Bollette alle stelle: le Pmi italiane affrontano le spese più alte d’Europa

Bollette alle stelle: le Pmi italiane affrontano le spese più alte d'Europa

Bollette alle stelle: le Pmi italiane affrontano le spese più alte d'Europa

Giada Liguori

Ottobre 1, 2025

Nel contesto economico attuale, le micro e piccole imprese italiane si trovano a fronteggiare un grave problema legato alle bollette energetiche. Secondo un recente rapporto di Confartigianato, nel 2023 queste PMI hanno speso circa 8,8 miliardi di euro per l’energia elettrica, un costo che si traduce in un extracosto di 1,6 miliardi di euro rispetto alla media europea. Questo dato è stato presentato durante la 21ª convention “Energies & Transition High School”, un evento annuale dedicato alla transizione energetica e alle sfide che le imprese devono affrontare in questo ambito.

Il divario dei costi energetici

Il prezzo medio dell’energia per le piccole e medie imprese italiane è di 28 centesimi al kWh, un valore che supera del 22,5% il prezzo medio applicato nell’Unione Europea. Questo divario non è solo un elemento di preoccupazione per la competitività delle PMI, ma è anche emblematico di una struttura fiscale che penalizza in modo significativo le aziende più piccole. Le tasse e gli oneri che gravano sulle bollette energetiche ammontano a 7,78 centesimi al kWh, più del doppio rispetto alla media europea, che si attesta a 3,57 centesimi. Solo la Polonia registra una situazione peggiore, con 7,90 centesimi.

Questa disparità si rivela paradossale, considerando che le grandi imprese energivore beneficiano di un trattamento fiscale più favorevole, con un onere in bolletta inferiore del 19,6% rispetto alla media europea. Questo crea un contesto in cui le piccole imprese, che sono il motore dell’economia italiana, si trovano a dover competere con svantaggi strutturali significativi.

Le regioni più colpite

Le regioni italiane maggiormente colpite da questo fenomeno sono quelle con una forte presenza manifatturiera. Ecco un elenco delle regioni e dei rispettivi extracosti energetici:

  1. Lombardia: incremento dei costi di 443 milioni di euro
  2. Veneto: 231 milioni
  3. Emilia-Romagna: 208 milioni
  4. Piemonte: 181 milioni
  5. Toscana: 92 milioni

A livello provinciale, Brescia, Milano, Torino, Vicenza e Bergamo sono le aree che hanno subito i maggiori effetti economici a causa del caro-energia, con Brescia che da sola ha registrato un costo aggiuntivo di 80 milioni di euro.

Marco Granelli, presidente di Confartigianato, ha dichiarato: “Il caro-energia frena la competitività. Non chiediamo privilegi, ma regole eque: oggi i piccoli pagano anche per i grandi.” Questa affermazione sottolinea la richiesta di un intervento da parte delle istituzioni per riequilibrare il sistema e garantire che le piccole imprese non siano costrette a sopportare un onere eccessivo rispetto ai loro concorrenti più grandi.

Soluzioni e prospettive future

Una risposta a questa situazione arriva dai Consorzi energia di Confartigianato, come Caem, CEnPI e Multienergia. Nel 2024, questi consorzi hanno gestito oltre 876 milioni di kWh e 70 milioni di metri cubi di gas per 73 mila clienti, generando un risparmio di 81.448 tonnellate di CO₂ grazie all’uso di energia rinnovabile certificata. Questo approccio dimostra come le PMI possano beneficiare di soluzioni energetiche più sostenibili e a basso impatto ambientale, contribuendo non solo alla riduzione dei costi, ma anche alla lotta contro il cambiamento climatico.

Durante la convention “Energies & Transition High School”, sono stati affrontati temi cruciali per la transizione energetica, tra cui scenari geopolitici, fonti rinnovabili e strategie per ridurre il divario competitivo che penalizza l’Italia. La discussione ha messo in evidenza la necessità di un approccio integrato che coinvolga non solo le imprese, ma anche le istituzioni e le politiche pubbliche per garantire un futuro energetico sostenibile e competitivo.

In un momento in cui le PMI italiane devono affrontare sfide crescenti, è fondamentale che venga avviato un dibattito serio su come migliorare le condizioni di accesso all’energia. Le politiche energetiche devono essere ripensate per garantire che le piccole imprese non siano lasciate indietro, ma possano invece prosperare in un mercato sempre più competitivo. La transizione verso un sistema energetico più sostenibile e accessibile è non solo auspicabile, ma necessaria per garantire la crescita e la prosperità dell’intero tessuto economico italiano.

L’analisi di Confartigianato rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni e per il mondo imprenditoriale. La questione delle bollette energetiche è ormai diventata centrale nel dibattito pubblico, e le PMI, che costituiscono il 99% del tessuto imprenditoriale italiano, meritano attenzione e interventi mirati per garantire un futuro più equo e competitivo.