Scoperta di metano su Makemake: un viaggio ai confini del Sistema Solare

Scoperta di metano su Makemake: un viaggio ai confini del Sistema Solare

Scoperta di metano su Makemake: un viaggio ai confini del Sistema Solare

Matteo Rigamonti

Settembre 27, 2025

Nel vasto e misterioso Sistema Solare, dove i corpi celesti sfuggono all’immaginazione e alla comprensione umana, si trova un piccolo mondo ghiacciato che sta attirando l’attenzione degli scienziati: Makemake. Scoperto nel 2006, questo pianeta nano è uno dei mondi più grandi e luminosi oltre l’orbita di Nettuno. Recentemente, una nuova scoperta ha rivelato la presenza di metano, non solo sotto forma solida, ma anche nella sua fase gassosa, grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale James Webb. Questo strumento, lanciato nel dicembre 2021, sta rivoluzionando il nostro modo di osservare l’universo e ci sta dando la possibilità di approfondire la conoscenza di corpi celesti lontani.

La scoperta del metano su Makemake

La scoperta di metano su Makemake è stata guidata da un team di ricercatori del Southwest Research Institute. I risultati sono stati pubblicati sulla piattaforma arXiv e sono in procinto di apparire su “The Astrophysical Journal Letters”. Silvia Protopapa, prima autrice della ricerca, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta: “Il telescopio Webb ha rivelato che il metano è presente anche nella fase gassosa sopra la superficie, una scoperta che rende Makemake ancora più affascinante”. Questo mette in discussione l’idea che Makemake sia un corpo celeste statico, suggerendo invece che esso sia un mondo dinamico, in cui il ghiaccio di metano è in continua evoluzione.

Significato della presenza di metano

La presenza di metano è particolarmente significativa per diversi motivi:

  1. Possibile atmosfera: Le tracce di questo gas potrebbero indicare l’esistenza di un’atmosfera, sebbene molto tenue.
  2. Processi geologici: Makemake è ora il secondo pianeta nano, dopo Plutone, sul quale viene rilevata la presenza di gas. Questo fatto potrebbe suggerire processi geologici attivi e dinamici.
  3. Temperature e pressione: I modelli sviluppati dai ricercatori indicano una temperatura del gas intorno a meno 233 gradi Celsius e una pressione superficiale di circa 10 picobar, ovvero 100 miliardi di volte inferiore alla pressione atmosferica terrestre.

Ian Wong, un altro autore della ricerca dello Space Telescope Science Institute, ha commentato: “Le future osservazioni Webb a una risoluzione spettrale più elevata aiuteranno a determinare se il metano deriva da una sottile atmosfera legata o da un degassamento a pennacchio”.

Implicazioni per la ricerca di vita extraterrestre

La scoperta di metano su Makemake solleva interrogativi intriganti sulla formazione e l’evoluzione dei pianeti nani e sulla loro capacità di ospitare atmosfere. Makemake, insieme ad altri corpi celesti ghiacciati come Plutone ed Eris, viene studiato per capire meglio le condizioni che regnano nel Sistema Solare esterno e l’interazione tra superficie e atmosfera.

Inoltre, l’analisi di Makemake offre spunti interessanti per la ricerca di forme di vita extraterrestre. Se corpi come Makemake mostrano segni di attività geologica e atmosferica, questo potrebbe suggerire che altre lune e pianeti ghiacciati in tutto l’universo possano avere condizioni simili, creando potenzialmente ambienti favorevoli per la vita. L’idea che mondi lontani possano ospitare atmosfere e, forse, forme di vita è un concetto affascinante che continua a stimolare l’immaginazione e la ricerca scientifica.

Il telescopio James Webb, con le sue capacità straordinarie, sta aprendo nuove porte nella nostra comprensione dell’universo. Le sue osservazioni di Makemake e di altri corpi celesti ci stanno permettendo di costruire un quadro sempre più dettagliato della formazione e dell’evoluzione del Sistema Solare. Con ogni nuova scoperta, siamo un passo più vicini a svelare i misteri che circondano questi mondi lontani e a comprendere il nostro posto nell’universo.