Questa mattina, un episodio inquietante ha scosso la comunità di Caivano, precisamente nella chiesa di San Paolo Apostolo. Durante la messa, mentre i fedeli si trovavano in fila per ricevere la comunione, un uomo ha avvicinato don Maurizio Patriciello, noto per il suo impegno contro la criminalità e la violenza. Gli ha consegnato un fazzoletto ripiegato, all’interno del quale si trovava un proiettile, un bossolo rimasto da una “stesa” avvenuta il giorno precedente, quando diversi colpi erano stati esplosi per le strade del comune.
L’individuo, successivamente identificato come un soggetto con problemi psichiatrici, ha cercato di fuggire, ma è stato prontamente bloccato dalla scorta di don Patriciello. Questo gesto ha suscitato reazioni immediate e forti in tutto il paese, evidenziando la drammatica situazione che molte comunità italiane, come quelle del Napoletano, affrontano a causa della criminalità organizzata.
reazioni istituzionali e solidarietà
Pina Castiello, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri, ha denunciato l’accaduto, definendolo “raccapricciante e vergognoso”. La sua dichiarazione sottolinea l’importanza del ruolo di don Patriciello come figura di riferimento per la legalità e la sicurezza nella zona. “Un esponente della criminalità locale, confondendosi tra i fedeli in fila per il rito di comunione, si è avvicinato a don Maurizio e gli ha consegnato un proiettile”, ha spiegato Castiello, esprimendo preoccupazione per la sicurezza del sacerdote.
Anche la premier Giorgia Meloni ha condannato il gesto attraverso i social media, definendolo “un gesto vigliacco e criminale, compiuto nel luogo e nel momento più sacro”. Ha espresso solidarietà a don Patriciello, sottolineando che il suo lavoro a favore della comunità non deve essere intimidito dalla violenza. “Lo Stato è con voi, e non faremo mai un passo indietro”, ha rassicurato Meloni, promettendo un impegno concreto nella lotta contro la criminalità.
misure di sicurezza potenziate
In risposta all’episodio, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha contattato telefonicamente don Patriciello per esprimere la propria vicinanza. Ha annunciato che verrà intensificato il pattugliamento di polizia e carabinieri nei pressi della chiesa e che le misure di sicurezza per il parroco saranno potenziate. Questo intervento è fondamentale per garantire la sicurezza di chi, come don Patriciello, si batte contro la violenza e per la legalità.
L’episodio si colloca in un contesto di crescente tensione sociale e criminalità a Caivano e in altre aree della Campania. Solo il giorno prima dell’accaduto, don Patriciello aveva denunciato una stesa, un fenomeno tipico della criminalità organizzata in cui i membri di bande rivali aprono il fuoco per intimidire o segnare il territorio. In un accorato appello ai giovani coinvolti in queste attività, il sacerdote aveva descritto i loro comportamenti come “terroristi”, invitandoli a riflettere sulle conseguenze delle loro azioni. “Finisce sempre o al carcere o al camposanto”, aveva detto con fermezza, esortandoli a cercare una vita migliore e a tornare in chiesa per pregare.
un messaggio di speranza
Il messaggio di don Patriciello, carico di umanità e speranza, invita i giovani a riconoscere il valore della vita e il dono della gioventù. “Se siete cattolici, andate a Messa. Se siete evangelici, andate al culto. Ma alzate gli occhi al cielo e ringraziate Dio per il dono incommensurabile della vita”, aveva esortato, cercando di riaccendere la luce della speranza in una comunità afflitta dalla paura e dalla violenza.
La reazione della comunità a questo episodio è stata di shock e indignazione. Molti fedeli e cittadini hanno espresso la loro solidarietà a don Patriciello, riconoscendo il suo coraggio nell’affrontare la criminalità. La chiesa, tradizionalmente un luogo di rifugio e conforto, si trova ora al centro di una battaglia contro forze oscure che minacciano la sicurezza e la tranquillità della vita quotidiana.
La situazione a Caivano rappresenta una sfida non solo per il parroco e i cittadini, ma per l’intera società italiana. È necessario un impegno collettivo per affrontare le radici della violenza e della criminalità organizzata, ripristinando la dignità e la sicurezza in queste comunità. La speranza è che gesti di coraggio come quelli di don Patriciello possano ispirare un cambiamento duraturo, contribuendo a costruire una società più giusta e pacifica.