La sfida della componentistica auto: l’arrivo dei cinesi come opportunità di crescita

La sfida della componentistica auto: l'arrivo dei cinesi come opportunità di crescita

La sfida della componentistica auto: l'arrivo dei cinesi come opportunità di crescita

Giada Liguori

Ottobre 15, 2025

Negli ultimi anni, il settore della componentistica automotive ha affrontato sfide significative, culminate in una stagnazione che ha colpito le aziende italiane. Dopo tre anni di crescita, i ricavi sono scesi del 6%, un dato preoccupante che fa sorgere dubbi sulle prospettive future. Le previsioni per il 2025 non sono affatto ottimistiche, evidenziando un contesto di incertezze riguardo a fatturato, ordinativi, occupazione e investimenti. Questo scenario, emerso dall’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità, presentato dalla Camera di commercio di Torino e dall’Anfia, mette in luce un settore in difficoltà.

La situazione attuale del settore

L’indagine, presentata al Museo dell’Automobile di Torino, ha rivelato che il fatturato delle imprese della componentistica in Italia è calato del 6%, mentre in Piemonte, questa flessione si attesta attorno al 5,6%. Particolarmente preoccupante è la situazione occupazionale, con una riduzione del numero di addetti del 2,4%. Unica eccezione a questa tendenza negativa sembra essere rappresentata dal settore del motorsport e dall’aftermarket, che continuano a mostrare risultati più incoraggianti.

Uno dei maggiori fattori di preoccupazione per le aziende è rappresentato dall’introduzione di nuovi dazi. Il 47% delle imprese esprime timori a riguardo, un incremento significativo rispetto al 32% della rilevazione precedente. In questo contesto, molte aziende stanno cercando di diversificare le proprie attività, puntando su settori al di fuori dell’automotive. Un dato interessante è che la percentuale di aziende che annovera Stellantis o Iveco tra i propri clienti si è stabilizzata al 68,6%, rispetto a valori superiori al 70% registrati in passato.

Opportunità e sfide future

Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia, ha sottolineato l’importanza di riprendere la leadership europea nella transizione energetica. Secondo Stella, l’attuale percorso di transizione, caratterizzato da un approccio mono-tecnologico focalizzato sull’elettrico, sta danneggiando i componentisti europei. I prodotti di questi ultimi coprono circa il 60% del contenuto tecnologico dei veicoli a combustione interna (ICE) prodotti in Europa, ma solo il 40% per quanto riguarda i veicoli elettrici. Questa situazione potrebbe portare a una perdita di valore aggiunto fino al 23% entro il 2030, secondo le stime di Clepa.

Un ulteriore elemento da considerare è l’arrivo delle case automobilistiche cinesi in Europa. Questo fenomeno, che potrebbe sembrare una minaccia per le aziende locali, può anche rappresentare un’opportunità. L’interesse crescente verso il mercato europeo da parte dei produttori cinesi è evidenziato dalla possibilità di apertura di nuovi stabilimenti, una prospettiva vista positivamente dal 52% delle aziende, rispetto al 39% dell’anno precedente. Questa apertura potrebbe generare nuove sinergie e opportunità di collaborazione, contribuendo a rivitalizzare un settore in difficoltà.

Il futuro della componentistica automotive in Italia

Il panorama della componentistica automotive italiana è complesso e in continua evoluzione. Nel 2024, il numero delle imprese attive nel settore è stimato in 2.134, con circa 168.000 addetti e un fatturato annuale che si aggira attorno ai 55,5 miliardi di euro. Il Piemonte, in particolare, conta 717 imprese, rappresentando il 33,6% del totale nazionale. Questo dato evidenzia l’importanza della regione nel contesto della componentistica automotive, nonostante le sfide attuali.

Inoltre, la crisi economica globale, unita alle tensioni geopolitiche e ai cambiamenti normativi in atto, ha costretto molte aziende a rivedere le proprie strategie e a cercare nuove opportunità di crescita. Per affrontare queste sfide, le imprese devono:

  1. Diversificare i portafogli clienti.
  2. Esplorare nuovi mercati.
  3. Investire in ricerca e sviluppo.
  4. Adattarsi alle nuove tecnologie, come la mobilità elettrica e l’intelligenza artificiale.

La collaborazione tra aziende, istituzioni e università potrebbe rappresentare un fattore chiave per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili, in grado di rispondere alle esigenze di un mercato in cambiamento.

In conclusione, il settore della componentistica automotive si trova di fronte a un bivio. Da un lato, le difficoltà attuali richiedono una risposta decisa e strategica; dall’altro, l’ingresso dei produttori cinesi in Europa può rappresentare un’opportunità per rinnovare il mercato e stimolare la crescita. La capacità di innovare e di adattarsi sarà determinante per il futuro di un settore che ha storicamente rappresentato un pilastro dell’industria italiana.