Il mistero di Gianluca Soncin: dall’ombra delle minacce al dramma di Pamela Genini

Il mistero di Gianluca Soncin: dall'ombra delle minacce al dramma di Pamela Genini

Il mistero di Gianluca Soncin: dall'ombra delle minacce al dramma di Pamela Genini

Matteo Rigamonti

Ottobre 16, 2025

Il drammatico omicidio di Pamela Genini, avvenuto la sera del 14 ottobre, ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana. La giovane modella di 29 anni è stata brutalmente assassinata dal suo compagno, Gianluca Soncin, di 52 anni, che l’ha colpita con 24 coltellate nel loro appartamento a Milano. Questo tragico evento ha portato alla luce una serie di comportamenti inquietanti da parte di Soncin, che avevano già suscitato preoccupazione tra amici e vicini.

Pamela aveva confidato al suo ex fidanzato di temere per la sua vita a causa del comportamento di Gianluca. Le testimonianze dei vicini rivelano un quadro di tensione costante all’interno dell’abitazione, con litigi frequenti e violenti che avevano già richiesto l’intervento della polizia in più occasioni. Una vicina ha dichiarato: «C’erano già stati degli episodi, la polizia era intervenuta mesi fa sempre per violenza. Ultimamente non li sentivo più litigare», suggerendo che la situazione potesse essere degenerata senza che nessuno se ne rendesse conto.

Le minacce che Gianluca Soncin rivolse a Pamela non si limitavano solo a parole. Durante una vacanza all’isola d’Elba, Soncin arrivò a minacciare di uccidere il cane della modella, un gesto che la spinse a interrompere bruscamente il soggiorno e a tornare a casa. Questo episodio, insieme ai litigi domestici, ha contribuito a creare un’atmosfera di paura e inquietudine, testimoniando la natura tossica della loro relazione.

Un uomo riservato con un passato torbido

Gianluca Soncin è descritto dai residenti come una persona di poche parole, che si vedeva spesso in zona, ma che non si apriva mai al dialogo. Nato a Biella 52 anni fa, Soncin ha vissuto in diverse città italiane, tra cui Pordenone e Cervia, dove risultava residente. A Cervia, molti lo conoscevano come un imprenditore nel settore automobilistico, ma la sua presenza discreta non lo ha protetto da un passato criminale.

Nel 2010, Soncin è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Ascoli con l’accusa di associazione a delinquere. Insieme a un gruppo di dieci persone, era coinvolto in un’operazione di importazione di automobili di lusso dalla Germania, per un valore commerciale di circa 30 milioni di euro. Questa operazione avveniva in totale evasione delle imposte, che ammontavano a circa 6,5 milioni di euro. Le auto, una volta arrivate in Italia, venivano vendute a prezzi scontati a clienti italiani, mentre il gruppo operava attraverso società fittizie, gestite da prestanome, per mascherare la vera provenienza dei veicoli.

Relazioni complicate e segnali di allerta

La relazione tra Pamela Genini e Gianluca Soncin era caratterizzata da una serie di tensioni e conflitti. Pamela, che lavorava come modella, aveva iniziato a frequentare Soncin circa un anno prima della sua morte. Sin dall’inizio, la loro relazione si era rivelata problematica, con episodi di violenza verbale e fisica che avevano sollevato preoccupazioni tra coloro che conoscevano la coppia.

Le denunce di Pamela riguardo alle minacce e al comportamento aggressivo di Soncin non devono essere sottovalutate. È fondamentale considerare il contesto in cui si trovava la giovane donna, spesso isolata e temeraria nei confronti di un compagno che mostrava segni di possesso e controllo. La testimonianza dell’ex fidanzato di Pamela, che ha condiviso le sue paure, evidenzia come le vittime di violenza domestica possano sentirsi intrappolate in relazioni tossiche, dove le minacce e la paura diventano parte della quotidianità.

Un omicidio che solleva interrogativi

L’omicidio di Pamela Genini ha sollevato interrogativi più ampi sulla violenza di genere e sulla necessità di una maggiore attenzione nei confronti dei segnali di allerta. La società civile e le istituzioni devono interrogarsi su come prevenire episodi così tragici e su quali risorse siano disponibili per le vittime di violenza domestica. È un tema che richiede una riflessione profonda e un impegno collettivo, affinché simili tragedie non si ripetano.

L’analisi di questo caso non si limita agli eventi tragici, ma apre un dibattito su come affrontare le relazioni tossiche e le dinamiche di controllo, spesso invisibili ma devastanti. La storia di Pamela Genini è un monito per tutti, un richiamo alla responsabilità sociale e all’importanza di ascoltare e sostenere chi vive situazioni di difficoltà e paura.