Le mummie più antiche d’Asia: un viaggio nel passato di 12.000 anni fa

Le mummie più antiche d'Asia: un viaggio nel passato di 12.000 anni fa

Le mummie più antiche d'Asia: un viaggio nel passato di 12.000 anni fa

Giada Liguori

Ottobre 15, 2025

La recente scoperta delle mummie più antiche al mondo, risalenti a circa 12.000 anni fa, ha suscitato grande interesse tra studiosi e appassionati di storia. Provenienti dal Sud-est asiatico e dalla Cina meridionale, queste mummie sono il risultato di un’accurata ricerca condotta da un team guidato dall’archeologo Hsiao-chun Hung dell’Australian National University. I risultati, pubblicati sulla rivista PNAS, offrono nuove prospettive sulle tecniche di mummificazione e sulle pratiche funerarie delle antiche civiltà.

la mummificazione: una pratica antica

Tradizionalmente, la mummificazione è associata a culture come quella degli antichi Egizi o dei Chinchorro in Cile. Tuttavia, questa scoperta suggerisce che tali tecniche erano già in uso migliaia di anni prima. Gli archeologi hanno analizzato oltre 60 campioni ossei provenienti da 54 sepolture pre-neolitiche, datate tra il 4.000 e il 12.000 a.C., in undici siti distribuiti tra Cina meridionale, Vietnam settentrionale e Indonesia.

L’analisi ha impiegato tecniche avanzate come:

  1. Diffrazione dei raggi X
  2. Spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier

Questi metodi hanno rivelato che circa l’84% dei campioni presentava segni di esposizione al calore, suggerendo che il processo di mummificazione avvenisse tramite una forma di affumicatura lenta piuttosto che l’imbalsamazione tradizionale.

pratiche funerarie e credenze religiose

Un aspetto affascinante emerso dallo studio è che alcune ossa dello stesso individuo mostravano valori diversi riguardo all’esposizione al calore, suggerendo un’applicazione selettiva del riscaldamento. Inoltre, i segni di taglio su alcune ossa potrebbero indicare pratiche per il drenaggio dei fluidi corporei o per disarticolare i corpi prima della mummificazione. Queste tecniche potrebbero richiamare i riti moderni del popolo Dani in Nuova Guinea, dove i defunti vengono legati e sospesi sopra fuochi bassi per settimane.

Contrariamente a molte culture moderne, le antiche culture asiatiche pre-neolitiche sembravano preferire la sepoltura come metodo di disposizione finale dei resti. Ciò offre una prospettiva interessante sulle pratiche funerarie e sulle credenze religiose di queste società, suggerendo una visione complessa della vita e dell’aldilà.

implicazioni per la ricerca futura

La scoperta delle mummie più antiche non solo arricchisce la nostra comprensione della vita e delle pratiche culturali di queste civiltà, ma contribuisce anche a una visione più ampia della storia della mummificazione nel mondo. Questi dati suggeriscono che la mummificazione non fosse esclusiva delle grandi civiltà, ma praticata in diverse forme in tutto il mondo.

La posizione geografica dei siti di sepoltura è cruciale per comprendere le migrazioni umane e lo sviluppo culturale nel Sud-est asiatico. La mummificazione potrebbe aver svolto un ruolo significativo nel rafforzare i legami sociali e nella creazione di rituali che riflettevano le credenze cosmologiche delle comunità.

Inoltre, questa scoperta apre la strada a ulteriori ricerche e scavi archeologici in regioni che potrebbero aver conservato altre tracce di pratiche funerarie antiche. La possibilità di scoprire nuovi siti offre un’opportunità unica per comprendere meglio le origini delle pratiche culturali e religiose in Asia e oltre.

Il lavoro di Hsiao-chun Hung e del suo team rappresenta un importante passo avanti nella ricerca archeologica, dimostrando che la mummificazione è un fenomeno complesso e diversificato. La scoperta delle mummie più antiche invita a riflettere sul significato della morte e della memoria nelle diverse civiltà del passato, arricchendo la nostra conoscenza della storia umana.