Lagarde avverte: l’Ue resiste, ma servono le riforme di Draghi

Lagarde avverte: l'Ue resiste, ma servono le riforme di Draghi

Lagarde avverte: l'Ue resiste, ma servono le riforme di Draghi

Giada Liguori

Ottobre 7, 2025

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha recentemente condiviso le sue riflessioni sul futuro economico dell’Unione Europea durante un’audizione alla Commissione Economica del Parlamento Europeo. Le sue dichiarazioni hanno messo in luce le sfide che l’Europa deve affrontare, come le politiche commerciali aggressive, un export debole e la crescente concorrenza globale. Questi fattori, ha avvertito, continueranno a influenzare negativamente la crescita economica del continente.

Lagarde ha esortato a mantenere uno sguardo lungimirante, evidenziando che nel 2026 l’impatto delle tariffe commerciali imposte dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dovrebbe attenuarsi. Tuttavia, ha lanciato un chiaro monito: a un anno dalla presentazione del rapporto di Mario Draghi sulla competitività dell’Unione Europea, molte delle riforme proposte rimangono inattuate. “È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti”, ha esortato, sottolineando l’importanza di trasformare le analisi in azioni concrete, focalizzandosi su investimenti e produttività.

L’importanza del meccanismo europeo di stabilità

Un altro punto cruciale nel discorso di Lagarde è stato il Meccanismo europeo di stabilità (MES). Ha sottolineato che il MES è ancora in attesa di ratifica da parte dell’Italia, un passo fondamentale per offrire supporto ai paesi e alle istituzioni finanziarie in difficoltà. “La mia più grande speranza – ha dichiarato – è che venga ratificato da tutti i Paesi membri. Ce n’è ancora uno che non lo ha fatto, impedendo al MES di svolgere la sua missione”. Questo appello evidenzia la necessità di una maggiore coesione tra gli stati membri e l’urgenza di affrontare le criticità economiche con strumenti adeguati.

Previsioni sulla crescita economica

Durante il suo intervento, Lagarde ha fornito previsioni sulla crescita economica dell’Europa, confermando che Francoforte prevede:

  1. 1,2% nel 2025
  2. 1% nel 2026
  3. 1,3% nel 2027

Questi dati, sebbene modesti, offrono un barlume di speranza in un contesto globale incerto. Sul fronte dell’inflazione, ha riportato che i tassi si stabilizzano intorno al 2%, un livello considerato in linea con l’obiettivo della BCE, segnalando che il percorso di disinflazione può dirsi concluso.

Lagarde ha chiarito che le future decisioni sui tassi di interesse rimarranno ancorate all’analisi dei dati economici, senza seguire itinerari predefiniti. Ogni decisione sarà presa “riunione dopo riunione”, continuando a seguire la linea prudente già adottata dalla BCE. L’invito alla responsabilità e all’azione è stato ribadito più volte, con Lagarde che ha sottolineato l’importanza per l’Europa di agire in modo autonomo.

Investimenti e disciplina di bilancio

Un tema delicato toccato da Lagarde è quello del “paradosso” tra spesa militare e disciplina di bilancio. Ha invitato a considerare questo aspetto come una questione di focus negli investimenti, sottolineando che, pur essendo imprescindibile rispettare gli impegni presi in sede NATO, è altrettanto fondamentale mantenere la disciplina di bilancio. Questo richiamo è particolarmente rilevante per paesi come l’Italia, che devono rispettare gli obiettivi sul deficit concordati con Bruxelles.

Inoltre, Lagarde ha richiamato l’attenzione sulla gestione degli asset russi congelati, un tema di grande attualità nel contesto delle sanzioni imposte a Mosca. Ha esortato a muoversi nel rispetto del diritto internazionale, mantenendo un occhio costante sulla stabilità finanziaria. Questo richiamo si inserisce in un contesto geopolitico complesso, ma non privo di opportunità. Lagarde ha osservato che, con politiche adeguate, comprese quelle relative all’euro digitale, l’Europa può rafforzare il peso globale della propria moneta, tornando a essere un attore di primo piano sulla scena internazionale.

Il messaggio di Lagarde si fa quindi portavoce di una visione pragmatica e ambiziosa per il futuro dell’Unione Europea, in cui il superamento delle sfide attuali e l’implementazione delle riforme necessarie sono essenziali per garantire la resilienza e la competitività del continente. Le sue parole risuonano come un invito a non riporre fiducia nel solo potere delle istituzioni monetarie, ma a riconoscere l’importanza di un’azione collettiva e coordinata tra i paesi membri per affrontare le complessità di un mondo in continua evoluzione.