Alfieri (UniMarconi): la Notte europea delle Università come ponte verso il territorio

Alfieri (UniMarconi): la Notte europea delle Università come ponte verso il territorio

Alfieri (UniMarconi): la Notte europea delle Università come ponte verso il territorio

Matteo Rigamonti

Settembre 29, 2025

La Notte Europea dei Ricercatori si è affermata come un evento annuale di grande rilevanza, celebrando l’interazione tra il mondo accademico e la società. Quest’anno, l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, sotto la direzione di Luca Alfieri, ha saputo interpretare perfettamente questo spirito di apertura, accogliendo la comunità locale all’interno della sua sede. Questa iniziativa si inserisce nel contesto delle tre funzioni fondamentali dell’università moderna: didattica, ricerca e terza missione, che si riferisce all’impegno dell’istituzione nel trasferimento delle conoscenze e nell’impatto sociale.

Luca Alfieri, direttore del dipartimento di Scienze umane, ha sottolineato l’importanza di queste tre funzioni nel discorso inaugurale: “Siamo chiamati a formare i funzionari e i dirigenti del futuro, a condurre ricerche innovative e a dimostrare come le scoperte scientifiche possano avere un impatto positivo sulla società”. In questo contesto, la Notte Europea della Ricerca ha rappresentato un’opportunità unica per avvicinare il pubblico al mondo accademico, rompendo le barriere tradizionali tra università e comunità.

attività culturali e coinvolgimento del pubblico

Durante la serata, l’Università ha organizzato una serie di attività culturali, tra cui:

  1. Conferenze
  2. Proiezioni artistiche
  3. Letture di poesie
  4. Visite guidate ai laboratori

Questi eventi erano progettati non solo per coinvolgere gli studenti e gli alunni, ma anche per attrarre tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza dei programmi e delle attività dell’università. L’idea centrale era quella di creare un’atmosfera di dialogo aperto e inclusivo, dove la scienza e l’arte potessero incontrarsi e stimolare la curiosità dei partecipanti.

La partecipazione alla Notte Europea dei Ricercatori è stata notevole, con un numero elevato di visitatori che hanno affollato i corridoi dell’università. Questo successo è stato favorito anche dalla presenza attiva di uno dei docenti dell’università, che ha assunto un ruolo di leadership nell’organizzazione complessiva dell’evento. La sua esperienza e il suo impegno hanno contribuito a garantire un programma ricco e variegato, capace di attrarre un pubblico diversificato.

aprire l’università al territorio

Ma cosa significa realmente “aprire l’università al territorio”? In un’epoca in cui le istituzioni accademiche si trovano a dover affrontare sfide sempre più complesse, come la digitalizzazione, il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, il concetto di terza missione assume un’importanza cruciale. Le università non possono più limitarsi a formare professionisti e a condurre ricerche, ma devono anche essere in grado di contribuire attivamente al benessere della comunità in cui operano.

Il coinvolgimento diretto con il territorio permette di creare sinergie proficue, traendo vantaggio dalle competenze e dalle risorse disponibili localmente. Inoltre, queste interazioni possono portare a progetti di ricerca applicata che affrontano problematiche specifiche della comunità, promuovendo così l’innovazione sociale. La Notte Europea dei Ricercatori è un esempio emblematico di come l’università possa diventare un punto di riferimento per il territorio, stimolando un dialogo costruttivo tra la scienza e la società civile.

scienza e cultura

Alfieri ha anche messo in evidenza come l’inclusione di attività artistiche e culturali all’interno della Notte Europea della Ricerca non sia un mero elemento di intrattenimento, ma un modo per valorizzare il legame tra scienza e cultura. La scienza, infatti, non può essere disgiunta dalla dimensione umanistica; entrambi i mondi si influenzano reciprocamente e possono generare nuove forme di conoscenza e creatività. La programmazione di eventi culturali, come le letture di poesie e le proiezioni artistiche, è stata pensata per stimolare la riflessione e il dibattito su temi di rilevanza sociale e scientifica.

Un altro aspetto significativo dell’iniziativa è stato l’approccio inclusivo che ha caratterizzato la serata. Non solo studenti e accademici, ma anche famiglie, professionisti e cittadini comuni sono stati invitati a partecipare. Questo ha permesso di creare una rete di interazioni e scambi che ha arricchito l’esperienza complessiva, contribuendo a costruire un senso di comunità attorno all’università e alle sue attività.

In conclusione, la Notte Europea dei Ricercatori ha rappresentato un’importante occasione per l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di dimostrare il proprio impegno verso la comunità e il proprio ruolo di attore sociale. L’evento ha messo in luce l’importanza di un’università che non solo forma professionisti, ma che si fa portavoce di un cambiamento positivo, contribuendo al benessere collettivo e alla promozione della cultura scientifica. In un mondo in continua evoluzione, le università devono quindi continuare a esplorare nuove modalità di interazione con il territorio, per essere sempre più rilevanti e responsabili nei confronti della società.