Giuseppe Verdi, uno dei più grandi compositori della storia della musica, ha lasciato un’eredità che va ben oltre le sue celebri opere. Non solo ha creato capolavori senza tempo come La Traviata, Rigoletto e Otello, ma ha anche dedicato parte della sua fortuna a una causa nobile: la creazione di una casa di riposo per musicisti professionisti a Milano. Questa iniziativa, nota come Casa Verdi, accoglie artisti colpiti dalla difficile realtà della pensione, fornendo loro un rifugio e la possibilità di continuare a vivere la loro passione per la musica anche in età avanzata.
Casa Verdi: un rifugio per artisti
Casa Verdi, una villa neogotica situata nel cuore di Milano, è diventata un simbolo di cura e rispetto per coloro che hanno dedicato la loro vita all’arte. Da quando è stata inaugurata, ha ospitato oltre 1.500 artisti, e attualmente conta circa 65 residenti. Tra questi, ci sono cantanti d’opera, pianisti, ballerini e direttori d’orchestra, molti dei quali hanno superato gli ottant’anni. Le eleganti stanze affrescate e i mobili antichi di Casa Verdi non sono solo un luogo di riposo, ma anche un palcoscenico dove questi artisti continuano a esibirsi e a trasmettere la loro esperienza ai giovani talenti.
Il documentario “Viva Verdi!”
La vita quotidiana di questi residenti è al centro del documentario Viva Verdi!, realizzato dall’italo-americana Yvonne Russo. Questo film, che ha debuttato nelle sale di Los Angeles, si dirige verso la corsa per gli Oscar, portando con sé la bellezza e la storia di Casa Verdi. “Casa Verdi è un luogo magico e un po’ misterioso: molti italiani non sanno nemmeno che esista”, ha dichiarato Russo in un’intervista con l’ANSA. La regista ha scoperto la casa nel 2010, mentre lavorava a un progetto per National Geographic, e da quel momento ha sentito il desiderio di raccontare la storia di questo luogo straordinario.
Un racconto di identità e connessione
Yvonne Russo, cresciuta in una famiglia mista, con una madre nativa americana della tribù Lakota e un padre calabrese, ha trovato in questo progetto anche un modo per riavvicinarsi alle sue radici italiane. Viva Verdi! non è solo un documentario sulla musica, ma un racconto di identità e connessione intergenerazionale. Il montaggio, curato da Federico Conforti, contribuisce a creare un’atmosfera intima e coinvolgente.
Il film intreccia le storie di alcuni degli ospiti di Casa Verdi, dando vita a un racconto corale che celebra la gioia della musica. Il tenore Claudio Giombi emerge come voce principale del documentario, descritto da La Monte come “colto, pieno di libri e appassionato”, e continua a insegnare ai giovani studenti che vivono nella residenza. Questo scambio tra generazioni è un elemento fondamentale della vita a Casa Verdi, dove la musica diventa un ponte tra il passato e il presente.
Nonostante il tema della morte e della perdita possa apparire presente, Russo e La Monte hanno voluto enfatizzare la gioia e la celebrazione della vita attraverso la musica. “Volevamo raccontare la gioia, non la malinconia di chi si avvicina alla morte”, ha chiarito La Monte. Il documentario è stato accompagnato da un brano originale, Sweet Dreams of Joy, composto per l’occasione da Nicholas Pike, che arricchisce ulteriormente la narrazione visiva.
Dopo il suo debutto a Los Angeles, Viva Verdi! sarà proiettato il 24 ottobre a Casa Verdi, a Milano, un evento che segna un cerchio che si chiude, riportando il film nel luogo che ha ispirato la sua creazione. Questa opera rappresenta non solo un omaggio al grande Giuseppe Verdi, ma anche una testimonianza dell’importanza della musica nella vita umana e della necessità di prendersi cura di coloro che hanno dedicato la loro esistenza a questo nobile mestiere.