Corteo nazionale per la Palestina a Roma: tutto quello che devi sapere su percorso e strade chiuse

Corteo nazionale per la Palestina a Roma: tutto quello che devi sapere su percorso e strade chiuse

Corteo nazionale per la Palestina a Roma: tutto quello che devi sapere su percorso e strade chiuse

Matteo Rigamonti

Ottobre 4, 2025

Sabato 4 ottobre, Roma si prepara a vivere una giornata di forte impegno sociale e politico con il corteo nazionale per la Palestina, un evento di grande rilevanza organizzato da una rete di associazioni ProPal, sindacati e collettivi studenteschi. Questo corteo segue lo sciopero generale per Gaza e la Global Sumud Flotilla, che hanno avuto luogo nei giorni precedenti, segnando un periodo di intensi dibattiti e mobilitazioni in Italia e nel mondo.

L’appuntamento è fissato per le 14.30 a piazzale Ostiense, dove si prevede una partecipazione massiccia, con stime che parlano di almeno 20.000 persone. Tuttavia, vista la crescente attenzione e il supporto ricevuto, questo numero potrebbe aumentare significativamente nelle ore che precedono l’inizio della manifestazione. Le autorità, tra cui la questura e la prefettura di Roma, hanno già predisposto un piano di sicurezza dettagliato per prevenire disordini e garantire il regolare svolgimento dell’iniziativa, segnalando l’importanza di un’adeguata gestione degli afflussi e delle dinamiche della protesta.

Il percorso del corteo

Il corteo seguirà un percorso che toccherà alcuni dei punti più iconici e storici della città, partendo da piazzale Ostiense e proseguendo lungo viale della Piramide Cestia. Il tragitto prevede le seguenti tappe:

  1. Piazza Albania
  2. Viale Aventino
  3. Piazza di Porta Capena
  4. Via di San Gregorio
  5. Via Celio Vibenna
  6. Piazza del Colosseo
  7. Via Labicana
  8. Via Merulana
  9. Piazza San Giovanni in Laterano

Questa scelta di percorso non è casuale: i punti toccati dal corteo rappresentano simboli di storia e cultura, ma anche di lotta e resistenza, rendendo l’evento ancora più significativo.

Le restrizioni al traffico

Per garantire la sicurezza e il corretto svolgimento della manifestazione, le strade interessate dal corteo rimarranno chiuse al traffico almeno fino alle 19.00. Le restrizioni alla viabilità inizieranno già dalla notte tra venerdì e sabato, con divieti di sosta e rimozioni forzate nelle aree circostanti. Oltre a piazzale Ostiense, le strade che subiranno limitazioni includeranno:

  • Viale della Piramide Cestia
  • Via del Campo Boario
  • Piazza di Porta San Giovanni
  • Via Amba Aradam
  • Via dei Laterani
  • Area di parcheggio antistante la Scala Santa

Queste misure potrebbero avere un impatto significativo sul traffico cittadino e sul funzionamento dei trasporti pubblici.

Impatti sui trasporti pubblici

A causa delle limitazioni imposte, circa trenta linee di autobus subiranno deviazioni o limitazioni. Tra queste, le linee più colpite includeranno:

  1. C3
  2. 3
  3. 16
  4. 23
  5. 30
  6. 51
  7. 75
  8. 77
  9. 81
  10. 83
  11. 85
  12. 87
  13. 96
  14. 117
  15. 118
  16. 160
  17. 280
  18. 360
  19. 590
  20. 628
  21. 714
  22. 715
  23. 716
  24. 719
  25. 769
  26. 775
  27. 780
  28. 792
  29. MC
  30. MC3

I cittadini sono quindi invitati a pianificare i propri spostamenti con attenzione, considerato l’impatto che l’evento avrà sulla mobilità.

In un clima già teso, le manifestazioni di sabato potrebbero essere accompagnate da altre iniziative spontanee. Dopo i sit-in che hanno bloccato strade e stazioni nei giorni scorsi e la partecipazione massiccia allo sciopero generale del 3 ottobre, le autorità non escludono la possibilità che si verifichino ulteriori mobilitazioni prima dell’inizio del corteo ufficiale.

Roma, in questo contesto, diventa così il palcoscenico di una mobilitazione che va oltre i confini nazionali, richiamando l’attenzione su temi di rilevanza globale come la giustizia sociale, i diritti umani e la solidarietà internazionale. La manifestazione di sabato 4 ottobre non rappresenta solamente un momento di protesta, ma anche un’occasione di riflessione e dialogo su questioni che coinvolgono non solo la Palestina, ma il mondo intero. La speranza è che, attraverso una partecipazione pacifica e determinata, si possano innescare processi di cambiamento e consapevolezza collettiva.