Milano in fermento: tensioni e idranti in piazza Duomo per lo sciopero a sostegno di Gaza

Milano in fermento: tensioni e idranti in piazza Duomo per lo sciopero a sostegno di Gaza

Milano in fermento: tensioni e idranti in piazza Duomo per lo sciopero a sostegno di Gaza

Matteo Rigamonti

Ottobre 4, 2025

Venerdì 3 ottobre, l’Italia ha vissuto una mobilitazione imponente a sostegno della popolazione di Gaza e per la libertà degli attivisti della Global Sumud Flotilla, bloccata dalla Marina israeliana in acque internazionali. Questa giornata di sciopero generale, proclamata dalla Cgil e da altre sigle sindacali, ha visto una partecipazione massiccia, con manifestazioni che hanno coinvolto oltre 100 città italiane, segnando una delle più significative mobilitazioni degli ultimi anni.

Milano e Torino: tensioni e scontri

A Milano, gli eventi hanno preso una piega drammatica: la polizia ha utilizzato idranti per disperdere i manifestanti in Piazza Duomo, portando a 12 arresti. I partecipanti, molti dei quali indossavano simboli e bandiere palestinesi, hanno risposto con cori di protesta, esprimendo il loro disappunto nei confronti delle forze dell’ordine. La tensione è aumentata quando i manifestanti hanno tentato di avanzare verso Corso Venezia, dove si è registrato un forte schieramento di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. La situazione ha portato a momenti di violenza, con sassi lanciati dai manifestanti e lacrimogeni utilizzati dalla polizia per disperderli.

Anche a Torino si sono verificati momenti di alta tensione. Qui, il corteo ha cercato di avvicinarsi alla stazione di Porta Susa, con la polizia che ha impedito l’accesso ai manifestanti. I tafferugli hanno incluso il lancio di bottiglie e altri oggetti contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni per disperdere la folla. Una parte del corteo ha continuato a stazionare in Piazza XVIII Dicembre, mantenendo una certa distanza dagli agenti in tenuta antisommossa.

La mobilitazione in altre città

In altre città italiane, la mobilitazione ha visto la partecipazione di migliaia di persone. La Cgil ha dichiarato che oltre 2 milioni di manifestanti hanno preso parte alle proteste. Ecco alcuni eventi significativi:

  1. A Bologna, un’occupazione dell’autostrada A14 ha causato la chiusura dei tratti stradali per diverse ore.
  2. A Genova, si sono registrati oltre 50.000 partecipanti senza significativi problemi di ordine pubblico.
  3. A Pisa, i manifestanti hanno forzato i blocchi delle forze dell’ordine, invadendo la pista dell’aeroporto “Galileo Galilei” e causando la sospensione delle operazioni.
  4. A Napoli, oltre 10.000 manifestanti hanno bloccato il porto, impedendo l’accesso ai veicoli e creando ingorghi significativi.

Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha commentato l’afflusso di giovani alle manifestazioni, sottolineando che questo movimento rappresenta una richiesta di pace e giustizia sociale. “Le piazze saranno strapiene. Questa reazione umanitaria di fraternità e solidarietà è una cosa di cui bisognerebbe andare fieri”, ha affermato Landini, alludendo alla gravità della situazione in Gaza.

Reazioni governative e impatto sul traffico

Il governo ha reagito con durezza, con il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha riferito di una partecipazione relativamente bassa tra i dipendenti pubblici, stimata attorno al 7%. Anche il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha dichiarato lo sciopero illegittimo, sostenendo che i manifestanti rischiano sanzioni per il loro comportamento.

Diverse città hanno fatto registrare un forte impatto sul traffico e sui trasporti pubblici. A Milano, due linee della metropolitana sono state chiuse e le linee di tram e bus hanno subito deviazioni. A Roma, i ritardi nei treni hanno raggiunto punte di 80 minuti, mentre in altre città come Bologna e Firenze, i manifestanti hanno occupato strade e binari ferroviari, causando disagi notevoli.

Le dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, hanno ulteriormente acceso il dibattito attorno alle manifestazioni. Peled ha affermato che molti manifestanti non comprendono appieno le ragioni della loro protesta, descrivendo la situazione come un’opportunità per gruppi anti-establishment di esprimere il proprio dissenso.

Le reazioni politiche non sono mancate. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha accusato il governo di provocare tensioni sociali e ha esortato i manifestanti a continuare le loro azioni in modo pacifico. Al contempo, la segretaria del PD, Elly Schlein, ha difeso il diritto di sciopero e ha espresso solidarietà ai lavoratori coinvolti nelle manifestazioni.

In un contesto così polarizzato, il dibattito su Gaza, la questione palestinese e il diritto di manifestare continua a far emergere divisioni profondamente radicate nel tessuto sociale italiano. La mobilitazione di oggi, con la sua portata e le sue implicazioni, rappresenta non solo una risposta alla crisi in Medio Oriente, ma anche un riflesso delle tensioni interne al paese, dove la lotta per i diritti umani e sociali si intreccia con questioni politiche e ideologiche di grande rilevanza.