Scontri a Torino: manifestanti bloccano aeroporto e sede di Leonardo per la Palestina

Scontri a Torino: manifestanti bloccano aeroporto e sede di Leonardo per la Palestina

Scontri a Torino: manifestanti bloccano aeroporto e sede di Leonardo per la Palestina

Matteo Rigamonti

Settembre 29, 2025

Sabato 27 settembre 2025, Torino è stata teatro di intense manifestazioni per la Palestina, culminate in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nei pressi dell’aeroporto Sandro Pertini di Caselle. Questa protesta, che ha visto la partecipazione di numerosi attivisti, aveva come obiettivo principale non solo l’aeroporto stesso, ma anche la sede torinese della Leonardo Spa, un colosso nel settore della difesa. L’azienda è stata al centro di ferventi dibattiti a causa del suo coinvolgimento in contratti di fornitura di armamenti, motivo per cui i manifestanti hanno scelto di concentrare le loro azioni in questo punto strategico della città.

il corteo e gli scontri

Il corteo, composto da diverse decine di persone, ha tentato di dirigersi verso l’aeroporto, ma è stato bloccato dalla polizia all’altezza di strada dell’aeroporto, ai confini con Borgaro Torinese. Dopo una lunga trattativa, durante la quale i manifestanti hanno implorato gli agenti di permettere loro di proseguire, la situazione è rapidamente degenerata. “Siete pregati di farci passare, lo chiediamo alla vostra umanità”, hanno esclamato rivolgendosi agli agenti. Nonostante le richieste, la polizia ha mantenuto la propria posizione, attivando misure di contenimento.

La tensione è aumentata quando alcuni manifestanti hanno cominciato a lanciare bottiglie e fumogeni contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e idranti, cercando di disperdere la folla. Questa escalation ha portato a un bilancio di feriti:

  1. Dieci attivisti, secondo quanto riportato dai manifestanti.
  2. Due agenti di polizia, come confermato dalla Questura.

I feriti tra gli attivisti sono stati assistiti da un’auto sanitaria autorganizzata, che aveva portato con sé acqua, disinfettanti e ghiaccio per le medicazioni d’emergenza.

impatti sull’aeroporto e sulla mobilitazione sociale

Nonostante il caos, i voli in arrivo e in partenza dall’aeroporto Sandro Pertini non sono stati influenzati dalla manifestazione. Tuttavia, l’accesso all’aerostazione è stato limitato solo ai passeggeri in possesso di un biglietto, escludendo accompagnatori e persone in attesa. Questa decisione ha creato disagi tra i passeggeri, molti dei quali erano giunti in aeroporto con largo anticipo, seguendo i consigli delle autorità locali in previsione della protesta.

Da diversi mesi, l’attenzione sulla situazione in Palestina è aumentata, con manifestazioni che si sono moltiplicate in diverse città italiane. I gruppi di solidarietà palestinese hanno denunciato le violazioni dei diritti umani e l’occupazione dei territori palestinesi, chiedendo un maggiore impegno da parte del governo italiano e dell’Unione Europea per una risoluzione pacifica del conflitto. Le manifestazioni a Torino non sono un caso isolato, ma parte di un movimento più ampio che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche.

il ruolo della leonardo spa e la risposta delle autorità

La scelta di coinvolgere l’aeroporto e la Leonardo Spa non è casuale. La Leonardo, infatti, è implicata nella produzione di aerei e droni utilizzati anche in contesti di conflitto, il che ha portato a proteste mirate da parte di attivisti che chiedono il disinvestimento dalle aziende belliche e un cambio di rotta nella politica estera italiana. La presenza di una base industriale per la difesa a Torino, insieme alla storica tradizione della città nell’industria aerospaziale, ha reso il luogo un simbolo della lotta contro l’industria bellica.

Nel corso della giornata, i manifestanti hanno anche cercato di esprimere la loro voce attraverso slogan e striscioni, evidenziando le ingiustizie subite dai palestinesi. “Libertà per la Palestina” e “Stop alle armi italiane” erano alcuni dei messaggi che si leggeva tra la folla. L’uso di simboli e colori della bandiera palestinese ha ulteriormente caratterizzato il corteo, che ha cercato di mantenere una forte identità e un messaggio chiaro.

La risposta delle autorità e delle forze dell’ordine è stata oggetto di critiche, con alcuni attivisti che hanno denunciato un’eccessiva repressione della libertà di espressione e di protesta. Le immagini degli scontri, diffuse attraverso i social media, hanno rapidamente fatto il giro del web, suscitando reazioni di sostegno e condanna da parte di diverse fazioni politiche e sociali.

Sebbene la manifestazione di sabato possa essere vista come un episodio isolato, essa si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione sociale che sta caratterizzando il panorama italiano, dove temi legati ai diritti umani e alla giustizia sociale stanno guadagnando rilevanza. Mentre i manifestanti continuano a chiedere giustizia e solidarietà per il popolo palestinese, il dibattito su come l’Italia e l’Europa possano affrontare le questioni relative ai conflitti in Medio Oriente rimane più che mai aperto.