Rapine in divisa: il piano dei falsi poliziotti sventato dalla vera polizia con un bottino da 100mila euro

Rapine in divisa: il piano dei falsi poliziotti sventato dalla vera polizia con un bottino da 100mila euro

Rapine in divisa: il piano dei falsi poliziotti sventato dalla vera polizia con un bottino da 100mila euro

Matteo Rigamonti

Ottobre 16, 2025

Il crimine organizzato continua a sorprendere con metodi audaci e ingegnosi per portare a termine le sue azioni illecite. Le recenti rapine avvenute a Milano, tra il 23 febbraio e il 21 marzo 2024, ne sono un chiaro esempio. Un gruppo di otto uomini, composto da sette italiani e un serbo, ha messo in atto un piano ben congegnato, travestendosi da agenti di polizia. La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, portando all’emissione di otto misure cautelari: sette in carcere e una agli arresti domiciliari.

Le accuse nei confronti di questi individui sono gravi e includono rapina aggravata, sequestro di persona aggravato, porto di armi in luogo pubblico, possesso di segni distintivi in uso ai Corpi di Polizia e ricettazione in concorso. Questi reati, se accertati, possono comportare pene severe, considerando anche il metodo violento utilizzato e la premeditazione dimostrata.

Il primo colpo: il laboratorio orafo

La prima rapina ha avuto luogo in un laboratorio orafo in via Lodovico il Moro. Tre uomini, vestiti con abiti e distintivi della polizia locale, hanno simulato un arresto nei confronti di un quarto complice, in abiti civili. Questo inganno ha permesso loro di guadagnare la fiducia del titolare del laboratorio, che si è trovato in una situazione di vulnerabilità, credendo di avere a che fare con veri agenti delle forze dell’ordine.

Una volta all’interno, i malviventi hanno minacciato il titolare e una dipendente con un’arma, costringendoli a subire la loro violenza. Attraverso l’uso di fascette da elettricista, hanno legato i polsi delle vittime, privandole della possibilità di reagire. Dopo aver rubato un telefono cellulare e un ingente quantitativo di gioielli grezzi e oro lavorato, per un valore complessivo di circa 100mila euro, hanno chiuso a chiave le vittime nel laboratorio prima di fuggire, facendo perdere le proprie tracce.

Il secondo colpo: la gioielleria

Un mese dopo, la banda ha colpito nuovamente, questa volta in una gioielleria, utilizzando lo stesso modus operandi. Anche qui, i rapinatori si sono presentati come agenti di polizia, creando un clima di paura e confusione. Dopo aver minacciato il titolare, i malviventi gli hanno intimato di aprire la cassaforte, da cui hanno prelevato contante e gioielli per un valore addizionale di circa 45mila euro.

L’abilità con cui sono stati portati a termine questi colpi ha suscitato l’attenzione delle forze dell’ordine, portando all’apertura di un’indagine approfondita. I video di sorveglianza, fondamentali per ricostruire la dinamica delle rapine, hanno mostrato dettagli cruciali che hanno facilitato l’identificazione dei sospetti. Le immagini, che ritraggono i rapinatori in azione, hanno rivelato somiglianze tra i due colpi, suggerendo un piano ben studiato e una collaborazione tra i membri della banda.

La cattura e le indagini

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno portato alla luce non solo i dettagli delle rapine, ma anche il profilo dei colpevoli. I sette cittadini italiani e il cittadino serbo sono stati identificati attraverso vari elementi, tra cui testimonianze, analisi delle telecamere di sicurezza e intercettazioni telefoniche. L’operazione ha segnato un passo significativo nella lotta contro il crimine organizzato a Milano, una città che ha visto un incremento delle rapine in cui i malviventi utilizzano travestimenti e tecniche ingannevoli per portare a termine i loro piani.

In questo contesto, è importante notare come la criminologia moderna stia evolvendo, con i criminali che si adattano a nuove tecniche e strategie. L’uso di uniformi e segni distintivi delle forze dell’ordine per compiere rapine rappresenta un pericoloso trend che richiede un monitoraggio costante da parte delle autorità. La fiducia dei cittadini nelle forze dell’ordine deve rimanere intatta, e per questo motivo è fondamentale che le forze di polizia siano sempre pronte a rispondere a simili situazioni di emergenza.

Le rapine di questo tipo non solo mettono a rischio la sicurezza delle vittime, ma minano anche la fiducia della comunità nelle istituzioni. La Polizia di Stato ha ribadito l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine per prevenire e contrastare simili episodi. Con l’aumento della tecnologia di sorveglianza e la maggiore attenzione delle autorità, si spera che simili crimini possano essere ridotti al minimo e che i responsabili vengano portati di fronte alla giustizia.