Neonati sepolti in giardino: rivelazioni shock al processo di Chiara Petrolini

Neonati sepolti in giardino: rivelazioni shock al processo di Chiara Petrolini

Neonati sepolti in giardino: rivelazioni shock al processo di Chiara Petrolini

Matteo Rigamonti

Ottobre 7, 2025

L’udienza di lunedì 6 ottobre presso la Corte d’Assise di Parma ha svelato dettagli strazianti e inquietanti sul caso di Chiara Petrolini, una giovane di 22 anni accusata di aver partorito e successivamente ucciso due neonati, seppellendoli nel giardino della sua abitazione a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. La testimonianza di Samuel Granelli, l’ex compagno di Chiara, ha chiuso la terza udienza del processo, rivelando la sua incredulità e il suo dolore per la scoperta del dramma nascosto.

La testimonianza di Samuel Granelli

Granelli, che ha avuto una relazione con Chiara sin dall’età di sedici anni, ha dichiarato di non aver mai sospettato che la ragazza fosse incinta. Nonostante la loro relazione avesse attraversato alti e bassi, culminando in una separazione nel 2022 e una riconciliazione nel settembre 2023, Granelli ha affermato di non aver mai percepito il rischio di una gravidanza.

  1. “Credevo fosse impossibile, era surreale” ha spiegato, riferendosi al momento in cui ha appreso del ritrovamento del primo corpo, avvenuto nell’agosto 2024.
  2. La notizia l’ha colto di sorpresa, lasciandolo in uno stato di shock.
  3. “Quando ho scoperto che ero io il padre, è stato devastante”, ha aggiunto, esprimendo la sua necessità di dare ai neonati un nome e un funerale, considerato il minimo che potesse fare.

Granelli ha anche chiarito che tra Chiara e i suoi genitori non c’erano tensioni, sostenendo che la giovane non fosse mai sola e che avrebbe ricevuto supporto in caso di una gravidanza. Durante la sua testimonianza, Chiara è rimasta immobile, con le braccia conserte, mostrando poca o nessuna reazione al racconto del suo ex.

L’analisi della psicologa

Un altro punto cruciale dell’udienza è stato l’intervento della psicoterapeuta Anna Bonifazi, responsabile della sezione psicologia e criminologia del Racis dei Carabinieri. La Bonifazi ha analizzato il comportamento di Chiara, definendo i due infanticidi come “omicidi ad escalation asimmetrica”. Ha evidenziato che la seconda gravidanza sembrava essere stata cercata, il che contraddice l’idea di un gesto impulsivo.

  1. L’esperta ha descritto come il breve periodo di tempo tra i due eventi indichi una pianificazione e non una reazione impulsiva.
  2. Questo elemento suggerisce una serialità nei comportamenti di Chiara, evidenziando un profilo emotivo complesso.

La psicologa ha affermato che la capacità di Chiara di gestire stati emotivi intensi senza apparenti scossoni è un tratto tipico dei comportamenti seriali. Questo aspetto è stato approfondito anche da Riccardo C., un amico di Chiara, che ha condiviso le incertezze espresse dalla giovane riguardo alla gravidanza. “Mi ha detto che non sapeva cosa fare. A volte voleva tenere il bambino, altre no”, ha raccontato, rivelando che nessuno intorno a Chiara si era accorto delle gravidanze.

Le indagini e le prossime udienze

Le indagini e le analisi criminologiche sono state anch’esse al centro dell’udienza. Il colonnello Bonifazi ha ribadito come la serialità degli eventi, unita alla pianificazione, possa suggerire un comportamento più complesso. Durante la proiezione in aula della foto del primo neonato trovato senza vita nel giardino, Chiara ha chiesto di uscire dall’aula, un gesto che ha sottolineato il carico emotivo della situazione.

In un aggiornamento sul processo, la corte ha accolto la richiesta della difesa di acquisire gli interrogatori dei genitori di Chiara, Roberto Petrolini ed Elisa Bruschi, escludendo la loro testimonianza in aula. Anche i genitori di Samuel Granelli non deporranno, mantenendo il focus sulle testimonianze già raccolte. La prossima udienza si concentrerà non solo sulla ricostruzione dei fatti, ma anche sul profilo psicologico di Chiara e sul contesto familiare in cui sono avvenuti i tragici eventi.

Questo caso ha suscitato un forte impatto mediatico e ha messo in luce le complesse dinamiche relazionali e psicologiche che possono emergere in situazioni di crisi. La comunità attende con ansia le prossime udienze, mentre il processo continua a rivelare dettagli inquietanti su una storia di dolore e disperazione, che solleva interrogativi su come affrontare e prevenire simili tragedie in futuro.