Tragedia a Castel d’Azzano: esplosione fatale durante lo sgombero, tre carabinieri perdono la vita

Tragedia a Castel d’Azzano: esplosione fatale durante lo sgombero, tre carabinieri perdono la vita

Tragedia a Castel d’Azzano: esplosione fatale durante lo sgombero, tre carabinieri perdono la vita

Matteo Rigamonti

Ottobre 15, 2025

Un tragico evento ha colpito la comunità di Castel d’Azzano, in provincia di Verona, dove un’esplosione ha causato la morte di tre carabinieri e ferito oltre dieci persone, tra cui membri delle forze dell’ordine e vigili del fuoco. L’incidente è avvenuto durante un’operazione di sgombero di un casolare occupato da tre fratelli, noti per comportamenti violenti e minacce nei confronti delle autorità.

Le vittime, i carabinieri Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, erano intervenuti per eseguire un ordine di sgombero emesso dal tribunale. La situazione si era rivelata particolarmente complessa a causa delle minacce dei tre occupanti. Il casolare, un’abitazione di due piani, è crollato a seguito dell’esplosione, travolgendo i militari e gli agenti accorsi sul posto. Il bilancio delle vittime è pesante: oltre ai tre carabinieri deceduti, sono 19 i feriti, tra cui un vigile del fuoco e due degli inquilini morosi.

La dinamica dell’esplosione

Le prime ricostruzioni suggeriscono che l’esplosione sia stata causata dalla saturazione di gas all’interno della casa, innescata dall’apertura della porta d’ingresso. Al momento dell’irruzione, le forze dell’ordine hanno avvertito un forte odore di gas, segno che la situazione era già critica. Secondo il procuratore di Verona, Raffaele Tito, l’esplosione potrebbe costituire un omicidio premeditato. Infatti, i tre fratelli avevano già dimostrato comportamenti simili in passato, minacciando di farsi saltare in aria in occasione di precedenti tentativi di sgombero.

Chi sono i colpevoli

I tre fratelli, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, sono agricoltori e allevatori di circa sessant’anni, noti per i loro problemi finanziari. Già in passato, nel mese di ottobre e poi a novembre del 2024, avevano opposto resistenza all’arrivo dell’ufficiale giudiziario, arrivando addirittura a utilizzare una bombola di gas come minaccia. In questa occasione, mentre due dei fratelli sono stati ricoverati in ospedale dopo l’esplosione, Franco è riuscito a fuggire, ma è stato successivamente catturato dalle autorità. Maria Luisa e Dino, invece, sono stati arrestati e sono attualmente piantonati in ospedale, ma non sono in pericolo di vita.

Il cordoglio delle istituzioni

La notizia dell’esplosione ha suscitato un profondo cordoglio a livello nazionale. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha descritto l’incidente come una tragedia che mette in evidenza i rischi e le complessità del lavoro delle forze dell’ordine. Anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha proclamato tre giorni di lutto regionale, ordinando che le bandiere siano esposte a mezz’asta in segno di rispetto per le vittime. In aggiunta, Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ha chiesto al Consiglio dei Ministri di osservare un minuto di silenzio in onore dei tre carabinieri deceduti.

Riflessioni sulla sicurezza

Questo tragico evento solleva interrogativi sulla sicurezza delle operazioni di sgombero e sulle misure necessarie per garantire la protezione delle forze dell’ordine. La complessità di queste situazioni richiede una preparazione adeguata e un’attenta valutazione dei rischi, e molti esperti nel campo della sicurezza hanno sottolineato l’importanza di non sottovalutare il potenziale pericolo nelle operazioni che coinvolgono soggetti già noti per comportamenti violenti.

In questo contesto, la memoria dei tre carabinieri rimarrà viva non solo per il loro sacrificio, ma anche per le lezioni che questa tragedia ci insegna sulla necessità di migliorare le procedure di intervento e garantire una maggiore sicurezza per coloro che quotidianamente proteggono la nostra società.