Drogata e costretta a sposarsi: la storia di una ragazza salvata grazie a un messaggio su Instagram

Drogata e costretta a sposarsi: la storia di una ragazza salvata grazie a un messaggio su Instagram

Drogata e costretta a sposarsi: la storia di una ragazza salvata grazie a un messaggio su Instagram

Matteo Rigamonti

Ottobre 2, 2025

La storia di una giovane donna, originaria del Bangladesh e cresciuta a Rimini, ha messo in luce una realtà drammatica e spesso invisibile: i matrimoni forzati e la violenza domestica. Arrivata in Italia all’età di sette anni insieme alla sua famiglia, la ragazza ha vissuto una vita apparentemente normale fino a quando, lo scorso dicembre, è stata vittima di un inganno orribile. I suoi genitori, con la scusa di visitare la nonna malata, l’hanno riportata nel loro Paese d’origine, dove le hanno imposto un matrimonio con un uomo di dieci anni più grande, appartenente a una famiglia benestante.

L’incubo del matrimonio forzato

L’incubo è cominciato subito dopo il matrimonio, celebrato il 17 dicembre 2024. I genitori, decisi a farle rimanere incinta, l’hanno costretta ad assumere farmaci e calmanti. La giovane, spaventata e oppressa, ha subito maltrattamenti e minacce, mentre i suoi genitori le sequestravano documenti e risorse economiche per impedirle di fuggire. In un contesto culturale dove il matrimonio è spesso visto come un obbligo familiare, la sua situazione rappresentava una violazione drammatica dei diritti umani e della libertà individuale.

La ricerca di aiuto

Nonostante le pressioni, la ragazza ha trovato il coraggio di agire. Segretamente ha iniziato a prendere pillole anticoncezionali, sperando di creare una via d’uscita dalla terribile situazione in cui si trovava. Con astuzia e determinazione, ha convinto la madre a tornare in Italia, promettendo che si sarebbe presa cura di lei e che, una volta a casa, le cose sarebbero migliorate. La giovane ha sfruttato i social media, in particolare Instagram, per contattare un consultorio di Rimini e una volontaria di un centro antiviolenza, segnando l’inizio della sua salvezza.

Attraverso questi contatti, è riuscita a mettere in comunicazione le autorità italiane con la sua situazione disperata. Nel mese di aprile, al suo arrivo all’Aeroporto di Bologna, la ragazza è stata immediatamente soccorsa dai Carabinieri, che avevano già ricevuto le indicazioni necessarie per proteggerla. I suoi genitori, che avevano orchestrato questo incubo, sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari, mentre la giovane è stata trasferita in una località segreta per garantirne la sicurezza.

L’importanza della sensibilizzazione

Il caso ha attirato l’attenzione non solo per la gravità dei reati commessi, ma anche per il modo in cui la giovane è riuscita a ottenere aiuto. Il sostituto procuratore Davide Ercolani ha formalizzato le accuse contro i genitori, comprendenti maltrattamenti e induzione al matrimonio, reati gravi che, sebbene siano stati commessi all’estero, hanno portato a un’azione legale in Italia grazie alla cooperazione internazionale. Il reato di costrizione e induzione al matrimonio, introdotto nel nostro ordinamento giuridico nel 2019, prevede pene da uno a cinque anni di reclusione, aggravate in questo caso dai legami familiari.

Il ruolo dei social media si è rivelato cruciale in questa vicenda. Il DM su Instagram ha funzionato come una linea di salvezza in un momento in cui la giovane si sentiva intrappolata e senza via d’uscita. Questo episodio evidenzia quanto sia fondamentale la sensibilizzazione riguardo a questioni di violenza domestica e matrimoni forzati, soprattutto tra le giovani generazioni e le comunità immigrate. Le piattaforme digitali possono rappresentare un mezzo potente per chi cerca aiuto, ma è essenziale che ci sia un supporto adeguato e accessibile per affrontare situazioni di crisi.

In Italia, il tema dei matrimoni forzati e della violenza domestica è sempre più al centro del dibattito pubblico e delle politiche sociali. Organizzazioni non governative e centri antiviolenza lavorano incessantemente per offrire supporto e protezione alle vittime, promuovendo campagne di sensibilizzazione e assistenza legale. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga, e molte donne continuano a vivere in silenzio le loro sofferenze.

La storia di questa giovane donna è solo uno dei tanti racconti di sofferenza e resilienza. La sua determinazione a cercare aiuto e a liberarsi da un destino già scritto offre speranza e rappresenta un esempio di come, anche in situazioni disperate, ci sia sempre una possibilità di fuga e di rinascita. Essa mette in luce la necessità di un dialogo aperto su questi temi, affinché le vittime possano sentirsi supportate e protette, e affinché la società possa unire le forze per combattere contro ogni forma di violenza e oppressione.