La riforma della disabilità in Italia, prevista per entrare a regime nel 2027, ha sollevato preoccupazioni e contestazioni da parte dei patronati, che svolgono un ruolo cruciale nell’assistenza e nel supporto ai cittadini in difficoltà. Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil, ha espresso le sue preoccupazioni in un’intervista a Adnkronos/Labitalia, sottolineando come l’esclusione dei patronati dall’inoltro delle domande di disabilità rappresenti un passo indietro nella tutela dei diritti delle persone fragili, come anziani e malati.
La riforma e il suo impatto
La riforma prevede una sperimentazione avviata a gennaio 2025 in diverse province, con l’obiettivo di semplificare l’iter burocratico per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, secondo Pagliaro, questa semplificazione non deve tradursi in un’ulteriore esclusione di chi, come i patronati, è da sempre un punto di riferimento per i cittadini in difficoltà. La nuova procedura prevede che i patronati possano intervenire solo in una fase successiva all’inoltro della domanda, costringendo gli utenti, spesso vulnerabili, ad affrontare da soli un percorso complesso e opprimente.
Le problematiche evidenziate
Pagliaro ha evidenziato come l’approccio attuale potrebbe portare a problematiche significative:
- Mancanza di supporto immediato: “Le persone che si trovano ad affrontare queste procedure hanno bisogno di supporto immediato”, ha dichiarato.
- Esposizione a difficoltà aggiuntive: “Non possiamo permettere che l’assenza di assistenza precocemente li esponga a ulteriori difficoltà”.
- Confusione tra i cittadini: La situazione di ambiguità rischia di compromettere la qualità del servizio di assistenza.
In questo contesto, i patronati, che operano capillarmente sul territorio, sono l’anello di congiunzione tra le istituzioni e i cittadini, offrendo un supporto che va ben oltre la semplice gestione delle pratiche burocratiche.
Il ruolo dei patronati nella riforma
In un momento in cui l’Inps ha riconosciuto il valore del lavoro svolto dai patronati, con un invito a partecipare a un evento di formazione a Firenze, Pagliaro ha sottolineato l’assurdità della situazione attuale: “Da un lato, l’Inps ci coinvolge e riconosce il nostro ruolo, dall’altro il Ministero ci esclude. Ci vuole più chiarezza e coerenza nelle decisioni”. Questa ambiguità rischia di creare confusione tra i cittadini, compromettendo così l’assistenza.
Un aspetto interessante della riforma è l’introduzione del “progetto di vita personalizzato”, un piano che mira a integrare i servizi sanitari, sociali e sociosanitari. Pagliaro ha affermato che i patronati sono in una posizione unica per svolgere un ruolo fondamentale in questo nuovo contesto. “Possiamo fungere da punto di ascolto, orientamento e accompagnamento per gli utenti, grazie alla nostra presenza diffusa e alla fiducia che abbiamo costruito nel tempo”, ha detto.
Collaborazione e inclusione
L’importanza dei patronati si manifesta in un’ottica di sostegno e accompagnamento, dove il focus non è solo sulla gestione di pratiche burocratiche, ma sul miglioramento della qualità della vita delle persone e delle famiglie. In un sistema complesso come quello dei servizi pubblici, avere un supporto affidabile e accessibile può fare la differenza.
Pagliaro ha anche messo in luce il fatto che, nonostante le difficoltà attuali, i patronati sono pronti a collaborare per migliorare il sistema. “Siamo disponibili a lavorare con tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni che garantiscano un accesso equo e diretto ai servizi per le persone con disabilità”, ha affermato. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di mettere al centro la dignità e i diritti di ogni individuo”.
In conclusione, la riforma della disabilità rappresenta un’importante opportunità per migliorare i servizi offerti alle persone con disabilità, ma non può prescindere dal coinvolgimento attivo dei patronati. La loro esclusione dall’inoltro delle domande potrebbe compromettere gravemente l’accesso ai diritti fondamentali di moltissimi cittadini. È fondamentale che le istituzioni ascoltino e integrino il contributo dei patronati, affinché insieme si possa costruire un sistema più inclusivo e giusto per tutti.