Sciopero del 3 ottobre: il confronto tra Cgil e Garante e le conseguenze legali per chi partecipa

Sciopero del 3 ottobre: il confronto tra Cgil e Garante e le conseguenze legali per chi partecipa

Sciopero del 3 ottobre: il confronto tra Cgil e Garante e le conseguenze legali per chi partecipa

Matteo Rigamonti

Ottobre 3, 2025

Il 3 ottobre si preannuncia una giornata di tensione in Italia, con uno sciopero proclamato dalla Cgil che ha sollevato un acceso dibattito legale e politico. L’Autorità di garanzia sugli scioperi ha contestato la legittimità della protesta, scatenando una reazione forte da parte del sindacato guidato da Maurizio Landini. La decisione di scioperare è stata presa da Landini nella tarda serata di mercoledì 1 ottobre, in risposta all’operazione dell’esercito israeliano contro le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, un’iniziativa di solidarietà per la popolazione palestinese.

La legge sullo sciopero e le sue implicazioni

Il fulcro della controversia è la legge 146 del 1990, che regola le modalità di sciopero nei servizi pubblici essenziali. Questa legge è stata introdotta per garantire che i diritti fondamentali dei cittadini non vengano compromessi durante le azioni di sciopero, stabilendo due condizioni imprescindibili:

  1. Necessità di erogare servizi minimi.
  2. Preavviso di almeno dieci giorni prima della data della protesta.

Questi requisiti sono stati concepiti per tutelare i cittadini da disagi e assicurare che i servizi vitali come la sanità, l’istruzione e la giustizia continuino a funzionare anche in caso di sciopero.

La posizione della Cgil e del Garante

Tuttavia, la Cgil ha trovato un punto di riferimento legale nel comma 7 dell’articolo 2 della stessa legge, che prevede l’esenzione dal preavviso in casi di “astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale” o per “gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”. Secondo Landini, la protesta del 3 ottobre rientra in queste eccezioni, poiché è volta a difendere i diritti umani e a protestare contro una situazione di emergenza internazionale.

Dall’altra parte, il Garante degli scioperi ha espresso un parere contrario, dichiarando l’illecità dello sciopero programmato. In una nota ufficiale, la Commissione ha sottolineato che il richiamo della Cgil all’articolo 2, comma 7, non è stato ritenuto pertinente nella valutazione della legittimità della protesta. Secondo il Garante, il mancato rispetto del preavviso di dieci giorni costituisce una violazione grave e, pertanto, la Cgil si espone a sanzioni.

Conseguenze e contestazioni legali

La tensione si intensifica con le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale ha esortato i sindacati a seguire le indicazioni della Commissione per evitare ulteriori complicazioni. Nonostante ciò, la Cgil ha deciso di andare avanti con il piano di sciopero, sostenendo che i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza non siano stati rispettati, in particolare in relazione agli italiani arrestati in acque internazionali.

Maurizio Landini ha annunciato che il sindacato presenterà un ricorso al giudice del lavoro contro la decisione del Garante. Questo processo legale potrebbe richiedere diversi giorni, ma la Cgil è determinata a contestare le motivazioni avanzate dalla Commissione. La posizione del sindacato è chiara: il rispetto dei diritti civili deve prevalere, e la protesta è considerata una necessità in risposta a eventi che minacciano la dignità e la sicurezza dei lavoratori.

In merito alle possibili sanzioni, è importante sottolineare che, sebbene il Garante possa avviare un procedimento di valutazione nei confronti delle organizzazioni sindacali, le sanzioni non ricadrebbero direttamente sui singoli lavoratori che partecipano allo sciopero. Questo aspetto potrebbe influenzare la partecipazione e l’atteggiamento dei lavoratori verso la protesta, poiché molti potrebbero sentirsi motivati a unirsi all’azione, sapendo che non subiranno ripercussioni personali immediate.

La situazione è ulteriormente complicata dalla crescente polarizzazione politica e dalle tensioni sociali in corso in Italia e nel mondo. La protesta del 3 ottobre non è solo un atto di disobbedienza civile, ma si colloca all’interno di un contesto più ampio di mobilitazione per i diritti umani, specialmente in un periodo in cui le questioni geopolitiche influenzano direttamente la vita quotidiana dei cittadini.

In questo clima di incertezze e conflitti, la Cgil si propone di dare voce a chi si sente trascurato e oppresso, utilizzando la protesta come uno strumento fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione su questioni cruciali. Mentre il 3 ottobre si avvicina, la tensione tra il Garante degli scioperi e la Cgil rimane alta, ed è probabile che questo scontro legale e ideologico continui a essere al centro del dibattito pubblico nei giorni a venire.