Scontri a Bologna e corteo di 6 mila a Torino: il raduno ProPal tra tensioni e manifestazioni

Scontri a Bologna e corteo di 6 mila a Torino: il raduno ProPal tra tensioni e manifestazioni

Scontri a Bologna e corteo di 6 mila a Torino: il raduno ProPal tra tensioni e manifestazioni

Matteo Rigamonti

Ottobre 8, 2025

Nella giornata del 7 ottobre 2023, che segna un anniversario tragico per la Palestina, si sono svolti due eventi significativi in Italia: raduni di protesta a Bologna e Torino, entrambi caratterizzati da un forte dispiegamento di forze dell’ordine e, in alcuni casi, da scontri tra manifestanti e polizia. Nonostante i divieti imposti dalle autorità, i cortei sono partiti, sfidando le prescrizioni di manifestazioni statiche, con un chiaro intento di esprimere solidarietà al popolo palestinese.

Il corteo di Torino

A Torino, il corteo, organizzato dal coordinamento Torino per Gaza, è partito da piazza Castello, dove gli attivisti si erano dati appuntamento attraverso i social media. La scelta della data non è casuale: il 7 ottobre segna il secondo anniversario dell’attacco di Hamas contro Israele, un evento che ha avuto profonde ripercussioni sulla situazione geopolitica della regione. La Questura aveva chiesto di rinviare l’evento e di limitarlo a un presidio statico, ma gli organizzatori hanno deciso di muoversi in strada, portando avanti il loro messaggio di sostegno alla Global Sumud Flotilla e alla lotta per la libertà palestinese.

Durante il corteo torinese, è emersa una situazione di tensione quando un gruppo di manifestanti incappucciati ha fronteggiato la polizia. Questi giovani, visibilmente agitati, hanno minacciato gli agenti con bottiglie di vetro, creando un momento critico che è stato sventato grazie all’intervento di altri manifestanti, tra cui studenti, che hanno cercato di placare la situazione e riportare il gruppo alla calma. Questo episodio ha evidenziato la complessità delle manifestazioni, dove la volontà di esprimere un dissenso pacifico può scontrarsi con la presenza di elementi più conflittuali.

La manifestazione di Bologna

A Bologna, la situazione è degenerata in maniera più violenta. Qui, la manifestazione, promossa dai Giovani Palestinesi, ha visto la polizia intervenire con idranti e cariche per disperdere i partecipanti di un corteo non autorizzato. La piazza del Nettuno, cuore della protesta, ha visto centinaia di giovani radunarsi, ma la situazione è sfuggita di mano quando alcuni manifestanti hanno iniziato a lanciare sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con cariche per mantenere il controllo.

I momenti di tensione si sono intensificati quando i manifestanti, dopo aver lasciato piazza Verdi, si sono diretti verso via Irnerio, urlando slogan come “Free Palestine”. Le forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa, hanno cercato di disperdere la folla, provocando un fuggi-fuggi generale. La situazione ha visto anche un giovane incappucciato essere portato via dalla Digos, evidenziando la severità della risposta delle autorità.

La composizione dei partecipanti

Un elemento interessante emerso da entrambe le manifestazioni è la composizione eterogenea dei partecipanti. A Torino, oltre ai centri sociali e ai gruppi anarchici, c’erano anche giovani studenti e cittadini comuni che, pur non condividendo necessariamente le modalità di protesta più aggressive, si sono uniti al coro di richieste di giustizia per il popolo palestinese. Questo mix di attivisti, studenti e cittadini indica un crescente interesse e mobilitazione attorno alla causa palestinese, che sembra oltrepassare le tradizionali linee di partito e ideologia.

Le autorità, di fronte alla crescente ondata di manifestazioni pro Palestina, hanno ribadito la necessità di mantenere l’ordine pubblico, giustificando il loro operato con la necessità di garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Tuttavia, la risposta della polizia, spesso considerata eccessiva, ha sollevato interrogativi sulla gestione della protesta e sulla libertà di espressione. Molti manifestanti hanno denunciato l’uso sproporzionato della forza, sottolineando come la repressione possa alimentare ulteriormente i conflitti e le divisioni.

In conclusione, le manifestazioni del 7 ottobre in Italia hanno rappresentato un momento cruciale di espressione e solidarietà per la causa palestinese, ma hanno anche messo in luce le tensioni tra le autorità e i movimenti di protesta. La lotta per i diritti umani e per la giustizia sociale continua, e gli eventi di questo fine settimana sono solo un capitolo di una storia che si dipana tra conflitti, speranze e aspirazioni di libertà.