Cinzia Pinna e il mistero del divano: indagini su un omicidio e tracce cancellate

Cinzia Pinna e il mistero del divano: indagini su un omicidio e tracce cancellate

Cinzia Pinna e il mistero del divano: indagini su un omicidio e tracce cancellate

Matteo Rigamonti

Ottobre 1, 2025

Le indagini sulla tragica morte di Cinzia Pinna stanno rivelando sviluppi inquietanti. La procura di Tempio Pausania ha iscritto nel registro degli indagati Rosamaria Elvo, compagna di Emanuele Ragnedda, reo confesso del femminicidio. Accusata di favoreggiamento, Elvo è sospettata di aver partecipato attivamente alla cancellazione delle tracce dell’omicidio, un gesto che solleva interrogativi sulla dinamica del crimine e sulle relazioni tra i soggetti coinvolti.

il ruolo di rosamaria elvo

Secondo le indagini, Rosamaria Elvo avrebbe svolto un ruolo cruciale nel tentativo di ripulire la scena del crimine. Si sospetta che abbia pulito la casa dalla macchia di sangue e che abbia accompagnato Ragnedda all’acquisto di un nuovo divano, sostituendo quello macchiato dopo l’aggressione. Questo particolare mette in luce come, in situazioni di grande tensione, le dinamiche relazionali possano prendere pieghe inaspettate.

dettagli agghiaccianti sull’omicidio

Recenti accertamenti hanno rivelato dettagli inquietanti riguardo all’omicidio. L’autopsia ha già confermato che Ragnedda ha sparato a Pinna a distanza ravvicinata, colpendo il volto e causando una ferita mortale. L’analisi ha evidenziato che il proiettile ha penetrato il cranio tra l’occhio sinistro e il naso, dimostrando la brutalità dell’atto. Dopo il primo colpo, Ragnedda ha scaricato l’intero caricatore sulla vittima, un gesto che suggerisce premeditazione e una rabbia intensa.

le contraddizioni di ragnedda

Il racconto di Ragnedda, che sostiene di aver incontrato Pinna mentre barcollava e urlava, appare contraddittorio e suscita dubbi. La sua versione, secondo la quale la 33enne lo avrebbe aggredito con un coltello, sembra fragile alla luce delle prove raccolte. Nonostante ciò, la sua testimonianza è stata considerata, ma le evidenze fisiche e le testimonianze di chi lo ha visto nei giorni successivi all’omicidio potrebbero rivelarsi decisive.

In particolare, Ragnedda ha tentato di acquistare un nuovo divano, un gesto che, sebbene possa sembrare innocuo, assume un significato sinistro in questo contesto. La presenza di una donna con lui durante l’acquisto e la cena in un ristorante sul litorale di Olbia pochi giorni dopo il delitto alimentano i sospetti di una rete di complicità più ampia. Inoltre, il suo comportamento sui social media, dove invitava donne a casa sua con frasi come «Vieni a godere il mio vino…», fa sorgere interrogativi sulla sua psiche.

evidenze compromettenti e contesto socioculturale

Le indagini hanno portato al ritrovamento di oggetti compromettenti: un cuscino con un foro, tende e un tappeto da bagno intrisi di sangue, rinvenuti in un anfratto vicino a Costa Serena. Questi elementi potrebbero fornire ulteriori prove del tentativo di Ragnedda e dei suoi presunti complici di nascondere i segni della violenza.

La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di Luca Franciosi, un altro indagato, la cui connessione con Ragnedda e Pinna rimane da chiarire. Franciosi potrebbe aver avuto un ruolo attivo o passivo nel supportare Ragnedda dopo l’omicidio, alimentando il clima di sospetto che circonda l’intera vicenda.

Il contesto socioculturale in cui si svolge questo tragico episodio non deve essere trascurato. L’omicidio di Cinzia Pinna è un doloroso promemoria della violenza di genere che affligge molte società contemporanee. Le indagini in corso cercheranno di far luce su questo caso complesso e inquietante, mentre la comunità si stringe attorno alla memoria di una vita spezzata.