Scoprire le cause della malattia renale cronica attraverso gli organoidi di rene

Scoprire le cause della malattia renale cronica attraverso gli organoidi di rene

Scoprire le cause della malattia renale cronica attraverso gli organoidi di rene

Giada Liguori

Ottobre 7, 2025

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fatto enormi passi in avanti nel campo della medicina rigenerativa, e uno degli sviluppi più promettenti riguarda la creazione di organoidi di rene. Queste strutture tridimensionali e semplificate, che imitano le funzioni e la struttura dei reni umani, sono diventate strumenti fondamentali per lo studio delle malattie renali, in particolare della malattia renale cronica (MRC). Questo disturbo, che colpisce oltre 700 milioni di persone in tutto il mondo, rappresenta una delle principali sfide per la salute pubblica globale.

La pionieristica ricerca dell’Università di Leida

L’Università di Leida, nei Paesi Bassi, è stata pioniera in questo campo, sviluppando organoidi renali a partire da cellule della pelle di pazienti affetti dalla malattia. Questi organoidi sono stati creati attraverso un processo di riprogammazione cellulare, in cui le cellule della pelle sono state trasformate in cellule staminali pluripotenti. Queste cellule hanno poi la capacità di differenziarsi in vari tipi di cellule renali, permettendo ai ricercatori di studiare in modo più dettagliato le cause e i meccanismi della malattia.

Il lavoro del team di ricerca, coordinato da Siebe Spijker, è stato recentemente pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports. I risultati ottenuti hanno importanti implicazioni non solo per la comprensione della malattia, ma anche per lo sviluppo di terapie mirate. La MRC è caratterizzata da una progressiva perdita della funzione renale, che si traduce in una ridotta capacità di depurare il sangue da scorie, tossine e liquidi in eccesso. Questo può portare a gravi complicazioni, tra cui insufficienza renale e la necessità di dialisi o trapianto di rene.

Il ruolo del gene Apol1 nella malattia renale cronica

Uno dei fattori di rischio più rilevanti associati alla malattia renale cronica è rappresentato dalla mutazione del gene Apol1. Questo gene è coinvolto nel metabolismo delle cellule renali e le sue mutazioni sono state correlate a un aumentato rischio di sviluppare la MRC, in particolare nelle persone di origine africana. Tuttavia, i meccanismi attraverso i quali queste mutazioni influenzano la funzione renale rimangono poco chiari.

Per approfondire questa questione, il team di Spijker ha ottenuto organoidi a partire da cellule di pazienti portatori della mutazione del gene Apol1. In un passo innovativo, i ricercatori hanno anche corretto il gene tramite tecniche di ingegneria genetica in alcuni di questi organoidi. Dallo studio è emerso che le mutazioni del gene Apol1 compromettono il corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Questi organelli sono fondamentali per la produzione di energia necessaria al funzionamento cellulare e, nel caso dei reni, sono essenziali per il corretto funzionamento dei podociti.

Nuove prospettive nella ricerca e nel trattamento

I podociti sono cellule altamente specializzate che rivestono i glomeruli, strutture del rene responsabili della filtrazione del sangue. La loro integrità è cruciale per la funzione renale; qualsiasi compromissione della loro funzionalità può portare a gravi conseguenze. La scoperta che le mutazioni del gene Apol1 danneggiano i mitocondri dei podociti offre nuove prospettive per la comprensione della malattia e suggerisce che la disfunzione energetica potrebbe essere una delle chiavi per affrontare le patologie renali.

“Prevediamo che questo modello di organoide renale umano migliorerà la nostra comprensione della malattia renale cronica dovuta al gene Apol1 – ha dichiarato Spijker – e accelererà la scoperta di farmaci”. La possibilità di utilizzare organoidi per testare nuovi farmaci e trattamenti rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca medica. Gli organoidi possono fungere da modelli preclinici per valutare l’efficacia e la sicurezza di nuove terapie, riducendo la necessità di esperimenti su animali e avvicinando la ricerca a una medicina più personalizzata.

Inoltre, la creazione di organoidi a partire da cellule di pazienti specifici consente ai ricercatori di studiare non solo la malattia in generale, ma anche le risposte individuali ai trattamenti, aprendo la strada a terapie più mirate e efficaci. Questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente utile per i pazienti affetti da malattie genetiche rare, dove le risposte ai farmaci possono variare notevolmente a causa delle differenze genetiche.

La ricerca sugli organoidi di rene rappresenta quindi un’area in rapida espansione e un’importante opportunità per migliorare la comprensione e il trattamento della malattia renale cronica. Con l’aumento della prevalenza di questa malattia a livello globale, è fondamentale continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie innovative che possano portare a nuove soluzioni terapeutiche. La combinazione di ingegneria genetica e modelli tridimensionali di organi potrebbe non solo trasformare il modo in cui comprendiamo le malattie, ma anche cambiare radicalmente il panorama della medicina del futuro.