Italia: la fine della tassazione pesante in Europa?

Italia: la fine della tassazione pesante in Europa?

Italia: la fine della tassazione pesante in Europa?

Giada Liguori

Settembre 27, 2025

L’ufficio studi della Cgia di Mestre, una delle associazioni più rinomate di artigiani e piccole imprese, ha recentemente comunicato informazioni significative riguardo alla posizione fiscale dell’Italia rispetto ad altri paesi dell’Eurozona. Gli italiani non detengono più il primato negativo di essere i cittadini più “tartassati” d’Europa, un titolo che ora appartiene alla Francia, la quale sta affrontando una crisi politica, sociale ed economica di grande rilevanza. Questo cambiamento nel panorama fiscale europeo potrebbe avere ripercussioni notevoli sulla vita quotidiana dei cittadini.

La crescita economica italiana rispetto alla Francia

La Cgia evidenzia che nel 2023 l’Italia ha superato la Francia in termini di crescita del Prodotto Interno Lordo (Pil) pro capite, consumi e investimenti. Mentre l’Italia mostra segnali di ripresa, la Francia ha visto il proprio carico fiscale raggiungere un preoccupante 45,2% del Pil, il livello più alto dell’Eurozona. Questo si traduce in un versamento complessivo di 57 miliardi di euro in più rispetto agli italiani, gravando notevolmente sui contribuenti francesi.

  1. Situazione fiscale in Francia:
  2. Carico fiscale al 45,2% del Pil.
  3. 57 miliardi di euro in più rispetto all’Italia.
  4. Pressione fiscale mai vista prima in Italia.

Sebbene il sistema fiscale francese favorisca in parte le famiglie con figli, il livello di pressione fiscale ha raggiunto picchi senza precedenti. Questo elemento è cruciale nel dibattito sulla giustizia sociale e sull’equità fiscale. Mentre l’Italia migliora, la Francia si trova in una fase di stagnazione.

Tasso di disoccupazione e competitività

Un altro dato interessante è il tasso di disoccupazione: l’Italia vanta un tasso inferiore di due punti percentuali rispetto alla Francia. Questo è particolarmente significativo in un contesto europeo dove il mercato del lavoro ha subito gravi colpi a causa della pandemia e delle crisi economiche. Il miglioramento della situazione occupazionale in Italia rappresenta un segnale positivo, considerando le sfide affrontate negli ultimi anni.

Inoltre, nel 2022, l’export italiano ha registrato un incremento di oltre 33 miliardi di dollari rispetto a quello francese, dimostrando la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. Lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è ai minimi storici, suggerendo una maggiore fiducia degli investitori verso l’Italia.

Prospettive future e avvertimenti

Analizzando i dati sul Pil reale tra il 2019 e il 2024, emerge che l’Italia è stata una delle nazioni europee che ha meglio affrontato la crisi pandemica. Si prevede una crescita del 5,8% del Pil reale italiano, superando la Francia e la Germania, con solo la Spagna che mostra una crescita più robusta (+6,8%). Il Pil reale pro capite in Italia è aumentato del 7,2%, mentre la media dell’Unione Europea si attesta attorno al +3,2%.

Tuttavia, la Cgia mette in guardia: non dobbiamo esultare troppo. Germania e Francia sono i principali mercati di destinazione per le esportazioni italiane e se la loro situazione economica non migliora, le ricadute negative si faranno sentire anche in Italia. Inoltre, gli effetti dei dazi imposti dall’Amministrazione USA durante la presidenza di Donald Trump continuano a rappresentare una sfida per la competitività delle imprese italiane.

In conclusione, l’analisi della Cgia offre uno spaccato interessante sulla situazione fiscale ed economica dell’Italia rispetto ai suoi vicini europei. Sebbene i risultati siano incoraggianti, è fondamentale mantenere alta l’attenzione sulle dinamiche internazionali e sulle politiche fiscali, che possono influenzare il futuro economico del nostro paese. L’Italia sta dimostrando di poter affrontare le sfide del presente e del futuro, ma è cruciale continuare a monitorare la situazione per garantire una crescita sostenibile e inclusiva.