Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista di grande talento, continua a sorprendere il pubblico con le sue riflessioni profonde sulla recitazione e sull’umanità. Durante un recente incontro al Cabalbio Film Festival, ha condiviso una preziosa visione del suo mestiere, affermando: “Più vado avanti e più capisco che il nostro lavoro è quello di sottrarre nella recitazione, togliere il più possibile”. Queste parole evidenziano la sua continua ricerca di autenticità, un tema centrale nei suoi lavori, come dimostra il suo ruolo nel film “Duse” di Pietro Marcello, presentato al Festival di Venezia.
L’esplorazione della figura di Eleonora Duse
Nel film “Duse”, Bruni Tedeschi si immerge nella vita di Eleonora Duse, una delle più grandi attrici della storia del teatro italiano. Il suo approccio al personaggio è stato caratterizzato da un desiderio di connessione umana piuttosto che da una semplice ricostruzione biografica. “Ho cercato di incontrarla più come una persona appena conosciuta”, ha dichiarato l’attrice, mettendo in risalto come l’umanità di Duse fosse il fulcro del suo lavoro. Nonostante le ricerche approfondite sulla vita di Duse, è stata la sua essenza vulnerabile e imperfetta a colpirla maggiormente.
La visione del talento
Bruni Tedeschi ha anche offerto una visione ironica e pragmatica del talento: “Non so cosa sia, forse solo il nome di una moneta”. Questa affermazione riflette la sua convinzione che il vero valore del talento risieda nella capacità di utilizzare le proprie abilità per vivere e crescere. Dalla figura di Duse, l’attrice ha appreso che la ricerca della verità, sia nella vita che nel lavoro, è fondamentale. “Il segreto che mi risuona di questo personaggio è che la ricerca della verità sia la cosa più importante”, ha sottolineato.
Il nuovo film “L’attachement – La tenerezza”
Dopo aver parlato della Duse, Bruni Tedeschi ha presentato il suo nuovo film, “L’attachement – La tenerezza”, diretto da Carine Tardieu. In questo film, interpreta Sandre, una donna cinquantenne che gestisce una libreria specializzata in femminismo. Il suo personaggio affronta una nuova dimensione della vita quando Alex, un vicino afflitto dalla morte della moglie durante il parto, entra nella sua esistenza. Alex, interpretato da Pio Marmaï, è padre di due bambini, Elliot e Lucille, che portano un cambiamento significativo nella vita di Sandre.
La trama si sviluppa attorno alla complessità dei legami familiari e delle relazioni, esplorando il tema della maternità da una prospettiva inusuale. Sandre, che si è allontanata dalla maternità e dalle responsabilità familiari, si confronta con una realtà che l’aveva sempre tenuta a distanza. “Accade che quella maternità e quella famiglia delle quali si è privata entrano nella sua vita in modo indiretto”, ha spiegato l’attrice, riferendosi alla dinamica che si sviluppa tra il suo personaggio e la famiglia di Alex.
Riflessioni sulla società contemporanea
Bruni Tedeschi, madre adottiva di due figli, riflette anche sul cambiamento della società. “La società si sta trasformando in modo bello”, ha affermato, sottolineando come stia lentamente scomparendo l’idea che avere figli sia un obbligo. Oggi, la sessualità è vissuta in modo più libero e aperto, e l’adozione è sempre più accettata. “Ci adottiamo gli uni con gli altri, anche con gli amici”, ha aggiunto, evidenziando come i legami familiari si stiano evolvendo per abbracciare una nozione più ampia di famiglia.
In un contesto in cui l’industria cinematografica affronta sfide significative, il lavoro di Bruni Tedeschi si erge come un faro di autenticità e umanità. La sua abilità nel sottrarre il superfluo nella recitazione, mantenendo un contatto profondo con le emozioni umane, rende il suo lavoro unico e apprezzato. La sua visione della recitazione come un atto di sottrazione invita il pubblico a riflettere su cosa significhi realmente essere umani in un mondo sempre più complesso e interconnesso.