La tragica storia di Oronzo Epifani ha scosso profondamente la comunità di Ostuni, in provincia di Brindisi. Questo uomo di 63 anni, stimato tecnico nel settore delle analisi sui materiali da costruzione, ha perso la vita a causa di un violento nubifragio il 2 ottobre. Prima di essere travolto dall’ondata di fango, ha fatto l’ultima telefonata alla moglie, Marisa Menga, esprimendo il suo amore e la sua preoccupazione: «Fermati, mettiti in salvo. L’acqua mi sta trascinando via». Queste parole, cariche di angoscia, raccontano di un momento disperato e di un amore che trascende la tragedia.
la drammatica telefonata
Oronzo e Marisa stavano tornando a casa, ma viaggiavano in due auto separate, una decisione che si è rivelata fatale. Mentre Marisa, alla guida della sua Fiat Punto, assisteva impotente alla situazione che si stava aggravando, ha ricevuto la telefonata del marito. Subito dopo, ha contattato i soccorsi, consapevole della gravità della situazione. L’acqua, che in pochi minuti si era trasformata in un torrente in piena, ha colto di sorpresa molti residenti, causando allagamenti diffusi e trasformando le strade in veri e propri fiumi di fango.
- Oronzo era a bordo di una Mercedes, che è stata trascinata in un canale di deflusso.
- Le acque impetuose hanno portato il veicolo attraverso rovi e arbusti, fino a sfociare nel mare.
- Il corpo di Epifani è stato ritrovato solo il giorno successivo, a circa un chilometro dal veicolo.
la risposta della comunità
La notizia della tragedia ha suscitato un profondo cordoglio nella comunità ostunese. Il sindaco Angelo Pomes, presente sul luogo dell’incidente, ha espresso le sue condoglianze e ha proclamato lutto cittadino in occasione dei funerali di Oronzo. «In segno di cordoglio, abbiamo deciso di proclamare il lutto cittadino. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno lavorato incessantemente alle ricerche dimostrando coraggio e altruismo», ha affermato il sindaco, evidenziando l’unità e la solidarietà della comunità in un momento così difficile.
le conseguenze del nubifragio
Il nubifragio che ha colpito Ostuni non è stato un evento isolato. Le forti piogge hanno interessato gran parte della regione, portando a una nuova allerta gialla emessa dalla protezione civile. Le autorità hanno esortato la popolazione a prestare massima attenzione, specialmente nelle aree costiere e lungo i corsi d’acqua, dove il rischio di allagamenti e frane è elevato. Le immagini dei danni provocati raccontano di strade trasformate in fiumi, automobili sommerse e abitazioni allagate.
La comunità ha risposto all’emergenza con grande impegno. Vigili del fuoco, protezione civile e guardia costiera hanno lavorato senza sosta per garantire la sicurezza dei cittadini e limitare i danni. Tuttavia, la perdita di Oronzo Epifani ha gettato un’ombra su questi sforzi. Lascia tre figli e una moglie che, oltre al dolore per la perdita, deve affrontare le conseguenze di una tragedia che ha colpito la loro vita quotidiana.
Le indagini per ricostruire la dinamica dell’incidente sono attualmente in corso e affidate alla polizia. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere come un evento meteorologico così intenso possa aver provocato una tragedia di tale portata. Non è solo la questione dell’incidente in sé a essere sotto esame, ma anche la gestione delle emergenze in situazioni di maltempo estremo, un tema sempre più rilevante per le comunità vulnerabili.
La storia di Oronzo Epifani rappresenta un triste promemoria della potenza della natura e di come possa cambiare le vite in un istante. La sua ultima telefonata alla moglie rimarrà impressa nei cuori di chi lo ha conosciuto, un atto d’amore e protezione che, purtroppo, non è stato sufficiente a salvarlo. La comunità di Ostuni si unisce nel cordoglio, pronta a onorare la memoria di un uomo che ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro, un uomo che, in un momento di estrema difficoltà, ha pensato prima a proteggere i suoi cari.