CasaPound nel mirino: l’agguato ai pro Pal svela un piano inquietante

CasaPound nel mirino: l'agguato ai pro Pal svela un piano inquietante

CasaPound nel mirino: l'agguato ai pro Pal svela un piano inquietante

Matteo Rigamonti

Ottobre 9, 2025

L’episodio di violenza avvenuto a Roma ha scosso l’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sulla tensione politica in Italia. La notte del 5 ottobre, un gruppo di circa trenta individui, armati di caschi e bastoni, ha fatto irruzione nel Bar allo Statuto, situato in piazza Vittorio. Qui, tra grida di “Boia chi molla” e l’intonazione della famigerata “Faccetta nera”, l’aggressione ha avuto un carattere inequivocabilmente neofascista. Questo attacco è avvenuto in un contesto di crescente polarizzazione tra gruppi politici e sociali, specialmente in relazione alle manifestazioni a favore della Palestina che si stavano svolgendo in città.

Indagini della procura di Roma

La procura di Roma, dopo aver acquisito numerosi filmati dalle telecamere di sorveglianza e dai passanti, sta concentrando le sue indagini su CasaPound, il movimento neofascista con sede in via Napoleone III. Secondo quanto riportato da Marco Carta su La Repubblica, le indagini potrebbero portare a rivelazioni importanti riguardo l’organizzazione e la pianificazione di questo agguato, che sembra essere stato orchestrato in modo premeditato, quasi in perfetto stile squadrista.

Eventi precedenti all’aggressione

Per comprendere meglio le dinamiche che hanno portato a questo attacco, è utile analizzare gli eventi che lo hanno preceduto. Nella giornata del 5 ottobre, Roma è stata teatro di manifestazioni significative a favore della causa palestinese. Al termine dei cortei, un piccolo gruppo di anarchici si è diretto verso la sede di CasaPound, lanciando bombe carta e bottiglie contro il palazzo. Gli abitanti della zona, in risposta a questa provocazione, hanno cominciato a lanciare oggetti dalle finestre. Questo episodio ha dimostrato non solo la frustrazione e la rabbia di alcuni cittadini, ma ha anche acceso la miccia di un conflitto che sembrava latente.

  1. Manifestazioni a favore della Palestina
  2. Attacco a CasaPound
  3. Reazione degli abitanti

Poco dopo questi scontri, il canale Telegram “EstremoCentroRoma”, legato all’estrema destra, ha pubblicato una foto di un gruppo di persone vestite con giacche nere, alcuni dei quali indossavano caschi e impugnavano bastoni. Il commento che accompagnava l’immagine, “Noi ancora in piedi come le colonne di Roma”, ha suscitato preoccupazioni circa la volontà di CasaPound di mantenere una presenza attiva e violenta nel panorama politico romano.

Aggressione al Bar allo Statuto

L’aggressione al Bar allo Statuto è avvenuta in un clima di tensione palpabile. Intorno alle 23, il gruppo neofascista ha fatto irruzione nel locale, rovesciando sedie e tavoli in un attacco mirato. Un testimone, una ragazza presente all’interno del bar, ha tentato di avvisare gli altri clienti gridando “Fascisti di merda”. Questa reazione ha provocato una risposta immediata e violenta da parte degli aggressori, che si sono diretti verso un giovane vestito con una kefiah, un simbolo di solidarietà con il popolo palestinese. Il ragazzo, chiaramente spaventato, ha tentato di difendersi, ma è stato sopraffatto da sette aggressori.

Dopo l’aggressione, il gruppo si è rapidamente allontanato, probabilmente diretto verso un altro punto di ritrovo per i neofascisti, il pub “Cutty Sark”, dove si radunano spesso per socializzare e pianificare eventuali azioni. Proprio quella sera, sull’account Instagram del locale, è stata pubblicata una frase che recitava: “Nella notte fonda il nostro canto ancora sentirai!”, un chiaro riferimento alla loro ideologia e alle loro aspirazioni di resistenza e rivendicazione.

La situazione a Roma non è nuova e riflette una realtà più ampia che coinvolge l’Italia e l’Europa intera. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a un aumento delle tensioni tra gruppi di estrema destra e movimenti progressisti, in particolare in occasione di manifestazioni contro la guerra e per i diritti umani. La polarizzazione politica ha portato a episodi di violenza che, come quello al Bar allo Statuto, mettono in luce il rischio di escalation in un clima già teso.

L’attenzione della procura di Roma su CasaPound è un passo significativo per cercare di contenere questa violenza e punire chi si rende responsabile di atti così gravi. La legge italiana prevede sanzioni severe per i reati di istigazione all’odio e per i gruppi che si avvalgono della violenza come strumento politico. Tuttavia, il percorso per affrontare queste questioni è complesso e richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e della società civile.

L’aggressione al Bar allo Statuto rappresenta non solo un attacco fisico, ma anche un simbolo della battaglia culturale in atto nel paese. La lotta per i diritti umani, la libertà di espressione e l’accettazione delle diversità sono valori fondamentali che devono essere difesi con determinazione. La risposta della comunità, delle istituzioni e delle forze dell’ordine sarà cruciale per prevenire il ripetersi di simili episodi e per promuovere un clima di rispetto e tolleranza.