Un quarto dei contribuenti sostiene tre quarti dell’Irpef: un’analisi sorprendente

Un quarto dei contribuenti sostiene tre quarti dell'Irpef: un'analisi sorprendente

Un quarto dei contribuenti sostiene tre quarti dell'Irpef: un'analisi sorprendente

Giada Liguori

Ottobre 1, 2025

Il sistema fiscale italiano è caratterizzato da disparità significative che emergono chiaramente dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef, realizzato dal Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali con il supporto di Cida. Questi dati rivelano una verità scomoda: un quarto dei contribuenti italiani è responsabile per quasi tre quarti dell’incasso dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Il rapporto evidenzia che, su un totale di 42,6 milioni di dichiaranti, oltre 31 milioni di italiani dichiarano redditi annui inferiori a 29mila euro, generando solo il 23,13% dell’intero gettito Irpef. Questo significa che circa il 72,59% dei contribuenti italiani si trova in una fascia di reddito che contribuisce in modo marginale alle entrate fiscali del Paese. Al contrario, i restanti 11,6 milioni di contribuenti, che rappresentano poco più del 25% del totale, si sobbarcano il peso del 76,87% dell’imposta, evidenziando una forte concentrazione della tassazione nelle mani di una ristretta élite di cittadini.

La questione dei redditi bassi

Il Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, solleva un interrogativo provocatorio: “È davvero credibile che quasi la metà degli italiani viva con circa 10mila euro lordi l’anno?” Questa domanda riflette non solo la difficoltà di comprendere come una significativa porzione della popolazione possa sopravvivere con redditi così bassi, ma anche la necessità di riflessioni più profonde sulla nostra struttura sociale ed economica.

Il contesto attuale è complicato dalla crescente pressione fiscale e dalla percezione di una mancanza di equità nel sistema. Le famiglie con redditi più bassi possono trovarsi in difficoltà, mentre coloro che appartengono al ceto medio si sentono sempre più schiacciati dalle tasse. Questi contribuenti non solo contribuiscono in modo sproporzionato all’Irpef, ma si aspettano anche una qualità di servizi pubblici adeguata in cambio delle loro tasse, servizi che, spesso, non vengono erogati con la necessaria efficienza.

La necessità di maggiore equità fiscale

In questo scenario, le richieste di maggiore equità fiscale e di investimenti significativi in settori cruciali come lavoro e salari diventano sempre più urgenti. L’Osservatorio ha messo in evidenza come il miglioramento della situazione fiscale non possa prescindere dalla lotta all’evasione fiscale, un fenomeno che continua a minare le fondamenta del sistema. Secondo stime recenti, l’evasione fiscale in Italia potrebbe ammontare a circa 100 miliardi di euro all’anno, una cifra che, se recuperata, potrebbe avere un impatto significativo sulle finanze pubbliche, permettendo di reinvestire in sanità, istruzione e assistenza sociale.

Verso un sistema fiscale più giusto

È fondamentale che il governo e le istituzioni competenti si impegnino a mettere in campo politiche fiscali più giuste e trasparenti. Ciò include non solo misure per combattere l’evasione, ma anche una revisione delle aliquote e delle detrazioni fiscali. È essenziale garantire che chi guadagna di più contribuisca in misura adeguata al benessere collettivo. La creazione di un sistema fiscale equo è cruciale per sostenere la crescita economica e assicurare che tutti i cittadini possano beneficiare dei servizi pubblici, indipendentemente dal loro livello di reddito.

Inoltre, la questione della progressività del sistema fiscale è cruciale. Un’imposizione più equa, che tenga conto delle reali capacità contributive dei cittadini, potrebbe non solo alleviare il peso sui ceti medi e bassi, ma anche incentivare la crescita economica e il consumo. Investire in politiche fiscali più eque non è solo una questione di giustizia sociale, ma rappresenta anche un’opportunità per stimolare l’economia italiana.

Infine, è importante considerare le implicazioni a lungo termine di un sistema fiscale che non riesce a garantire equità e giustizia. La crescente disparità economica può portare a tensioni sociali e a una minore coesione fra le diverse classi sociali, con il rischio di alimentare un ciclo di sfiducia nelle istituzioni e nelle politiche pubbliche. Creare un ambiente fiscale più equo e giusto è quindi non solo auspicabile, ma necessario per il futuro del Paese.

In conclusione, i dati presentati dall’Osservatorio sulle dichiarazioni dei redditi offrono uno spaccato significativo delle sfide fiscali che l’Italia deve affrontare. La questione della giustizia fiscale, della lotta all’evasione e della necessità di investimenti mirati in settori cruciali rappresentano temi centrali per il dibattito pubblico e politico. La strada verso una maggiore equità fiscale è lunga e complessa, ma è un obiettivo che non possiamo permetterci di ignorare.