L’episodio avvenuto nell’aula del Consiglio regionale del Piemonte ha suscitato un acceso dibattito tra le istituzioni e l’opinione pubblica. Sarah Disabato, consigliera regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha scelto di compiere una provocazione per mettere in luce le difficoltà delle aziende della filiera della canapa. Durante la seduta, ha riempito una cartina con infiorescenze di cannabis light e ha iniziato a “rollare” uno spinello, attirando l’attenzione del presidente di turno, Fabio Carossi della Lega, che ha tentato di richiamarla all’ordine. Questo gesto ha acceso un dibattito su un tema delicato e controverso.
la dichiarazione provocatoria di disabato
Disabato ha esordito con una frase provocatoria: «Io oggi mi posso autodenunciare». Ha chiarito che non stava commettendo alcun reato, poiché utilizzava solo infiorescenze a base di CBD, prive di effetti psicoattivi. Il suo obiettivo era evidenziare le problematiche legate alla recente normativa sulla canapa, in particolare il Decreto Sicurezza diventato legge lo scorso giugno, che ha introdotto restrizioni significative per le attività legate ai fiori di canapa.
- Difficoltà delle aziende: Le aziende del settore stanno affrontando crescenti difficoltà a causa di un quadro normativo che non distingue tra usi leciti e illeciti della canapa.
- Crescita del settore: Prima dell’entrata in vigore del decreto, il settore della canapa in Piemonte stava conoscendo una fase di crescita, con quasi mille posti di lavoro creati.
- Impatto devastante della nuova legge: La nuova legge ha avuto un impatto devastante, spingendo molte aziende verso la chiusura e l’incertezza.
le reazioni istituzionali
Disabato ha criticato anche le forze dell’ordine, sostenendo che dovrebbero concentrarsi sulla sicurezza del territorio piuttosto che effettuare controlli sulle aziende di canapa. Questa affermazione ha sollevato interrogativi sull’uso delle risorse da parte delle autorità competenti e sulla necessità di una riforma delle normative esistenti.
Le reazioni alla protesta non si sono fatte attendere. Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale, ha definito l’azione di Disabato come «inopportuna e riprovevole», sottolineando che una sede istituzionale dovrebbe essere un luogo di responsabilità e non di spettacolo. Nicco ha espresso preoccupazione riguardo al messaggio ambiguo che potrebbe essere trasmesso, soprattutto ai giovani.
un dibattito in evoluzione
Il dibattito sulla legalizzazione della canapa è un tema sempre più attuale in Italia. Negli ultimi anni, la discussione si è intensificata, coinvolgendo diverse forze politiche e movimenti sociali. Mentre alcuni sostengono che la legalizzazione possa portare benefici economici e sociali, altri temono le conseguenze di una maggiore accessibilità a sostanze che possono avere effetti negativi sulla salute.
La filiera della canapa, che comprende agricoltori, trasformatori e rivenditori, ha bisogno di un quadro normativo chiaro e favorevole per prosperare. Le aziende del settore chiedono da tempo un intervento legislativo che riconosca la canapa come una risorsa, non come una minaccia. La provocazione di Disabato ha messo in luce la necessità di un dialogo aperto su un tema che potrebbe avere ripercussioni significative per l’economia locale e la società.
In conclusione, la questione della legalizzazione della canapa rimane al centro del dibattito pubblico, con posizioni fortemente polarizzate. La provocazione di Sarah Disabato potrebbe rappresentare non solo un gesto di protesta, ma anche un invito a riflettere su un tema che continua a dividere l’opinione pubblica e le istituzioni.