Un’analisi approfondita del sistema fiscale italiano è stata presentata oggi alla Camera dei Deputati, frutto della dodicesima edizione dell’Osservatorio sulle entrate fiscali, curata dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali in collaborazione con Cida-Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità. I dati rivelano una realtà complessa e meritano una riflessione attenta sull’equità e l’efficienza del nostro sistema fiscale.
Secondo l’analisi, ben 16.169.510 contribuenti, che rappresentano una fetta consistente della popolazione, versano solo l’1,19% del totale dell’Irpef. Questo dato si riferisce a soggetti che nel 2024 hanno dichiarato almeno 1 euro di Irpef per l’anno 2023. Questi numeri non solo evidenziano una disparità nella contribuzione fiscale, ma pongono anche interrogativi sulla sostenibilità del welfare italiano.
Analisi per fasce di reddito
Analizzando i dati per fasce di reddito, emerge che nella categoria dei redditi fino a 7.500 euro lordi si trovano ben 7.288.399 contribuenti, pari al 17,12% del totale. Questi individui versano, in media, solo 26 euro di Irpef l’anno, il che significa che sono praticamente a carico della collettività. La situazione non migliora significativamente nella fascia successiva, quella tra 7.500 e 15.000 euro: qui troviamo 7.696.479 contribuenti che, al netto delle deduzioni, pagano mediamente 296 euro di Irpef l’anno, un importo notevolmente inferiore rispetto alla spesa sanitaria pro capite, che si attesta sui 2.222 euro.
Queste due fasce, insieme, rappresentano una porzione significativa della popolazione, con circa 22,409 milioni di persone che pagano un’imposta media di soli 100 euro all’anno. Questo è un dato che solleva interrogativi sulla giustizia del sistema fiscale e sulla capacità dello Stato di garantire servizi e assistenza adeguati a una popolazione così ampia che contribuisce poco o nulla.
Situazione fiscale tra i redditi più elevati
Proseguendo nella lettura dei dati, la situazione cambia man mano che si sale nella scala dei redditi. Ecco un riepilogo delle fasce di reddito e delle relative imposte medie:
- 15.000 – 20.000 euro: circa 5 milioni di contribuenti, con un’imposta media annua di 1.817 euro.
- 20.001 – 29.000 euro: 9,7 milioni di contribuenti, che versano mediamente 3.750 euro di Irpef annui.
- 29.001 – 35.000 euro: 4.359.429 contribuenti, che pagano 6.254 euro di imposta media annua, rappresentando il 13,16% dell’Irpef complessiva.
Queste statistiche evidenziano che il 72,59% dei contribuenti italiani versa solamente il 23,13% dell’Irpef totale. Questo squilibrio è stato commentato da Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, il quale ha sottolineato come la situazione fiscale italiana sembri più simile a quella di un Paese in via di sviluppo piuttosto che a quella di uno Stato membro del G7.
Chi paga realmente le tasse in Italia?
Ma chi paga veramente le tasse in Italia? La risposta emerge chiaramente dall’analisi dei redditi più elevati. Si stima che poco più di 7 milioni di contribuenti con redditi superiori ai 35.000 euro si facciano carico della maggior parte del finanziamento del nostro welfare. In particolare, solo l’1,65% dei contribuenti, quelli con redditi sopra i 100.000 euro, versa il 22,43% del totale Irpef. Se si includono anche coloro che guadagnano tra 55.000 e 100.000 euro, si arriva a una cifra che rappresenta il 5,82% del totale dei contribuenti e il 40,31% dell’Irpef.
L’analisi mette in evidenza una progressività poco efficace nell’imposizione fiscale. Considerando ad esempio i redditi, si scopre che un lavoratore con un reddito compreso tra 35.000 e 55.000 euro paga 34 volte l’importo versato da chi guadagna tra 7.500 e 15.000 euro. Inoltre, le disparità aumentano ulteriormente: chi guadagna oltre 300.000 euro paga un’imposta equivalente a quella di 814 lavoratori nella fascia più bassa.
Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, ha messo in luce la gravità della situazione, evidenziando come meno di un terzo dei contribuenti sostenga oltre tre quarti dell’Irpef. Questa sproporzione non può essere ignorata, poiché il sistema fiscale attuale sembra schiacciare il peso della tassazione su una minoranza, lasciando il resto della popolazione a gravare sulle spalle di pochi.
In un contesto in cui la società si evolve e le esigenze di welfare crescono, è fondamentale riflettere su questi dati e sulle implicazioni che hanno per il futuro del nostro sistema fiscale e sociale. Come si può garantire un equilibrio tra equità e sostenibilità? La risposta a questa domanda potrebbe rivelarsi cruciale per il benessere di milioni di italiani.