L’Italia, spesso descritta come un Paese gravato da un fisco insostenibile, presenta una realtà più complessa secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio sulle entrate fiscali, realizzata dal Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali. Durante il convegno “Il difficile finanziamento del welfare italiano”, è emerso che il peso fiscale è concentrato su una ristretta minoranza di contribuenti, piuttosto che essere distribuito equamente tra la popolazione.
Nel 2024, su una popolazione italiana di quasi 59 milioni di abitanti, solo il 56,9% ha presentato una dichiarazione dei redditi. Di questi, 33.540.428 cittadini, ovvero poco più della metà, ha versato almeno un euro di Irpef. Questo implica che quasi un italiano su due non contribuisce affatto a questa imposta. La situazione è simile a una squadra di calcio in cui solo tre giocatori si impegnano in campo mentre gli altri otto rimangono in panchina: in tali circostanze, il risultato finale non può che essere negativo.
la concentrazione del peso fiscale
Stefano Cuzzilla, presidente di Cida (Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità), ha evidenziato che il problema non risiede tanto nell’ammontare delle tasse pagate, quanto piuttosto nell’equità del sistema. Infatti, il 76,87% dell’intera Irpef è versato da appena 11,6 milioni di contribuenti, che si fanno carico del peso fiscale su un numero così ridotto di cittadini. In questo contesto, il ceto medio, composto da coloro che non godono di redditi elevati ma nemmeno di un supporto adeguato, si trova in una posizione sempre più precaria.
il paradosso dei redditi
La relazione di Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, ha rivelato che nel 2023 il totale dei redditi dichiarati ai fini Irpef ha raggiunto 1.028 miliardi di euro, generando un gettito di 207,15 miliardi di euro per l’Erario. Questo rappresenta un incremento del 9,43% rispetto all’anno precedente, suggerendo un possibile miglioramento della situazione economica. Tuttavia, il dato si scontra con il paradosso della riduzione dei dichiaranti con redditi bassi, a favore di quelli con redditi medio-alti. Le dichiarazioni da parte di cittadini con redditi inferiori ai 20.000 euro sono diminuite da 22,356 milioni a 21,241 milioni.
l’urgenza di interventi politici
Nonostante un trend complessivamente positivo in termini di crescita del Pil e occupazione, il 43,15% degli italiani non ha redditi e vive a carico di qualcun altro. Inoltre, oltre un milione di cittadini (1.184.272) ha un reddito nullo o negativo, il che significa che non contribuiscono né alle tasse né ai contributi. Questo scenario solleva interrogativi sulla sostenibilità di un sistema che si basa su una porzione così ridotta della popolazione attiva.
La presentazione dell’Osservatorio ha stimolato un ampio dibattito sulla necessità di interventi da parte della politica. Cuzzilla ha chiesto scelte coraggiose, sottolineando l’urgenza di affrontare il problema dell’evasione fiscale e di garantire una maggiore equità nel sistema. Questo è particolarmente rilevante alla vigilia della legge di bilancio, un momento cruciale in cui le decisioni politiche possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana dei cittadini.
Inoltre, la complessità del sistema fiscale italiano, la mancanza di un’efficace azione di monitoraggio sull’evasione fiscale e l’impatto di questa situazione sui giovani pongono sfide significative per il futuro del Paese. È fondamentale che le istituzioni si impegnino a trovare soluzioni per garantire un sistema fiscale più equo e sostenibile, che favorisca la partecipazione di tutti i cittadini e garantisca un welfare adeguato per le generazioni future. L’analisi dell’Osservatorio non è solo un’istantanea della realtà attuale, ma un appello a riflettere e agire per il bene del Paese.