Rialzo della soglia al 44%: il nuovo protocollo Mef-Acri cambia le regole del gioco

Rialzo della soglia al 44%: il nuovo protocollo Mef-Acri cambia le regole del gioco

Rialzo della soglia al 44%: il nuovo protocollo Mef-Acri cambia le regole del gioco

Giada Liguori

Ottobre 17, 2025

Il panorama delle fondazioni italiane sta per affrontare un’importante evoluzione grazie al nuovo protocollo che si sta delineando tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e l’Acri, l’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, questo aggiornamento del protocollo, che si propone di autodisciplinare la governance, la trasparenza e la diversificazione degli investimenti, prevede un significativo aumento della quota di investimento nella banca conferitaria. Infatti, la soglia passerà dal 33% al 44% dell’attivo di bilancio, con entrambe le grandezze espresse al fair value.

Questa modifica, attesa da tempo e su cui Acri e Mef stanno lavorando da diversi mesi, rappresenta un cambiamento sostanziale nella strategia di investimento delle fondazioni. L’addendum al protocollo, che risale al 2015, è in fase di finalizzazione e potrebbe avere un impatto notevole sulle operazioni delle fondazioni in tutta Italia. A inizio settembre, un testo della riforma è stato inviato ai vari enti, che hanno mostrato una quasi unanime approvazione.

novità sulla durata dei mandati

Il nuovo protocollo non si limita a modificare le soglie di investimento; introduce anche un’importante novità riguardante la durata dei mandati degli organi di governo delle fondazioni. Attualmente, i presidenti e i membri del consiglio di indirizzo hanno un mandato di 4 anni, ma con la riforma questa durata verrà estesa a 6 anni. Ciò significa che, con un solo possibile rinnovo, i leader delle fondazioni potranno rimanere in carica fino a un massimo di 12 anni. Tuttavia, i membri del consiglio di amministrazione (CDA) manterranno la durata di 4 anni.

Questa decisione è stata presa con l’intento di dare maggiore stabilità e continuità nella governance delle fondazioni. La durata prolungata dei mandati potrebbe consentire una visione a lungo termine nella gestione delle risorse e delle strategie di investimento, favorendo così una pianificazione più strategica e meno soggetta ai cambiamenti frequenti delle cariche. Tuttavia, è importante notare che l’adozione di queste nuove regole non sarà obbligatoria; ogni fondazione dovrà deliberare autonomamente attraverso il voto del consiglio di indirizzo o dell’assemblea, nel caso delle fondazioni associative.

aspetti di governance e trasparenza

Un aspetto da considerare è la pausa di tre anni prevista tra la fine di un mandato negli organi di governance e un eventuale nuovo incarico in enti strumentali della fondazione. Questo intervallo è concepito per garantire un ricambio generazionale e per evitare conflitti di interesse, assicurando che i membri degli organi di governo non si trovino immediatamente a ricoprire altri ruoli all’interno della stessa fondazione. Inoltre, rimane confermata l’attesa di 12 mesi tra la funzione svolta in una fondazione e l’assunzione di un ruolo in banca, sottolineando l’importanza della trasparenza e della chiarezza nei rapporti tra queste istituzioni.

impatti sul settore delle fondazioni

Le modifiche al protocollo Mef-Acri arrivano in un momento cruciale per il settore delle fondazioni, che ha dovuto affrontare sfide significative negli ultimi anni, tra cui la necessità di adattarsi a un contesto economico in continua evoluzione e le crescenti aspettative di responsabilità sociale e di governance. Le fondazioni, infatti, non solo gestiscono grandi patrimoni finanziari, ma giocano anche un ruolo fondamentale nel supportare iniziative culturali, sociali e sanitarie nel paese.

Questo nuovo protocollo potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore efficienza e trasparenza nella gestione delle risorse, contribuendo a rafforzare la fiducia del pubblico nei confronti di queste istituzioni. La governance delle fondazioni, infatti, è cruciale non solo per garantire una gestione oculata dei fondi, ma anche per assicurare che gli obiettivi sociali e culturali per cui sono state create vengano perseguiti con serietà e impegno.

Le fondazioni dovranno ora affrontare il compito di adeguarsi a queste nuove disposizioni, che richiederanno una riflessione approfondita sulle proprie strategie di investimento e di governance. La sfida sarà quella di bilanciare l’esigenza di stabilità e continuità con la necessità di innovazione e apertura al cambiamento. In un contesto in cui le aspettative nei confronti delle istituzioni pubbliche e private sono in continua crescita, le fondazioni italiane si trovano a un bivio cruciale, con l’opportunità di ridefinire il loro ruolo e la loro missione per i prossimi anni.