioglio, evidenziando il successo del programma. Inizialmente concepito come un percorso di nove mesi, è stato ottimizzato e ora dura tra i quattro e i cinque mesi, permettendo così una formazione più rapida e mirata. Questo modello si propone di rispondere non solo alle esigenze del mercato del lavoro, ma anche di garantire una preparazione adeguata ai partecipanti, che possono così integrarsi più facilmente nel tessuto produttivo locale.

In conclusione, la questione della manodopera non può più essere sottovalutata. Le aziende devono adottare strategie innovative e proattive per affrontare questa emergenza, investendo nella formazione e nella valorizzazione delle risorse umane. L’Italia è un paese ricco di opportunità, ma è essenziale che si creino le condizioni affinché le competenze necessarie possano essere sviluppate e messe a disposizione del mercato. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile affrontare con successo la sfida della carenza di manodopera e garantire un futuro prospero per il tessuto produttivo italiano.