Supercomputer al servizio della prevenzione: come le mappe possono stimare i danni dei disastri

Supercomputer al servizio della prevenzione: come le mappe possono stimare i danni dei disastri

Supercomputer al servizio della prevenzione: come le mappe possono stimare i danni dei disastri

Matteo Rigamonti

Ottobre 12, 2025

Negli ultimi anni, la crescente incidenza dei disastri naturali ha reso evidente l’importanza di strumenti avanzati per la valutazione dei danni e la gestione del rischio. Il progetto innovativo HaMMon (Hazard Mapping and Vulnerability Monitoring) si propone di utilizzare supercomputer e una varietà di dati per sviluppare mappe dettagliate in grado di stimare i danni causati da eventi catastrofici. Coordinato da Unipol e sviluppato in collaborazione con il Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data and Quantum Computing (Isc), il progetto rappresenta un passo significativo nell’integrazione tra ricerca scientifica e applicazione pratica nel settore assicurativo.

L’importanza della raccolta dati diversificata

Un elemento chiave di HaMMon è la capacità di raccogliere e analizzare una vasta gamma di dati, che spaziano dagli storici degli eventi atmosferici, alle mappe del rischio sismico e idrogeologico, fino a dati satellitari e informazioni provenienti dalla cronaca locale. Renzo Avesani, CEO di Leithà, parte del Gruppo Unipol, ha sottolineato l’importanza di avere un sistema di monitoraggio delle vulnerabilità idrogeologiche del Paese, utile non solo per le amministrazioni pubbliche, ma anche per informare le scelte strategiche dei servizi assicurativi.

La diversità dei dati è fondamentale; per esempio, le cronache locali possono fornire dettagli utili che non si trovano nei database ufficiali. Alcuni esempi di dati utili includono:

  1. Percezione pubblica dei rischi
  2. Eventi specifici che hanno colpito una determinata area
  3. Informazioni storiche sugli impatti di disastri precedenti

Queste informazioni possono rivelarsi cruciali per una mappatura accurata dei danni. Secondo Avesani, “una mappa di questo tipo serve infatti per quantificare i danni non solo a edifici, ma anche a terreni agricoli, alberi e automobili”.

L’uso di supercomputer per l’analisi avanzata

I supercomputer, grazie alla loro potenza di calcolo, permettono di gestire e analizzare enormi quantità di dati in tempi brevi. Questo è particolarmente utile per il progetto HaMMon, che richiede l’elaborazione di dati strutturati e non strutturati. L’analisi di questi dati consente di creare modelli predittivi che possono anticipare i danni e le conseguenze di eventi naturali, come alluvioni o terremoti.

L’innovazione tecnologica non si limita alla raccolta di dati, ma si estende anche alla loro analisi. Gli strumenti utilizzati nel progetto sono capaci di integrare informazioni provenienti da diverse fonti, creando così una visione complessiva e dettagliata delle vulnerabilità di un territorio. Questo approccio olistico è essenziale per comprendere meglio i rischi e per prendere decisioni informate.

Collaborazione tra ricerca e imprese

Il progetto HaMMon è un esempio concreto di come la collaborazione tra il mondo della ricerca e quello delle imprese possa portare a risultati tangibili. Negli ultimi tre anni, l’Isc ha facilitato la creazione di sinergie tra ricercatori e professionisti del settore, trasformando piccole collaborazioni in progetti più ampi e strutturati. Questo cambiamento ha aperto nuove strade per l’innovazione e la ricerca applicata, contribuendo a una gestione del rischio più efficace.

Avesani ha evidenziato che “si è passati da piccole collaborazioni, magari con un singolo ricercatore, ad avere uno strumento capace di far dialogare in modo strutturato questi due mondi”. Questo non solo porta benefici immediati, ma ha anche il potenziale di generare impatti positivi a lungo termine, sia per le aziende che per le comunità colpite da disastri naturali.

L’impatto sociale delle mappe di rischio

La creazione di mappe di rischio dettagliate ha un impatto sociale significativo. Le amministrazioni pubbliche possono utilizzare queste informazioni per:

  1. Pianificare interventi di prevenzione e mitigazione
  2. Migliorare la sicurezza delle comunità
  3. Basare le politiche e tariffe assicurative su dati più accurati

Inoltre, la disponibilità di mappe dettagliate e facili da comprendere può aiutare i cittadini a prendere coscienza della vulnerabilità delle loro abitazioni e delle loro attività economiche, incoraggiandoli a adottare comportamenti preventivi.

Guardando al futuro, il progetto HaMMon potrebbe rappresentare un modello per altre iniziative simili in tutto il mondo. La capacità di integrare dati diversi e di fornire analisi approfondite è cruciale in un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno rendendo i disastri naturali più frequenti e intensi. La ricerca e l’innovazione tecnologica saranno fondamentali per affrontare queste sfide, e progetti come HaMMon possono offrire soluzioni pratiche e sostenibili.

In conclusione, l’integrazione di supercomputer e una vasta gamma di dati per creare mappe di rischio rappresenta un approccio all’avanguardia nella gestione dei disastri naturali. Con il supporto di collaborazioni tra la ricerca e il settore privato, è possibile sviluppare strumenti che non solo aiutano a quantificare i danni, ma anche a prevenire e mitigare gli effetti devastanti di eventi catastrofici.