Dazi e rincari: l’allerta per i consumatori italiani sulla pasta

Dazi e rincari: l'allerta per i consumatori italiani sulla pasta

Dazi e rincari: l'allerta per i consumatori italiani sulla pasta

Giada Liguori

Ottobre 6, 2025

L’industria della pasta italiana, simbolo della nostra cultura gastronomica e alimento fondamentale nella dieta degli italiani, sta vivendo un periodo di incertezze e preoccupazioni. Recenti report di Assoutenti segnalano che l’introduzione di dazi al 107% sulle esportazioni di pasta verso gli Stati Uniti potrebbe avere ripercussioni dirette sui prezzi che i consumatori italiani devono affrontare. Questa situazione ha già destato allarme tra i cittadini e gli esperti del settore, preoccupati per un ulteriore aumento dei costi di un alimento essenziale.

Aumento dei prezzi della pasta in Italia

Secondo i dati di Assoutenti, il prezzo medio della pasta in Italia ha subito un incremento significativo, con un aumento del 24,2% dal 2021. Attualmente, il costo medio per un chilo di pasta è di 1,84 euro, ma questo valore varia notevolmente a seconda delle città:

  1. Pescara: 2,15 euro
  2. Ancona: 2,08 euro
  3. Cagliari: 2,05 euro
  4. Firenze: 2,03 euro
  5. Roma: 1,97 euro
  6. Milano: 1,79 euro
  7. Palermo: 1,33 euro

Queste differenze di prezzo evidenziano le disparità economiche tra le diverse aree del Paese, influenzate da fattori come il costo della vita e la disponibilità di prodotti.

Impatto dei dazi sul mercato interno

Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto che i nuovi dazi potrebbero avere sul mercato interno. Ha avvertito che “una eventuale imposizione di dazi al 107% sulla pasta italiana rischia di determinare nuovi rincari anche sul nostro territorio”. Le esportazioni verso gli Stati Uniti potrebbero crollare, portando a perdite per i produttori, che potrebbero essere costretti ad aumentare i prezzi al dettaglio per recuperare i minori guadagni.

Il contesto attuale è complesso. La guerra in Ucraina ha avuto ripercussioni a catena su numerosi settori, inclusa l’industria alimentare. La crisi delle materie prime e l’aumento dei costi energetici hanno contribuito a far lievitare i prezzi dei prodotti alimentari, creando una pressione insostenibile sui produttori.

La necessità di interventi governativi

In questo clima di incertezze, è fondamentale che i consumatori siano informati e consapevoli delle dinamiche di mercato. Le famiglie italiane, già sotto pressione a causa dell’inflazione e delle spese quotidiane, potrebbero trovarsi costrette a rivedere le proprie abitudini alimentari. È cruciale che il governo e le istituzioni competenti intervengano per tutelare sia i produttori che i consumatori. Politiche di sostegno per il settore agricolo e alimentare potrebbero mitigare gli effetti negativi di queste misure, garantendo la stabilità del mercato interno e proteggendo il potere d’acquisto delle famiglie.

Nonostante le avversità, la pasta rimane un alimento fondamentale per la dieta degli italiani e un simbolo della nostra tradizione culinaria. È essenziale che tutti gli attori coinvolti, dai produttori ai consumatori, collaborino per affrontare questa crisi e garantire che la pasta italiana continui a essere accessibile e di alta qualità. Con l’evolversi della situazione, sarà cruciale monitorare gli sviluppi futuri e le possibili reazioni del mercato per preservare un patrimonio alimentare di inestimabile valore.