La destra americana si scaglia contro il nuovo film di Paul Thomas Anderson

La destra americana si scaglia contro il nuovo film di Paul Thomas Anderson

La destra americana si scaglia contro il nuovo film di Paul Thomas Anderson

Giada Liguori

Ottobre 11, 2025

Negli ultimi mesi, il cineasta Paul Thomas Anderson ha attirato l’attenzione della critica e del pubblico con il suo ultimo lavoro, “Una Battaglia Dopo l’Altra”, un film che sembra destinato a diventare uno dei protagonisti della stagione degli Oscar. Tuttavia, il suo cammino verso il riconoscimento potrebbe essere ostacolato da una feroce reazione da parte dei conservatori americani, che hanno già iniziato a scagliarsi contro l’opera, accusandola di promuovere idee ritenute dannose e irresponsabili.

Il film, che vede protagonisti Leonardo DiCaprio e Sean Penn, narra la storia di Bob Ferguson, un ex militante pro-immigrazione che, dopo un periodo di inattività, si trova coinvolto in una spirale di eventi che culmina in conflitti politici e personali. Secondo i critici conservatori, questa trama non fa altro che “romanticizzare” l’assassinio politico, un’accusa che ha preso piede soprattutto a seguito dell’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, avvenuto pochi giorni prima dell’uscita del film.

la reazione della critica conservatrice

La National Review, una delle riviste di riferimento per il pensiero conservatore negli Stati Uniti, ha etichettato “Una Battaglia Dopo l’Altra” come “il film più irresponsabile dell’anno”. Gli autori dell’articolo sostengono che la pellicola rappresenti una vera e propria apologia del terrorismo di sinistra. Questa accusa è stata ripresa anche dal noto podcaster Ben Shapiro, direttore del Daily Wire, il quale ha descritto il film come privo di sottigliezza, affermando che la sua narrativa si basa su una teoria del complotto che dipinge gli Stati Uniti come governati da suprematisti bianchi cristiano-nazionalisti, dove le minoranze sono costrette a combattere contro un sistema oppressivo.

il contesto di Hollywood

Non è solo Shapiro a sollevare preoccupazioni. The Blaze, un’altra testata conservatrice, ha criticato Hollywood per la sua crescente tendenza a vedere una parte significativa della popolazione americana non come concittadini, ma come nemici. In questo contesto, l’armamento, le posizioni a favore di confini più rigidi e le differenze politiche vengono elevate a crimini morali, creando un clima di tensione e divisione.

Questa situazione è particolarmente interessante se si considera il panorama attuale di Hollywood, che sta vivendo un periodo di trasformazione. I miliardari Larry e David Ellison stanno costruendo un impero mediatico che promette di sfidare i giganti dell’intrattenimento, come Netflix e Disney. Con una ricchezza personale stimata in 345 miliardi di dollari, Larry Ellison è uno degli uomini più ricchi del mondo e ha legami con l’ex presidente Donald Trump. David Ellison, d’altro canto, ha mostrato una certa affinità con l’amministrazione Biden, avendo donato quasi un milione di dollari alla sua campagna.

le implicazioni per il futuro

La nomina di Bari Weiss, opinionista conservatrice e sostenitrice di posizioni anti-woke, alla guida di CBS News, è un chiaro segnale di come i venti di cambiamento stiano soffiando anche all’interno dei media tradizionali. Non è ancora chiaro come Weiss influenzerà la programmazione della rete, ma la sua precedente esperienza con The Free Press, nota per le sue campagne a favore di Israele e contro il politicamente corretto, suggerisce un possibile spostamento verso una narrativa più conservatrice.

Questo contesto di tensione e divisione si riflette non solo nel dibattito sul film di Anderson, ma in tutta l’industria cinematografica e televisiva statunitense. La polarizzazione politica ha portato a una frattura tra i produttori e il pubblico, con una parte della popolazione che si sente sempre più alienata dalle storie raccontate da Hollywood. Mentre alcuni registi e sceneggiatori cercano di affrontare temi sociali e politici complessi, altri sono accusati di ignorare le preoccupazioni di una significativa fetta della società americana.

In questo clima di controversie, è evidente che “Una Battaglia Dopo l’Altra” non è solo un film, ma un simbolo di una lotta culturale più ampia che si sta sviluppando negli Stati Uniti. La risposta della destra non è solo una reazione a una singola opera, ma parte di un dibattito più ampio su cosa significhi raccontare storie in un’era di crescente polarizzazione. Questo dibattito potrebbe avere ripercussioni non solo sul futuro di Anderson e del suo lavoro, ma sull’intera industria cinematografica, che si trova a dover affrontare le sfide di un pubblico sempre più diviso e critico.

Con l’avvicinarsi della stagione degli Oscar e il crescente interesse per il film, sarà interessante vedere come si svilupperanno questi eventi e quali saranno le conseguenze per Anderson e per la sua visione artistica. La sua capacità di affrontare tematiche complesse e provocatorie potrebbe rivelarsi sia un punto di forza che una debolezza in un contesto così polarizzato.