Il 2 ottobre 2025 è stato un giorno di grande mobilitazione in tutta Italia, con centinaia di migliaia di persone che si sono riversate nelle piazze delle principali città per esprimere la loro solidarietà alla causa palestinese e chiedere un intervento internazionale sulla situazione a Gaza. Le manifestazioni si sono svolte in diverse città, tra cui Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna e Napoli, e hanno visto la partecipazione di un ampio spettro di attivisti, gruppi politici e cittadini comuni.
Milano e Roma: manifestazioni affollate
A Milano, circa 10.000 persone hanno preso parte al corteo partito da Piazzale Loreto, diretto verso il centro città. Tra striscioni e cori, i manifestanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti delle politiche israeliane, con messaggi forti e chiari contro leader politici come Benjamin Netanyahu e Donald Trump. Alcuni striscioni recitavano frasi potenti come “Se non cambierà bloccheremo la città”, evidenziando la determinazione dei partecipanti a far sentire la loro voce. Tuttavia, il clima è stato reso teso da episodi di intolleranza, con la denuncia da parte di esponenti di Fratelli d’Italia, come il deputato Riccardo De Corato, di minacce di morte rivolte alla premier Giorgia Meloni.
A Roma, la manifestazione ha visto una partecipazione ancora maggiore, con oltre 50.000 persone che hanno sfilato per le strade, organizzati dal “Global movement to Gaza Italia”. Il corteo ha raggiunto Porta San Paolo, dove si sono susseguiti interventi di rappresentanti dei movimenti palestinesi e dei sindacati. Gli slogan “Blocchiamo tutto per la Flotilla” riecheggiavano tra i partecipanti, riflettendo la volontà di mobilitare l’opinione pubblica a favore di una maggiore attenzione sulla situazione a Gaza e di azioni concrete da parte della comunità internazionale.
Incidenti e tensioni nelle altre città
Tuttavia, non tutte le manifestazioni si sono svolte senza incidenti. A Firenze, un gruppo di circa 2.000 manifestanti ha forzato il cordone di polizia, occupando i binari della stazione di Santa Maria Novella. L’atmosfera è diventata estremamente tesa, con il lancio di fumogeni, bottiglie rotte e bombe carta contro le forze dell’ordine. Gli agenti in antisommossa hanno dovuto intervenire per ripristinare l’ordine, e sono stati registrati i primi feriti tra le forze di polizia.
A Torino, la situazione è degenerata ulteriormente quando un gruppo di manifestanti ha assaltato le Officine Grandi Riparazioni (Ogr). Circa 200 manifestanti, molti dei quali con il volto coperto, hanno sfondato i cancelli e devastato l’area, minacciando anche i giornalisti che cercavano di documentare l’accaduto. La violenza ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli eventi programmati, evidenziando l’influenza che le manifestazioni possono avere anche su questioni politiche ed economiche.
La risposta delle autorità e il futuro delle manifestazioni
In altre città come Bologna e Napoli, la tensione è stata palpabile. A Bologna, dopo gli scontri di questa mattina tra collettivi studenteschi e forze dell’ordine, un nuovo corteo ha portato a scontri nei pressi della stazione. Gli agenti hanno risposto a lanci di bottiglie e petardi con lacrimogeni sparati ad altezza uomo, in un clima di crescente violenza che ha portato a feriti da entrambe le parti. A Napoli, le manifestazioni hanno visto un’affluenza massiccia, ma anche qui non sono mancati momenti di tensione con la polizia.
In un contesto così complesso e carico di emozioni, il messaggio che emerge dalle manifestazioni è chiaro: molti cittadini italiani sentono la necessità di far sentire la propria voce in merito alla situazione in Palestina. Le manifestazioni, pur nella loro diversità e a volte nella conflittualità, rappresentano un impegnativo tentativo di richiamare l’attenzione su una crisi umanitaria che dura da decenni.
I video che circolano sui social media mostrano la vastità dei cortei e la determinazione dei partecipanti, ma anche la violenza che è esplosa in alcune occasioni. Le autorità stanno monitorando la situazione con attenzione, consapevoli che il clima di tensione potrebbe ulteriormente intensificarsi nei prossimi giorni, soprattutto in vista di eventi internazionali e della crescente attenzione mediatica sulla questione palestinese.
La giornata di mobilitazione del 2 ottobre ha dimostrato che, in Italia, il tema di Gaza e della Flotilla continua a suscitare forte interesse e passione, un segnale di come la società civile sia pronta a scendere in piazza per far sentire le proprie istanze e per chiedere un cambiamento. La situazione rimane fluida e le prossime ore potrebbero riservare ulteriori sviluppi significativi.