Rivoluzione economica: come salvare il pianeta dalla povertà crescente

Rivoluzione economica: come salvare il pianeta dalla povertà crescente

Rivoluzione economica: come salvare il pianeta dalla povertà crescente

Giada Liguori

Ottobre 5, 2025

Negli ultimi decenni, il Prodotto Interno Lordo (Pil) è stato considerato il principale indicatore della salute economica di un Paese. Tuttavia, una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature da Andrew Fanning e Kate Raworth suggerisce che questa visione è ormai obsoleta. Lo studio, che analizza 35 indicatori dal 2000 al 2022, mette in luce la necessità di un cambiamento radicale nei parametri utilizzati per misurare il progresso economico e sociale, se vogliamo affrontare le profonde disuguaglianze che minacciano il nostro pianeta.

Nonostante l’economia globale sia più che raddoppiata nel periodo analizzato, il 42% della popolazione mondiale vive ancora in condizioni di privazione, senza accesso ai beni essenziali. Questo dato è allarmante e sottolinea che la crescita economica non si traduce necessariamente in un miglioramento delle condizioni di vita per tutti. Inoltre, il 20% dei Paesi più ricchi, che ospita solo il 15% della popolazione mondiale, è responsabile di oltre il 40% dei danni ambientali. Questi numeri evidenziano come il benessere di pochi sia spesso costruito a spese della salute del nostro pianeta e della vita di miliardi di persone.

la necessità di un cambiamento

Fanning e Raworth evidenziano che per ridurre il divario sociale, è necessario accelerare le azioni attuali almeno cinque volte rispetto al ritmo attuale per raggiungere gli obiettivi globali entro il 2030. Questo è un compito ambizioso che richiede una forte volontà politica e un impegno collettivo. Allo stesso modo, per risanare la situazione ambientale, sarà necessario raddoppiare la velocità delle azioni intraprese. Tuttavia, la vera sfida non è solo quella di aumentare la quantità di azioni, ma di riorientare completamente il modo in cui concepiamo l’economia.

La ricerca mette in evidenza che l’ossessione per una crescita economica infinita, misurata attraverso il Pil, sta spingendo il mondo verso una crisi. Raworth sottolinea che è tempo di concentrarsi su economie che siano rigenerative e distributive per definizione. Questo implica un cambiamento di paradigma: non possiamo più considerare la crescita economica come un obiettivo fine a se stesso, ma dobbiamo piuttosto promuovere un modello economico che soddisfi i bisogni sociali nel rispetto dei limiti ecologici del pianeta.

il concetto di doughnut economics

Il concetto di “Doughnut Economics”, sviluppato da Raworth, rappresenta una visione innovativa per il futuro. Immagina un anello (doughnut) in cui il cerchio interno rappresenta i bisogni fondamentali delle persone, come cibo, acqua, alloggio e istruzione, mentre il cerchio esterno rappresenta i limiti ecologici del pianeta, come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. La vera prosperità si colloca quindi all’interno di questo anello, dove le esigenze sociali sono soddisfatte senza superare i limiti ambientali.

Adottare questo nuovo paradigma richiederà un ripensamento radicale delle politiche economiche e sociali. Ciò significa:

  1. Investire in energie rinnovabili.
  2. Promuovere l’economia circolare.
  3. Garantire l’accesso all’istruzione e alla sanità per tutti.
  4. Ridurre le disuguaglianze.
  5. Incoraggiare un consumo responsabile e sostenibile.

Inoltre, è fondamentale che le aziende superino il modello di business tradizionale, basato esclusivamente sul profitto, e adottino pratiche più sostenibili e socialmente responsabili. Questo include l’adozione di misure per ridurre le emissioni di carbonio e garantire condizioni di lavoro dignitose.

l’importanza dell’educazione economica

Un altro aspetto cruciale è l’importanza di un’educazione economica più profonda e critica. Le nuove generazioni devono essere informate e formate su questi temi, affinché possano diventare cittadini consapevoli e impegnati. Le università e le scuole hanno un ruolo fondamentale in questo processo, poiché possono educare i leader del futuro a pensare in modo critico e a sviluppare soluzioni innovative per le sfide globali.

In conclusione, i dati riportati dalla ricerca di Fanning e Raworth ci invitano a riflettere su come misuriamo il progresso e il benessere. Il Pil non può più essere considerato l’unico indicatore del successo economico. È tempo di costruire un’economia che non solo faccia crescere i numeri, ma che migliori realmente la vita delle persone e preservi il nostro pianeta per le generazioni future. La transizione verso un modello economico più giusto e sostenibile è una sfida complessa, ma necessaria per garantire un futuro prospero e inclusivo per tutti.