Un clima di sfiducia e indignazione ha travolto la sanità pubblica nel Torinese a seguito della maxi inchiesta condotta dalla procura di Ivrea, che ha rivelato una rete di malversazioni e abusi all’interno dell’ASL To4. L’inchiesta coinvolge ben 38 indagati e tocca diversi aspetti della gestione della sanità, evidenziando un sistema in cui le regole sono state sistematicamente violate, con gravi conseguenze per i pazienti e per l’intera comunità.
la figura centrale dell’inchiesta
Al centro dell’inchiesta c’è Carla Fasson, dirigente delle Professioni sanitarie, che ha scalato le gerarchie dell’ASL To4 dopo un inizio come tecnico di laboratorio biomedico. Fasson è accusata di aver abusato della sua posizione, orchestrando pratiche discutibili riguardanti concorsi e promozioni. Secondo le indagini, era in grado di pilotare l’esito dei concorsi, inviando ai candidati scelti le domande e persino le risposte via WhatsApp il giorno prima delle prove. Questo sistema ha garantito a molti una posizione comoda e ben retribuita, a scapito di chi affrontava le prove con onestà e competenza.
pratiche discutibili e ambiente tossico
La prassi, come emerso dalle indagini, era particolarmente attiva tra maggio e ottobre 2022, periodo in cui Fasson avrebbe gestito le nomine per laboratori analisi e altri settori cruciali della sanità. Non solo, ma la sua influenza si estendeva anche al comportamento dei vincitori dei concorsi, i quali si sentivano in dovere di soddisfare ogni richiesta di Fasson in cambio della loro promozione. Questo ha creato un ambiente lavorativo tossico, dove la meritocrazia è stata sostituita da favoritismi e ricatti.
Parallelamente a questi concorsi truccati, emergono anche episodi inquietanti riguardanti la condotta di alcuni professionisti della salute. Tra i nomi coinvolti, spicca quello di Libero Tubino, primario di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Chivasso, sorpreso a giocare a golf durante l’orario di lavoro. Non è un caso isolato; diversi infermieri della zona di Settimo Torinese sono stati accusati di abbandonare i pazienti, lasciandoli senza le cure necessarie, giustificandosi con la necessità di riposare. Una situazione che ha portato a gravi conseguenze per i pazienti, alcuni dei quali sono stati trovati in condizioni precarie, senza le medicine necessarie.
un sistema sanitario in crisi
Il quadro che emerge è quello di un sistema sanitario in cui le responsabilità professionali sono state sistematicamente ignorate, con un impatto diretto sulla qualità delle cure offerte ai pazienti. I reati contestati agli indagati comprendono:
- Rivelazione di segreti d’ufficio
- Truffa
- Esercizio abusivo della professione
Questo segna una situazione ben più grave di quanto inizialmente si potesse immaginare.
L’inchiesta ha anche messo in luce la figura di Stefano Scarpetta, ex dirigente che, secondo l’accusa, avrebbe facilitato le azioni di Fasson, permettendole di operare senza il dovuto controllo. Questo solleva interrogativi sulle dinamiche interne dell’ASL To4 e sulla possibilità che comportamenti simili possano essere stati tollerati da altri livelli dirigenziali.
La questione dei concorsi truccati e della gestione inefficace dei professionisti sanitari ha sollevato un’ondata di indignazione tra i cittadini, che chiedono una maggiore trasparenza e responsabilità all’interno delle istituzioni sanitarie. Ci si aspetta che le indagini portino a riforme strutturali e a un ripensamento delle modalità di assunzione e promozione del personale sanitario, per garantire che episodi di questo tipo non si ripetano in futuro.
La maxi inchiesta sull’ASL To4 è un chiaro richiamo alla necessità di vigilanza e controllo nel settore pubblico, dove la salute dei cittadini non può essere messa in secondo piano a causa di interessi personali e pratiche scorrette. La situazione attuale è un monito per tutti coloro che operano nel campo della sanità: la fiducia dei cittadini deve essere riconquistata attraverso la trasparenza, il rispetto delle regole e una gestione più etica e responsabile delle risorse pubbliche.