Garlasco, l’ex pm Venditi fa ricorso e accusa i colleghi: Fermiamo un’attività dispendiosa per interessi privati

Garlasco, l'ex pm Venditi fa ricorso e accusa i colleghi: Fermiamo un'attività dispendiosa per interessi privati

Garlasco, l'ex pm Venditi fa ricorso e accusa i colleghi: Fermiamo un'attività dispendiosa per interessi privati

Matteo Rigamonti

Ottobre 3, 2025

La vicenda giudiziaria che coinvolge Mario Venditti, ex procuratore di Pavia, continua a destare un forte interesse mediatico e pubblico. Recentemente, il suo legale, l’avvocato Domenico Aiello, ha presentato un ricorso al Tribunale del Riesame di Brescia, contestando il decreto di perquisizione e sequestro eseguito il 26 settembre nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. Questo caso, che ha scosso l’Italia dal 2007, ha visto un susseguirsi di eventi giudiziari complessi e controversi.

Il caso di Chiara Poggi

L’omicidio di Chiara Poggi ha rappresentato uno dei casi più discussi in Italia. La giovane donna fu trovata morta nella sua abitazione a Garlasco, dando inizio a un lungo processo che ha portato a condanne e assoluzioni. Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, è stato condannato a 16 anni di carcere, mentre Andrea Sempio è stato recentemente riindagato grazie a nuove evidenze, tra cui impronte rinvenute sulla scena del crimine. Questi sviluppi hanno riaperto ferite mai completamente rimarginate nella comunità locale.

Le accuse contro Venditti

Le accuse mosse contro Venditti sono di notevole gravità. L’ex magistrato è indagato per corruzione in atti giudiziari, con i pubblici ministeri di Brescia che sostengono che avrebbe ricevuto tra i 20 e i 30mila euro per archiviare il caso di Sempio nel 2017. La difesa, tuttavia, ribatte che tali somme erano destinate a coprire spese legali, ma la procura è ferma nella sua convinzione che si tratti di corruzione.

Nel suo ricorso, Aiello non solo difende il suo assistito, ma critica aspramente la procura di Pavia e i colleghi bresciani. Tra le sue affermazioni, spicca l’accusa di una “distorsione della funzione requirente” e la denuncia di una “dispendiosa attività investigativa” che sembra più orientata a interessi privati che alla verità giudiziaria. Aiello parla di “bias cognitivi” che avrebbero influenzato negativamente l’operato dei magistrati, suggerendo che la procura bresciana non avrebbe tenuto conto delle evidenze già emerse.

Questioni di risorse e giustizia

Un tema cruciale sollevato dal ricorso riguarda l’uso delle risorse pubbliche. Aiello sostiene che non si possono impiegare illimitatamente risorse statali per indagare su una verità già stabilita da un giudicato. Questa affermazione tocca le fondamenta del sistema giudiziario, evidenziando il delicato equilibrio tra la ricerca della verità e il rispetto delle decisioni già prese.

Il caso di Chiara Poggi ha avuto ripercussioni ben oltre le aule di giustizia, coinvolgendo emotivamente la comunità di Garlasco e l’opinione pubblica. Ogni nuovo sviluppo continua a essere scrutinato dai media e dai cittadini, alimentando un dibattito acceso su giustizia e verità.

La figura di Mario Venditti, ora in pensione, è centrale in questo nuovo capitolo della saga giudiziaria. Le accuse di corruzione, se confermate, non solo minerebbero la sua reputazione, ma anche la fiducia nel sistema giudiziario. Il ricorso di Venditti potrebbe avere ripercussioni significative sul suo futuro e sull’intero processo legato all’omicidio di Chiara Poggi. La comunità di Garlasco e gli appassionati di giustizia continueranno a seguire con interesse gli sviluppi di questa intricata vicenda.