Garlasco, la famiglia Poggi reagisce: «Sconcertati, è una ferita aperta»

Garlasco, la famiglia Poggi reagisce: «Sconcertati, è una ferita aperta»

Garlasco, la famiglia Poggi reagisce: «Sconcertati, è una ferita aperta»

Matteo Rigamonti

Settembre 27, 2025

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a generare discussioni e a lasciare cicatrici profonde non solo nella comunità locale, ma anche tra i familiari della vittima. Recentemente, le indagini hanno subito una svolta significativa, riaccendendo l’interesse sull’intera vicenda. Francesco Compagna, legale della famiglia Poggi, ha espresso il profondo sconcerto dei genitori di Chiara, Giuseppe e Rita Preda, riguardo alle nuove perquisizioni legate al caso. «Quello che leggiamo è una ferita che non si rimargina mai», ha dichiarato Compagna all’agenzia Adnkronos, evidenziando la difficoltà del dolore che la famiglia deve affrontare ripetutamente a causa delle nuove evoluzioni del caso.

Le indagini attuali

L’oggetto delle indagini attuali è l’impronta 33, un elemento che la famiglia Poggi chiede di esaminare in un incidente probatorio. Questo processo ha preso piede in un momento in cui si discute anche dell’amico del fratello di Chiara, Andrea Sempio, recentemente coinvolto nelle indagini. La condanna di Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara, avvenuta nel 2010 con una pena di 16 anni di carcere, non ha chiuso la questione per la famiglia Poggi. Infatti, la paura è che le indagini possano trasformarsi in un tormentone infinito, gravando sulla vita delle persone coinvolte e minando ulteriormente la credibilità della giustizia.

Sviluppi recenti e interrogativi

Nell’udienza tenutasi davanti alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, si è discusso della richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanzata dai periti, la genetista Denise Albani e il dattiloscopico Domenico Marchigiani. La questione centrale rimane quella relativa ai due profili di Dna trovati sulle unghie della vittima, uno dei quali è ritenuto dalla difesa di Stasi riconducibile a Sempio. Tuttavia, gli avvocati della famiglia Poggi e della difesa di Stasi stanno seguendo con attenzione l’evoluzione di questi sviluppi.

  1. Compagna ha voluto chiarire la posizione della famiglia riguardo a Sempio, affermando che «non è mai stato trovato alcun elemento o prova contro Sempio».
  2. Ha aggiunto che, nonostante il clamore mediatico, le indagini precedenti avevano già escluso Sempio dalle responsabilità.
  3. L’avvocato ha anche sottolineato che Sempio è stato oggetto di intercettazioni e che le indagini sull’omicidio di Chiara sono state condotte anni prima, passando attraverso il vaglio di due gip e della corte d’Appello di Brescia.

Queste affermazioni mettono in evidenza come la famiglia Poggi continui a cercare la verità, consapevole delle difficoltà che si presentano in un caso così complesso.

La posizione di Alberto Stasi

Dall’altra parte, il legale di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, ha commentato la recente evoluzione delle indagini, definendo la nuova ipotesi accusatoria come «talmente grave» da non poter essere valutata con leggerezza. De Rensis ha evidenziato che l’indagine che ha portato Stasi in carcere era già costellata di errori e orrori, come la cancellazione di un alibi. Tuttavia, ha anche espresso fiducia nel fatto che le indagini attuali, condotte dalle procure di Pavia e Brescia, possano portare a nuovi sviluppi e approfondimenti, suggerendo che l’aggiunta di nuovi elementi possa ridurre il margine di errore.

Le recenti dichiarazioni sul caso hanno messo in luce anche un aspetto inquietante: l’indagine ha coinvolto anche l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, accusato di corruzione in atti giudiziari. Questa notizia ha sollevato interrogativi sulla condotta degli organi giudiziari coinvolti nel caso e ha alimentato ulteriormente il dibattito pubblico sull’adeguatezza delle indagini iniziali.

In questa atmosfera di rinnovato interesse e preoccupazione, i genitori di Chiara continuano a vivere una realtà segnata dal dolore e dalla ricerca della verità. La loro posizione è chiara: non vogliono che il caso della loro figlia venga ridotto a un semplice tormentone mediatico. Con ogni nuova informazione, la famiglia Poggi si ritrova a rivivere il dramma, un ciclo che sembra non avere fine. La loro lotta per ottenere giustizia e chiarezza rimane centrale in un contesto in cui le incertezze continuano a pesare sulla vita di tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tragica vicenda.

La complessità del caso Garlasco, con le sue numerose svolte e i suoi risvolti legali, non smette di affascinare e preoccupare l’opinione pubblica. Ogni sviluppo riapre ferite mai del tutto chiuse e pone interrogativi su come la giustizia possa operare nel contesto di un delitto così efferato. La strada verso la verità e la giustizia sembra ancora lunga e tortuosa per la famiglia Poggi e per tutti coloro che seguono con attenzione l’evoluzione di questa storia drammatica.