Orsini: è tempo di un piano industriale triennale per un cambio di passo

Orsini: è tempo di un piano industriale triennale per un cambio di passo

Orsini: è tempo di un piano industriale triennale per un cambio di passo

Matteo Rigamonti

Settembre 27, 2025

In un momento cruciale per l’economia italiana, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha lanciato un appello per una visione chiara e a lungo termine per il Paese. Durante la sua partecipazione a ‘Libertà’, la festa di Forza Italia a Telese Terme, Orsini ha sottolineato l’urgenza di un cambiamento di passo, in particolare in vista della prossima legge di bilancio. “Ci stiamo avvicinando alla legge di bilancio: non possiamo continuare a rincorrere le modifiche della legge di bilancio precedente”, ha affermato. Queste parole evidenziano la necessità di un approccio più strategico e lungimirante per affrontare le sfide economiche attuali e future.

La necessità di un piano industriale

Uno degli aspetti cruciali sottolineati da Orsini è la necessità di un piano industriale che abbracci un orizzonte temporale di tre anni. Questa visione non è semplicemente una questione di pianificazione economica, ma rappresenta un atto di coscienza e responsabilità nei confronti della crescita del Paese. Solo un approccio strutturato e ben definito potrà mettere al centro della politica economica la necessità di far crescere il sistema produttivo nazionale. Il piano industriale dovrebbe includere misure per:

  1. Incentivare l’innovazione
  2. Sostenere le piccole e medie imprese
  3. Promuovere la sostenibilità ambientale

Questi temi sono sempre più rilevanti nel contesto globale attuale.

Salari e contratti di produttività

In questo contesto, il presidente di Confindustria ha anche toccato il tema dei salari. “Stiamo facendo un bel lavoro con i sindacati”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza del dialogo tra le parti sociali per migliorare le condizioni lavorative. Orsini ha fatto notare che molte aziende italiane sono tra quelle che offrono stipendi competitivi, ma ha anche riconosciuto che c’è ancora spazio per migliorare. La proposta di contratti di produttività rappresenta una strategia per allineare meglio i salari all’effettiva produttività del lavoro, un tema che merita attenzione, soprattutto in un periodo in cui il potere d’acquisto delle famiglie è messo a dura prova dall’inflazione e dai costi in aumento.

Combattere i contratti pirata

Un altro aspetto fondamentale sollevato da Orsini è la questione dei contratti pirata, che continuano a inquinare il mercato del lavoro. La presenza di contratti non regolamentati o al di fuori degli accordi nazionali rappresenta una sfida significativa per la stabilità e l’equità nel mercato del lavoro. “Dobbiamo combattere i contratti pirata”, ha affermato, sottolineando l’importanza di garantire che tutti i lavoratori siano tutelati e che i contratti collettivi siano rispettati. La lotta contro il lavoro irregolare è essenziale per garantire che le imprese virtuose non siano svantaggiate da pratiche sleali.

In risposta alle recenti dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha invitato le aziende a fare la propria parte aumentando i salari, Orsini ha messo in luce la necessità di un’analisi più ampia. “Sì, poi dopo dobbiamo fare anche il raffronto con gli altri paesi, del costo fiscale del paese sulla busta paga al netto del lavoratore”, ha spiegato. Questo commento evidenzia la complessità della questione salariale in Italia, dove le politiche fiscali e le dinamiche di mercato influenzano profondamente la capacità delle aziende di aumentare i salari senza compromettere la loro competitività.

In un contesto internazionale in continua evoluzione, l’Italia deve trovare il modo di posizionarsi in modo efficace nel mercato globale. Le aziende italiane, molte delle quali sono leader nei loro settori, devono affrontare la concorrenza internazionale non solo attraverso l’innovazione e la qualità dei prodotti, ma anche attraverso una forza lavoro motivata e ben remunerata. In questo senso, il dialogo tra governo, imprese e sindacati diventa fondamentale per costruire un sistema economico resiliente e capace di affrontare le sfide future.

Infine, la questione della crescita economica non può essere dissociata dal tema della sostenibilità. L’attenzione crescente verso le tematiche ambientali richiede che le imprese italiane si adattino a nuovi standard e pratiche sostenibili. La transizione verso un’economia verde non solo rappresenta un’opportunità per innovare, ma è anche una necessità per garantire un futuro prospero per le generazioni a venire.

In conclusione, l’appello di Emanuele Orsini per un piano industriale chiaro e condiviso è un invito a tutti gli attori economici e sociali a lavorare insieme per costruire un’Italia più forte e competitiva. Il cambiamento di passo richiesto è non solo necessario, ma urgente, se vogliamo garantire un futuro di crescita e prosperità per il Paese.