Depressa, il borgo salentino dove il segnale è un miraggio: «Per chiamare dobbiamo salire in terrazzo»

Depressa, il borgo salentino dove il segnale è un miraggio: «Per chiamare dobbiamo salire in terrazzo»

Depressa, il borgo salentino dove il segnale è un miraggio: «Per chiamare dobbiamo salire in terrazzo»

Matteo Rigamonti

Settembre 28, 2025

Situata nel cuore del Salento, Depressa è una frazione di Tricase, in provincia di Lecce, che vive una realtà singolare e problematica: l’assenza di segnale telefonico. Nonostante i progressi tecnologici, i residenti di questo pittoresco borgo si trovano spesso a dover affrontare una situazione di isolamento comunicativo. A un anno e mezzo dall’interrogazione parlamentare presentata per sollecitare interventi al Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, la situazione non sembra migliorare, lasciando i cittadini in balia di un servizio basilare e accessibile a tutti.

Vita quotidiana e adattamento

La vita a Depressa è segnata da un’incredibile risorsa di ingegno e adattamento. Molti abitanti si sono organizzati per far fronte all’assenza di segnale. Ecco alcune pratiche comuni:

  1. Salire in terrazzo per effettuare chiamate.
  2. Cercare connessione vicino alla chiesa del paese.
  3. Utilizzare la bicicletta per visitare parenti in cerca di una rete telefonica più stabile.

Queste abitudini racchiudono sia il senso di comunità che la frustrazione per una situazione anomala.

Problemi di emergenza e sicurezza

Uno dei casi più preoccupanti riguarda un infermiere del 118, che ha denunciato l’impossibilità di effettuare chiamate di emergenza. Questo aspetto è cruciale per garantire la sicurezza e l’assistenza sanitaria nel territorio. La mancanza di segnale non solo ostacola le comunicazioni quotidiane, ma mette a rischio interventi tempestivi in situazioni di emergenza, creando vulnerabilità per l’intera comunità.

Inaccessibilità delle tecnologie moderne

A complicare ulteriormente la situazione è l’inaccessibilità di tecnologie come il 5G. Secondo il sindaco di Tricase, Antonio De Donno, dopo l’interrogazione parlamentare, la società che ha vinto l’appalto per l’implementazione del 5G in Italia ha effettuato un sopralluogo. Tuttavia, nessuno dei terreni pubblici messi a disposizione si è rivelato idoneo per l’installazione delle antenne. De Donno ha spiegato che sarà necessario cercare terreni privati nelle aree circostanti per procedere.

Inoltre, i commercianti di Depressa si trovano esclusi dalla possibilità di utilizzare i pagamenti POS, che richiedono una rete di almeno 4G o 5G. Questo impedimento limita le vendite e crea disparità rispetto ai paesi limitrofi, dove la tecnologia è già parte integrante della vita quotidiana.

Una questione di accesso ai servizi

La questione di Depressa è emblematico di un problema più ampio che riguarda molte aree rurali e periferiche in Italia, dove l’installazione di infrastrutture moderne incontra ostacoli burocratici e logistici. Questo fenomeno evidenzia la disparità di accesso ai servizi tra aree urbane e meno popolate, influenzando la qualità della vita e lo sviluppo economico e sociale delle comunità.

La mobilitazione dei cittadini e delle istituzioni locali diventa fondamentale. È necessario che le autorità competenti ascoltino le richieste dei residenti e si attivino per trovare soluzioni concrete. La partecipazione attiva della comunità, unita alla volontà di migliorare le proprie condizioni di vita, può rappresentare una spinta importante per sollecitare gli interventi necessari.

Le storie di vita quotidiana a Depressa, con le loro sfide e resilienze, raccontano di una comunità che non si arrende. La speranza è che, attraverso la collaborazione tra cittadini e istituzioni, si possa finalmente giungere a una risoluzione che porti non solo il segnale telefonico, ma anche un rinnovato senso di connessione e appartenenza. Mentre il mondo avanza verso una digitalizzazione sempre più intensa, è fondamentale non dimenticare le realtà più isolate, affinché anche luoghi come Depressa possano beneficiare dei progressi tecnologici e comunicativi.