Ore di intensa paura hanno segnato la recente missione di 110 pacifisti italiani, parte della decima missione del Movimento europeo di azione non violenta (Mean). Nella notte tra sabato e domenica, mentre viaggiavano su un treno diretto a Leopoli, hanno assistito a un attacco russo che ha illuminato i cieli ucraini con esplosioni e incendi. Marco Bentivogli, ex segretario dei metalmeccanici della Cisl e attuale Coordinatore di Base Italia, ha descritto la situazione all’ANSA: “Attorno al treno c’erano pesanti e continue esplosioni, il cielo era illuminato a giorno, e c’era fumo e tanti colpi della contraerea”.
Questa missione, composta da attivisti provenienti da 35 diverse associazioni, rappresenta un gesto di solidarietà e resistenza nei confronti del conflitto in corso. Nonostante la paura vissuta, tutti i membri del gruppo sono stati dichiarati in buone condizioni. Subito dopo gli attacchi, l’Ambasciata d’Italia a Kiev ha contattato il gruppo per garantire il loro rientro in sicurezza. Dopo aver superato il confine polacco, i pacifisti hanno potuto far ritorno in Italia, ma l’esperienza vissuta rimarrà impressa nella loro memoria.
La testimonianza di chi vive il conflitto
Angelo Moretti, presidente e animatore del Project Mean, ha condiviso le emozioni del gruppo, sottolineando che “abbiamo provato quello che si prova in Ucraina tutti i giorni, ovvero vivere sempre con il terrore addosso, di dovere fuggire, di vedere esplodere la tua casa”. Le parole di Moretti riflettono la realtà di milioni di ucraini che, da febbraio 2022, vivono quotidianamente sotto la minaccia di bombardamenti e attacchi.
Il viaggio del treno era iniziato a Kiev, capitale ucraina, e gli attacchi aerei sono iniziati nell’oblast di Zhytomyr, per poi estendersi a Rivne e infine a Leopoli, una delle città più colpite negli ultimi raid. Quando il treno si è fermato a Leopoli, il gruppo è rimasto a bordo per due ore, mentre i militari e il personale ferroviario hanno ritenuto più sicuro ripartire rapidamente verso il confine.
La situazione a Leopoli
La situazione a Leopoli, città storica e culturale dell’Ucraina occidentale, è stata particolarmente critica negli ultimi mesi. Nonostante la sua posizione relativamente più sicura rispetto ad altre aree del paese, la città è stata colpita da attacchi mirati, con l’obiettivo di distruggere infrastrutture e seminare paura tra la popolazione. Le esplosioni avvenute durante il passaggio del treno dei pacifisti sono solo un esempio della violenza che ha caratterizzato il conflitto, portando a una crisi umanitaria di proporzioni enormi.
L’impatto globale del conflitto
Il conflitto in Ucraina ha avuto ripercussioni ben oltre i confini nazionali. Ha scatenato un’ondata di solidarietà in tutto il mondo, con molte organizzazioni che si sono mobilitate per supportare i rifugiati e fornire aiuti umanitari. La missione dei pacifisti italiani è parte di questo movimento globale per la pace, che cerca di portare attenzione e sostegno a chi soffre a causa della guerra.
Oltre a offrire supporto diretto, le missioni come quella del Mean mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica europea sulla situazione in Ucraina. Nonostante i pericoli, gli attivisti sono tornati a casa portando con sé storie di coraggio e resilienza. Le loro testimonianze sono fondamentali per mantenere viva l’attenzione su un conflitto che, troppo spesso, rischia di essere dimenticato dalla comunità internazionale.
L’Italia, come molti altri Paesi, ha visto un aumento dell’interesse verso le questioni di pace e giustizia in Ucraina. Le manifestazioni di solidarietà, i concerti di beneficenza e le raccolte fondi sono solo alcuni dei modi attraverso cui la popolazione sta cercando di contribuire a un cambio di rotta nella situazione attuale. Tuttavia, ciò che emerge con forza è la necessità di un impegno continuo e di una strategia a lungo termine per affrontare le cause profonde del conflitto.
Le esperienze vissute dai pacifisti italiani non sono isolate, ma rappresentano un microcosmo della lotta per la pace che si sta svolgendo in Ucraina e oltre. Ogni esplosione, ogni attacco, non è solo un evento isolato, ma parte di un quadro più ampio di sofferenza e speranza. La testimonianza di chi ha vissuto sulla propria pelle il conflitto è fondamentale non solo per mantenere viva la memoria, ma anche per costruire un futuro di pace e giustizia.
La bellezza e la resilienza del popolo ucraino, che continua a resistere nonostante le avversità, è un messaggio potentissimo che deve raggiungere il cuore di tutti noi. I pacifisti italiani, pur vivendo momenti di paura, hanno confermato l’importanza della solidarietà e della presenza umana in tempi di crisi, ricordandoci che, anche in mezzo alle esplosioni, è possibile trovare la forza per continuare a sperare e agire per un mondo migliore.