Iran e Usa: un dialogo impossibile mentre gli accordi vengono infranti

Iran e Usa: un dialogo impossibile mentre gli accordi vengono infranti

Iran e Usa: un dialogo impossibile mentre gli accordi vengono infranti

Matteo Rigamonti

Settembre 27, 2025

L’atteggiamento della Repubblica Islamica dell’Iran nei confronti degli Stati Uniti continua a essere caratterizzato da una profonda sfiducia e da dichiarazioni forti e intransigenti. Recentemente, il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha espresso in modo chiaro e diretto la sua posizione riguardo alla possibilitĂ  di negoziare con Washington. Sui social media, in particolare sulla piattaforma X, Khamenei ha affermato: “La controparte che ci troviamo di fronte (gli Usa, ndr) non mantiene le proprie promesse in alcun ambito. Loro mentono, lanciano minacce militari. Non possiamo negoziare e fare accordi con una controparte del genere”. Queste parole non solo riflettono la frustrazione di Teheran nei confronti delle politiche statunitensi, ma evidenziano anche un’analisi piĂą ampia e storica dei rapporti tra i due paesi.

le radici della sfiducia

Da oltre quattro decenni, le relazioni tra Iran e Stati Uniti sono state caratterizzate da tensioni e conflitti, che hanno avuto inizio con la rivoluzione iraniana del 1979. In quell’anno, il regime dello Shah, sostenuto dagli Stati Uniti, fu rovesciato, portando al potere una leadership islamica che si opponeva fermamente all’influenza americana nella regione. Da allora, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche severe all’Iran, accusandolo di sostenere il terrorismo e di sviluppare un programma nucleare militare, mentre l’Iran ha risposto con una retorica antiamericana che ha alimentato conflitti regionali e tensioni internazionali.

la questione nucleare e le sue implicazioni

Khamenei ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza del paese, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero attuare attacchi militari contro le strutture nucleari iraniane o addirittura assassinare funzionari militari iraniani, se ne avessero l’opportunitĂ . Questa affermazione si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la stabilitĂ  della regione, in cui il programma nucleare iraniano continua a essere un punto centrale di contesa sia per gli Stati Uniti sia per i loro alleati, in particolare Israele.

Negli ultimi anni, i colloqui sul nucleare iraniano, culminati nell’accordo del 2015 noto come Piano d’azione congiunto globale (JCPOA), hanno subito un duro colpo con il ritiro unilaterale degli Stati Uniti nel 2018 sotto l’amministrazione di Donald Trump. Da quel momento, l’Iran ha cominciato a violare i termini dell’accordo, incrementando il suo arricchimento di uranio e intensificando le sue attivitĂ  nucleari. Le misure di pressione economica imposte dagli Stati Uniti hanno portato a un significativo deterioramento dell’economia iraniana, influenzando la vita quotidiana degli iraniani e generando malcontento sociale.

le dinamiche regionali e internazionali

L’atteggiamento di sfiducia di Khamenei verso gli Stati Uniti è alimentato anche dalla storia di negoziati infruttuosi e dalle promesse non mantenute. I leader iraniani, tra cui il presidente Ebrahim Raisi, hanno spesso sottolineato che le trattative devono avvenire in un contesto di rispetto reciproco e senza minacce. Tuttavia, l’idea di negoziare con gli Stati Uniti è vista, da molti all’interno della leadership iraniana, come un segno di debolezza.

In questo clima di tensione, il ruolo degli alleati regionali degli Stati Uniti, come Israele e Arabia Saudita, diventa sempre piĂą rilevante. Israele ha avvertito piĂą volte che non esiterĂ  a intervenire militarmente per fermare il programma nucleare iraniano, mentre i sauditi, storicamente in conflitto con l’Iran per il predominio regionale, hanno cercato di avvicinarsi agli Stati Uniti per garantire la propria sicurezza. Queste dinamiche complicano ulteriormente la situazione, rendendo difficile qualsiasi tentativo di mediazione.

In un contesto globale in continua evoluzione, la questione iraniana rimane una delle piĂą complesse. La Russia e la Cina, in particolare, hanno cercato di approfondire le loro relazioni con Teheran, offrendo un’alternativa alle sanzioni occidentali. Questi rapporti potrebbero influenzare ulteriormente le scelte strategiche dell’Iran, spingendolo a distaccarsi ulteriormente dall’influenza statunitense.

In sintesi, la posizione di Khamenei su un dialogo con gli Stati Uniti è un riflesso di una lunga storia di rivalitĂ  e sfiducia. La Repubblica Islamica sembra determinata a non concedere nulla in cambio di promesse che, secondo i suoi leader, non sono mai state mantenute. Questo scenario non solo complica le prospettive di un futuro accordo sul nucleare, ma alimenta anche l’instabilitĂ  nella regione, creando un ambiente di incertezza e potenziale conflitto. La comunitĂ  internazionale, quindi, si trova di fronte a una sfida complessa: trovare un modo per ripristinare il dialogo, mentre affronta le crescenti minacce alla sicurezza e stabilitĂ  regionali.